COVID-19 e Malattie Vascolari, un binomio ad alto rischio: due studi dalla Lombardia
COVID-19 e malattie vascolari, ricercatori della Lombardia protagonisti. Uno studio del network lombardo dei centri di chirurgia vascolare coordinato dal Policlinico di Milano ha messo in luce gli effetti negativi del virus anche sui pazienti con malattie del sistema vascolare evidenziando alti tassi di letalità. Nonostante la pandemia, ogni centro ha risposto alle emergenze con qualità e capacità
È ormai dimostrato come l’infezione da Coronavirus danneggi il sistema vascolare aumentando il rischio di complicanze e di mortalità.
Nelle nazioni più industrializzate, inclusa l’Italia, si conta che il 12-14% della popolazione soffra di malattie vascolari, quali le arteriopatie periferiche, le ischemie e trombosi acute, gli aneurismi aortici e le steno-obliterazione carotidee
Queste malattie superano il 20% di incidenza nella popolazione oltre i 75 anni, ed assieme a quelle che colpiscono il cuore (ischemia, cardiopatia, infarto), sono fra le principali cause di morte in questi paesi.
Risulta chiaro come in queste situazioni relative alle malattie “tempo dipendenti”, intervenire rapidamente può fare davvero la differenza.
Ma durante la pandemia da Covid-19 è stato possibile gestire al meglio i pazienti in urgenza? E che impatto ha avuto l’infezione di questo nuovo virus sui pazienti con malattie vascolari?
A queste domande ha risposto la rete delle Chirurgie Vascolari della Lombardia, con 2 studi coordinati dal Prof. Santi Trimarchi, Direttore della Chirurgia Vascolare del Policlinico di Milano e della Scuola di Specialità dell’Università degli Studi di Milano, insieme ai Colleghi Dr. Raffaello Bellosta della Fondazione Poliambulanza di Brescia e Prof. Gabriele Piffaretti dell’Ospedale di Circolo di Varese – Università dell’Insubria.
“Durante la fase pandemica le Unità di Chirurgia Vascolare presenti nella nostra regione hanno avuto una attività molto varia – commenta Trimarchi – dimostrando una capacità di intervento ad alti livelli anche in situazione di urgenza-emergenza.
Ricordo che durante la fase 1 la Lombardia era tra le aree con la maggiore incidenza al mondo di infezioni da Coronavirus.
La rete vascolare regionale ha osservato soprattutto pazienti con ischemie acute degli arti inferiori, trattando tutti i pazienti giunti nei vari ospedali, anche in un momento di così grande difficoltà.
In Policlinico abbiamo osservato ed operato oltre 50 casi critici, effettuando interventi salvavita come la correzione chirurgica ed endovascolare degli aneurismi aortici in rottura e delle stenosi carotidee che erano sintomatiche per ictus”.
A confermare quanto detto dal Prof. Trimarchi un’indagine condotta in 35 centri lombardi del network di chirurgia vascolare regionale (4 Hub e 31 Spoke).
Uno studio che ha valutato non solo il percorso scientifico, ma anche l’aspetto organizzativo e logistico per capire l’impatto della pandemia sulle normali attività durante la fase 1 del lockdown (periodo: 8.03.2020 – 03.05.2020).
I primi risultati pubblicati sul Journal of Cardiovascular Surgery hanno coinvolto 659 pazienti, di cui 121 positivi al Coronavirus, evidenziando come anche in una situazione di crisi, non siano state registrate sostanziali differenze in termini di mortalità e complicanze nei differenti Centri.
Ciò ha messo in risalto la qualità delle prestazioni chirurgiche vascolari presso numerosi centri lombardi.
Una seconda analisi è stata pubblicata sull’European Journal of Vascular and Endovascular Surgery (EJVES), attualmente la rivista scientifica con il più alto Impact Factor (IF) relativamente alla Chirurgia Vascolare (5.3), la quale ha evidenziato come in presenza di Covid-19, le malattie vascolari siano gravate da un aumento della mortalità pari a 7.6 volte quella dei pazienti non Covid-19
Particolarmente soggetti a ciò sono risultati i pazienti di età maggiore ad 80 anni e coloro che presentavano una polmonite correlata all’infezione da Covid-19.
Analogamente, le complicanze post-operatorie nei Covid-19 sono state di 4.5 volte superiori, prima fra tutte le re-trombosi delle arterie degli arti inferiori.
Questi studi hanno quindi evidenziato il ruolo negativo che il Covid-19 ha anche nei confronti dei pazienti che necessitano un intervento di chirurgia vascolare.
I dati raccolti aiutano a capire anche l’incidenza di questo fenomeno nella nostra regione, definire il pattern dei pazienti più a rischio e stimarne la prognosi.
A questo primi lavori di ricerca clinica ed epidemiologica, si aggiungeranno i risultati raccolti durante la ‘fase 2’ della pandemia, che permetterà di ampliare la coorte di pazienti analizzati, consentendo un confronto di dati tra le diverse fasi di picco pandemico.
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