COVID-19 nei bambini, i Pediatri: il coronavirus della seconda ondata si manifesta con cefalea, convulsioni, oltre a febbre
COVID-19 della seconda ondata si manifesta con sintomi solo parzialmente identici a quelli della fase 1. E anzi, anche l’altro dogma secondo cui il coronavirus non aveva particolare appeal per i minori è da tempo andato in frantumi: la fascia d’età 0-19 anni costituisce oggi il 10% circa dei contagiati.
Sintomi iniziali? Febbre di 24 ore, tosse, mal di gola e ostruzione nasale.
Generalmente l’infezione da Covid-19 nei bambini decorre con sintomi lievi
“La recente letteratura ha segnalato che in eta’ pediatrica l’infezione e’ correlata anche ad un aumento di manifestazioni neurologiche (cefalee e convulsioni) e neuropsichiatriche secondarie sia a lesioni anatomiche dovute al Covid, che a quadri funzionali (tic, disturbi del movimento, distonie, psicosi, ansia, fobie, depressione, mutismo, disturbi della sfera alimentare)”.
A fare il punto nel corso dell’ultimo ‘Mercoledi’Sip’ e’ Mariarosa Velletri, pediatra e consigliera junior della sezione Calabria della Societa’ italiana di pediatria (Sip), nel suo intervento sulle problematiche cliniche e organizzative dell’assistenza ospedaliera nella regione in riferimento alla pandemia.
Sono comuni, oltre ai sintomi respiratori, anche quelli gastrointestinali, “soprattutto la diarrea, seguita da vomito e dolori addominali. Infine, i bambini immunodepressi, soprattutto quelli affetti da patologia neoplastica, immunodeficienza o sottoposti a trapianto- prosegue Velletri- sembrano avere un outcome favorevole rispetto alla popolazione generale e ai pazienti con altre comorbilita’.
Probabilmente hanno una risposta immune piu’ debole con una presentazione di malattia meno aggressiva e, verosimilmente, con un decorso di malattia piu’ lieve”.
COVID-19, il quadro epidemiologico aggiornato su bambini e pazienti in età pediatrica
Nel frattempo, il quadro epidemiologico aggiornato al 27 ottobre, mostra in Calabria 3.209 casi positivi al Covid, lo 0,6% di tutti i casi presenti nella nazione.
Suddividendoli per fasce di eta’, da 0 a 19 anni si contano 57mila casi, il 10% di quelli nazionali.
“Dunque la popolazione pediatrica interessa l’infezione per il 10% ed e’ piu’ presente nel genere maschile con 30mila casi contro i 26.500 nel genere femminile”, chiarisce Velletri.
Ad agosto poi “si contavano sempre in Calabria 82 minori positivi, il 7% del totale dei casi confermati nella regione (1.169).
Erano asintomatici o paucisintomatici senza presentare necessita’ di ricovero”.
La strategia adottata per contenere la pandemia, a detta della pediatra, e’ stata quella di “separare i percorsi ospedalieri e di ridurre il numero di accessi e delle attivita’ ospedaliere non urgenti in attivazione del principio del distanziamento sociale.
Nella fascia pediatrica e’ stata posta attenzione all’accompagnamento del genitore, quindi tutte le misure di screening applicate al bambino sono state rivolte anche all’accompagnatore.
Sono stati creati degli spazi riservati sia nell’emergenza-urgenza che in ricovero, poi fuori dai pronto soccorso e’ stata posizionata una tenda pre-triage per l’individuazione dei soggetti a rischio ed e’ stata permessa la presenza di un solo genitore.
Infine, e’ stato modificato il sistema ambulatoriale, posticipando o annullando le visite non urgenti”.
Di certo in Calabria la pandemia ha influito, tanto che dati alla mano provenienti dalla sede regionale della Simeup, si contano una riduzione degli accessi al pronto soccorso del 77% e dei ricoveri del 70%.
Per valutare, quindi, l’approccio alla gestione della pandemia e le cause degli accessi nel periodo marzo-ottobre 2020, in comparazione con lo stesso periodo dell’anno precedente, e’ stata inoltre condotta un’indagine retrospettiva osservazionale attraverso la somministrazione di un questionario a tutte le unita’ operative di Pediatria della regione.
Due le informazioni principali: “Il tempo che intercorreva per avere un esito di risposta del tampone variava da 2 a 96 ore a seconda dell’Unita’ operativa- aggiunge la consigliera junior Sip Calabria- mentre tra le cause di ricovero, si sono ridotte quelle respiratorie, grazie al lockdown, successivamente da aprile sono aumentati i traumi e si osserva un trend in ascesa delle cause neurologiche- conclude Velletri- non contemplate tra i sintomi Covid nella prima fase della pandemia”.
Per approfondire:
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