Cos’è l’anamnesi? Significato medico e come si fa

Con “anamnesi” in medicina si intende la raccolta – se possibile dalla voce diretta del paziente – di tutte quelle informazioni, notizie e sensazioni che possono aiutare il medico a indirizzarsi verso una diagnosi di una certa patologia o verso un gruppo specifico di esami diagnostici, scremando tutte le possibilità meno probabili e gli esami che probabilmente possono essere di scarsa utilità per raggiungere la diagnosi

L’anamnesi è importante per il medico soprattutto la prima volta che incontra un paziente, dal momento che egli – per il professionista – è, dal punto di vista clinico, un perfetto sconosciuto.

La parola anamnesi deriva dal greco ἀνά-μνησις, “ricordo”

Quando il paziente non può rispondere

Esistono alcune situazioni in cui il paziente non può rispondere alle domande del medico, oppure le sue risposte non sono attendibili, ad esempio:

  • neonati, lattanti o bimbi piccoli;
  • soggetti con patologie psichiatriche gravi;
  • soggetti in coma o con perdita di coscienza;
  • soggetti con patologie che impediscono di parlare, come chi ha sofferto di ictus cerebrale;
  • soggetti che non possono ricordare in modo adeguato, come persone anziane, con demenza senile, con Alzheimer;
  • soggetti che parlano una lingua diversa da quella del medico.

In questi casi rispondere alle domande sarà cura dei suoi familiari (per esempio i genitori nel caso di un lattante o i figli nel caso di un anziano). In alcuni casi non è possibile eseguire l’anamnesi (ad esempio soggetto sconosciuto che giunge in coma da solo al pronto soccorso).

Perché una corretta anamnesi è così importante?

Raccogliere le informazioni corrette senza tralasciare nulla, può aiutare enormemente a raggiungere una diagnosi corretta e nel minor tempo possibile.

L’anamnesi è – insieme all’esame obiettivo del malato – di fondamentale ausilio nella formulazione della diagnosi poiché ricostruisce le modalità di insorgenza ed il decorso della patologia in atto, investigando inoltre sulle possibili inclinazioni genetiche (predisposizione alle malattie genetiche e famigliari) del gruppo familiare verso l’insorgenza di determinati tipi di malattie (anamnesi familiare).

In questo senso è anche utilizzata per l’avvio di programmi di sorveglianza per i soggetti a rischio.

Quali sono i vantaggi dell’anamnesi?

I vantaggi di una corretta anamnesi sono vari e riassumibili nei seguenti punti:

  • diagnosi più precisa;
  • diagnosi raggiunta più velocemente;
  • terapia intrapresa più rapidamente;
  • paziente sottoposto al minor numero di esami diagnostici possibile;
  • paziente sottoposto ad esami diagnostici il meno invasivi possibile;
  • paziente che assume farmaci corretti e non farmaci errati;
  • paziente che costa il meno possibile al sistema sanitario nazionale (cioè a tutti noi ed alle nostre tasse).

Tutto ciò determina in finale una maggiore possibilità di cura, in tempi brevi, con costi bassi per la collettività e meno disagio possibile per il paziente.

Esempio di come una corretta anamnesi può aiutare il medico a fare diagnosi

Un paziente ultimamente si sente molto stanco ed assonnato e non capisce perché.

Tramite l’anamnesi si scopre che suo padre è diabetico, che il paziente ha una dieta sbilanciata, che fa poca attività fisica ed è in sovrappeso, urina parecchio durante la giornata e non esegue da molto tempo una analisi del sangue.

Già con una anamnesi di questo tipo il medico indirizzerà i suoi esami in una certa direzione per confermare il suo forte sospetto di diabete mellito.

Dimenticarsi di raccogliere tutte le informazioni alla anamnesi potrebbe non far giungere a diagnosi o ritardarla e sappiamo quanto il fattore tempo è importante per alcune patologie.

Come organizzare una diagnosi corretta

L’anamnesi si divide in più parti, principalmente una familiare e una personale.

L’anamnesi personale si divide a sua volta in fisiologica, patologica remota e patologica prossima.

La raccolta dei dati anamnestici sarà differente a seconda dell’età e del sesso della persona.

Raccolta delle generalità

Per primi vengono raccolti i dati relativi a nome, età, sesso, stato civile, luogo di nascita e di residenza.

Tali dettagli servono per identificare la persona che si sta per interrogare.

Questa parte viene redatta soltanto la prima volta che la persona viene all’osservazione del medico, diventando poi parte della scheda clinica (o della cartella clinica).

Alla raccolta delle generalità, seguono:

  • l’anamnesi familiare;
  • l’anamnesi fisiologica;
  • l’anamnesi patologica prossima;
  • l’anamnesi patologica remota.

Anamnesi familiare

L’anamnesi familiare prevede due soli ambiti: gli ascendenti (i genitori e i nonni) e i collaterali (fratelli e sorelle).

Si indaga dunque sullo stato di salute dei genitori e dei collaterali del paziente o sulla loro eventuale età e causa di morte.

Questo punto è molto importante per conoscere i fattori di rischio genetici (che possono essere visualizzati tramite un genogramma), ambientali, o l’eventuale predisposizione familiare.

Alcune condizioni patologiche non si trasmettono con modalità ereditaria ma è provata la predisposizione familiare.

Ne sono esempio l’ipertensione arteriosaessenziale, la cardiopatia ischemica, allergopatie, malattie del sistema immunitario.

Possono anche essere richieste informazioni riguardo ai nonni soprattutto se si sospetta una malattia autosomica dominante a penetranza incompleta (vengono all’osservazione come fenotipi che saltano una generazione).

L’anamnesi personale fisiologica

Nascita: vengono chieste al paziente informazioni riguardo alla propria nascita, se a termine o no, e al parto se naturale (parto eutocico o parto distocico) o operativo (parto cesareo), il peso alla nascita, l’allattamento materno, mercenario o artificiale, primi atti dell’infanzia (dentizione, primi passi, prime parole) ed eventualmente profitto scolastico.

Pubertà: menarca, regolarità dei flussi mestruali, comparsa dei primi peli, profitto scolastico, sviluppo somatico (staturale e ponderale) e psichico.

Servizio militare: per accertare la presenza di eventuali evidenti patologie alla visita di leva.

Matrimonio e gravidanze: viene indagata l’attività riproduttiva, numero dei figli (parità) numero delle gravidanze e modalità dei parti, aborti, comparsa della montata lattea, allattamento. Vengono anche chieste informazioni sullo stato coniugale e sull’andamento del matrimonio in quanto il matrimonio può determinare l’insorgenza di alcune nevrosi (patologia del matrimonio)

Sessualità: si indaga, con discrezione, la vita sessuale del paziente, in particolare la presenza di problemi sessuali, disfunzione erettile, calo della libido, dispareunia, presenza di comportamenti a rischio per malattie sessualmente trasmissibili come rapporti sessuali promiscui e senza protezione.

Menopausa: età di esordio (precoce o tardiva) comparsa di manifestazioni e sintomi, eventuali complicanze, terapia sostitutiva.

Abitudini alimentari: quantità e qualità dell’alimentazione.

Stili di vita: uso di alcool, tabacco, sostanze stupefacenti. Sedentarietà. Relazioni sociali. Situazione economica, familiare, domiciliare, soprattutto nell’anziano spesso soggetto a modifiche del nucleo familiare e/o nei rapporti tra i congiunti oltre che soggetto a trasferimento di residenza.

Allergie ambientali, a farmaci o a sostanze.

Alvo: regolare o irregolare, frequenza, difficoltà o dolori alla defecazione.

Minzione: viene indagata la quantità, la frequenza e il colore; se è presente minzione notturna, o se la stessa causa bruciore.

Attività lavorativa: in questa fase si raccolgono informazioni sul tipo di attività che si svolge o che si è svolta, per comprendere se sia o sia stato in passato esposto ad agenti fisici, chimici o biologici o altre possibili condizioni potenzialmente responsabili di disturbi o malattie professionali. Proprio legati alla natura lavorativa della persona è stata individuata la maggior parte dei disturbi evidenziati, (un quarto dei casi) notificati grazie all’anamnesi.

Tratti strutturali della personalità: Informazioni sul profitto di studio o lavoro.

Tendenza a sovra o sottostimare l’importanza del proprio stato di salute. L’umore del paziente con particolare riferimento alla risposta psicologica allo stato di malattia (accettazione, volontà di guarire, il concetto di morte, fiducia nei medici).

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Fonte dell’articolo:

Medicina Online

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