COVID-19, due studi Espnic su neonati e bambini: in 30% casi infezione in utero e al parto
Infezione utero e parto, momenti topici dell’evento nascita. “Abbiamo dimostrato che il virus si trasmette per via transplacentare dalla madre al feto. È un’eventualita’ rara, ma puo’ manifestarsi anche con sintomi severi di Covid, come evidenziato nel nostro studio in cui un bambino ha riportato una vasculite cerebrale”.
Lo dichiara alla Dire Daniele De Luca, direttore della divisione di Neonatologia presso l’universita’ Paris-Saclay e presidente eletto della Societa’ europea di terapia intensiva pediatrica e neonatale (Espnic), che ha pubblicato su Nature Communication due studi sui neonati e sui bambini.
COVID-19 in neonati: infezione in utero o parto, 180 casi analizzati
“Nei nostri studi- spiega De Luca- abbiamo analizzato quasi 180 casi di infezione che si sono verificati a livello neonatale nel mondo e abbiamo potuto chiarire alcuni punti oscuri:
1) L’infezione nel neonato, nel primo mese di vita, esiste anche se rara.
Nel 70% dei casi avviene per via orizzontale attraverso i caregivers, le droplets e la tosse.
Nel 30% avviene per via verticale, nell’utero matero o al momento del parto.
2) Nel neonato la malattia Covid-19 si manifesta nel 50% degli infetti con sintomi che possono essere respiratori, neurologici o gastrointestinali.
Qualche volta sono difficili da riconoscere perche’ ci sono delle malattie neonatali che riportano gli stessi sintomi.
La meta’ di questi bambini con dei sintomi avevano anche la febbre, cosa non comune nel neonato.
3) L’allattamento al seno non sembra un fattore di rischio, tuttavia, quando la madre e’ positiva, sintomatica e nel periodo di maggiore infettivita’, i bambini che non sono stati separati neanche per alcuni giorni hanno avuto un’incidenza maggiore di infezione da SARS-CoV2”.
Il registro internazionale Epicentre: i casi COVID-19 nei neonati ed in età pediatrica
Nel mondo pediatrico e neonatale, per la scarsita’ dei casi, e’ piu’ difficile condurre studi controllati randomizzati.
Per questo motivo “la Societa’ europea di terapia intensiva pediatrica e neonatale- continua il presidente dell’Espnic- ha lanciato un registro internazionale ‘Epicentre’ per chiarire quello che ancora non sappiamo: qual e’ la reale percentuale di casi gravi; quali le terapie migliori; quali le fasce di eta’ maggiormente a rischio; qual e’ il modo migliore di predire le infezioni gravi nei bambini piu’ grandi”.
Il Covid nell’eta’ pediatrica puo’ avere una fase acuta, ma “a distanza di sei settimane- spiega De Luca- ci possono essere delle manifestazioni tardive (sindrome infiammatoria multisistemica), e noi non sappiamo ancora quale bambino e’ piu’ a rischio e quali cure dare.
Per questo- conclude- il registro, che conta del lavoro di oltre 100 centri, ci consentira’ di raccogliere tanti dati per rispondere a queste domande”.