COVID-19, l'anziano tra pietas e ageismo: l'atteggiamento mentale da cui un trasporto sanitario dovrebbe partire
COVID-19 ha indubbiamente moltiplicato il trasporto sanitario di persone anziane, fascia di popolazione purtroppo più colpita dal coronavirus
Anziano che però vive una fase molto particolare anche dal punto di vista della percezione di sé, sia in famiglia che a livello istituzionale e mediatico. E di questo un soccorritore deve essere consapevole e tenere conto.
Anziano tra ageismo e pietas nell’era del COVID-19: lo studio su The Lancet
Uno studio pubblicato The Lancet Healthy Longevity, essenzialmente ci dice che da un lato l’essere considerati come un gruppo a maggior rischio anche per Covid-19 crea negli anziani logicamente maggiore apprensione, dall’altro che gli stessi anziani potrebbero non solo aver paura per la malattia, ma essere preoccupati per il non ricevere, scoprendosi covid+, un trattamento adeguato, perché la comunità medica dà la priorità alla cura dei giovani.
Sono queste le due principali convinzioni che provocano reazioni emotive e psicologiche e che andrebbero contrastate con reali messaggi di affetto e di “pietas”.
Lo studio si intitola “COVID ageism as a public mental health concern”
Che cos’è l’ageismo?
L’ageismo, ci racconta Wikipedia, è un inglesismo (in inglese: Ageism) che indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età.
E’ termine coniato nel 1969 da un gerontologo statunitense, Robert Neil Butler, per indicare appunto la discrimination against seniors (it. discriminazione verso i più anziani).
Si contrappone alla pietas, “divinità astratta – racconta Treccani – dei Romani, che esprime l’insieme dei doveri che l’uomo ha sia verso gli uomini in genere e verso i genitori in specie (“iustitia erga parentes pietas nominatur”, Cic., Part. or., 78), sia verso gli dei e che in questo caso s’identifica con la religione”.
A leggere certe dichiarazioni sui social di certi politici, viene da pensare che la seconda stia parecchio cedendo il passo al primo termine, e di questo devono essere consapevoli tutti gli operatori sanitari che si relazionino con gli anziani.
Questo chiaramente agisce negativamente sulla salute mentale della popolazione anziana, in seno alla quale sintomi di malattie cognitive potrebbero non essere adeguatamente colti.
Perciò, in altre parole…lavoriamo alacremente sulla pietas, cioé sul rispetto e sulla cura dell’anziano.
Che il mondo dell’ambulanza sia, in questo contesto, una parentesi felice e di accoglienza.
COVID ageism as a public mental health concern, il PDF
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