COVID-19 e sintomi gastrointestinali: in che modo il coronavirus attacca stomaco e intestino?

COVID-19 e sintomi gastrointestinali: l’infezione da Coronavirus può manifestarsi anche con diarrea, nausea e vomito.

Nausea e diarrea da Covid-19: i sintomi gastrointestinali che dobbiamo saper ascoltare

Nausea, vomito, problemi gastrointestinali: l’infezione da Covid 19 si manifesta anche così.

Questo virus colpisce anche l’apparato gastrointestinale con disturbi, che, in alcuni casi, compaiono anche prima che si sviluppino i sintomi respiratori.

In che modo il virus “attacca” stomaco e intestino? E come riequilibrarli dopo l’infezione?

Covid19, qual è il legame tra sintomi all’apparato gastroenterologico e malattia?

Anche se nelle persone con infezione da Covid 19 le manifestazioni più frequenti e gravi sono a carico dell’apparato respiratorio, una parte non trascurabile manifesta anche sintomi di tipo gastrointestinale.

Il virus SARS-CoV-2, responsabile dell’infezione da Covid-19, per entrare nell’organismo si lega a un recettore, la proteina ACE2, che è presente anche nella mucosa gastroenterica e non solo nell’epitelio (cioè il tessuto di rivestimento) delle vie respiratorie e in particolare nelle cellule polmonari.

Per questo anche stomaco, intestino e fegato possono essere interessati dall’infezione.

Per approfondire: Coronavirus, non solo malattie respiratorie: tra i sintomi anche diarrea e dissenteria intestinale

I sintomi gastroenterologici di Covid-19

La presenza e permanenza del virus nella mucosa gastroenterica provoca la comparsa di disturbi gastrointestinali che a volte possono rappresentare l’unico sintomo di infezione da Covid19.

I più frequenti sono:

  • diarrea;
  • nausea;
  • vomito;
  • discomfort addominale (fastidi allo stomaco e all’intestino);
  • inappetenza.

Spesso questi disturbi compaiono all’esordio o addirittura prima di quelli respiratori e permangono anche dopo la guarigione della malattia polmonare.

Recenti studi hanno rilevato la presenza di RNA del virus anche nelle feci delle persone affette da infezione da Covid19: questo rende ipotizzabile che la trasmissione del virus possa avvenire anche per via oro-fecale.

In caso di sintomi come quelli citati diventa quindi necessario indagarne le cause e ricercare l’eventuale presenza del virus SARS-CoV-2.

Altrettanto importante è assumere tutti i provvedimenti di protezione previsti ogni volta che, si visitano o si sottopongono ad accertamenti pazienti con tali sintomi anche se asintomatici dal punto di vista respiratorio.

Sintomi e problemi da Covid-19: come curarli

Per ridurre l’intensità dei problemi gastrointestinali e favorire il miglioramento dei sintomi, fondamentale è non trascurare il microbiota intestinale:  come tutti i virus, anche il SARS-CoV-2  danneggia il microbiota, ovvero l’insieme di tutti i microrganismi che ‘abitano’ dentro e sulla superficie dell’intestino e, se in equilibrio, garantiscono:

  • il buon funzionamento dell’apparato gastrointestinale;
  • proteggono dall’attacco degli agenti patogeni (virus, batteri, funghi);
  • mantengono forte il sistema immunitario.

In particolare, numerosi studi hanno dimostrato che la presenza di SARS-CoV-2 causa variazioni del microbiota intestinale con una riduzione dei lactobacilli e bifidobatteri.

Come ripristinare il microbiota

Cosa fare allora?  È fondamentale ripristinare il microbiota innanzitutto assumendo probiotici, anche solo come terapia adiuvante.

Si tratta di microrganismi (soprattutto batteri) viventi e attivi, contenuti in determinati alimenti in grado di esercitare un effetto positivo sulla salute dell’organismo, rafforzando in particolare l’ecosistema intestinale.

Tra i più comuni probiotici ci sono i batteri delle famiglie dei Lattobacilli e dei Bifidobatteri: il principale alimento che li contiene è lo yogurt, ma possono essere assunti anche sotto forma di integratori.

Per essere efficaci dovrebbero essere assunti sempre e solo a stomaco vuoto, per un tempo medio di 3-4 settimane e in un quantitativo di almeno un miliardo di batteri al giorno.

Utile è anche stare attenti all’alimentazione, seguendo una dieta il più possibile leggera, eliminando alcolici e grassi, aumentando il consumo di fibre come frutta, verdura e cereali integrali.

Coronavirus e fegato

Come accennato, anche il fegato, parte dell’apparato gastroenterico, può essere colpito dal virus SARS-CoV-2: è stato osservato che dal 2 all’11% delle persone affette da infezione da Covid19 ha manifestato un insieme di patologie epatiche, in particolare:

  • steatosi epatica non alcolica;
  • epatiti alcoliche;
  • epatopatie immunomediate.

Nel 14-53% dei casi, invece, il virus SARS-CoV-2 ha comportato un’alterazione degli indici dei livelli di citolisi epatica, una diminuzione dell’albuminemia e un aumento di bilirubina, tutti indicatori di una riduzione della funzionalità epatica.

Per approfondire:

COVID-19, nei bambini una spia è la diarrea. I pediatri: “Bene l’Aifa, no all’uso di Diosmectal sotto i due anni”

Oculistica: “Il microbiota possibile ‘spia’ di diverse patologie oculari”

Fonte dell’articolo:

Dottor Francesco Negrini, responsabile dell’Unità Operativa di Gastroenterologia ed Endoscopia del Policlinico San Marco e gastroenterologo di Smart Clinic “Le Due Torri” e Oriocenter

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