Dermatite: le diverse tipologie e come distinguerle
Con il termine dermatite si indica genericamente un’infiammazione della pelle causata da vari fattori che scatenano una reazione cutanea
Che cos’è la dermatite atopica?
Nota anche come eczema costituzionale, la dermatite atopica è un’infiammazione della pelle, ad andamento cronico-recidivante, che provoca prurito della cute e arrossamento ben visibile e che in Italia interessa dal 2 all’8% circa della popolazione adulta.
La sua presenza può interferire con la vita di tutti i giorni, peggiorandone sensibilmente la qualità, perché il prurito può compromettere il buon riposo notturno e ridurre così la concentrazione nello studio o sul lavoro.
La dermatite atopica, inoltre, influisce in modo negativo anche sull’autostima e sulla socialità per via della frequente localizzazione di malattia in zone ben visibili della pelle.
Talvolta, quando la dermatite atopica diventa cronica o la persona che ne soffre si gratta continuamente, la pelle può ispessirsi (lichenificazione).
Può manifestarsi (nella sua forma infantile) fin dalla nascita con abbondante crosta lattea o nei primi mesi o anni di vita del bambino o della bambina, in genere con esordio improvviso.
La comparsa improvvisa può occorrere anche nelle persone adulte.
In genere la dermatite atopica colpisce:
- mani;
- piedi;
- piega interna del gomito;
- piega posteriore delle ginocchia;
- polsi;
- caviglie;
- viso;
- collo;
- torace;
- la zona intorno agli occhi.
Quali sono le cause della forma atopica?
La dermatite atopica ha una base multifattoriale composta da fattori genetici, ambientali e immunologici.
Le persone con dermatite atopica, a causa di un difetto nella propria barriera cutanea, entrano in contatto con vari allergeni scatenanti la risposta infiammatoria.
Fattori come il cambiamento di stagione e lo stress psicofisico possono riesacerbare il quadro clinico.
Il rapporto diretto di causa-effetto tra allergeni alimentari e dermatite atopica è considerato piuttosto raro, pertanto le diete di eliminazione, soprattutto in età pediatrica, sono considerate inutili e potenzialmente dannose.
Quali sono i sintomi della forma atopica?
La dermatite atopica si presenta con chiazze rosse (che possono essere ricoperte di vescicole, escoriazioni, croste) sulla pelle secca e pruriginosa.
Il prurito può avere gradi di intensità diversi da persona a persona e tende a peggiorare nel corso della notte.
Dermatite atopica: quali esami fare per la diagnosi?
Per la diagnosi di dermatite atopica non esistono esami specifici, ma in genere occorre una visita dermatologica con l’osservazione dei sintomi da parte dello specialista.
In alcuni casi, misurare le IgE totali può essere d’aiuto per distinguere le forme intrinseche da quelle estrinseche senza, tuttavia, un risvolto terapeutico significativo.
Come si cura la dermatite atopica e come calmare il prurito?
Il trattamento della dermatite atopica varia a seconda della gravità.
Per le forme lievi occorrono farmaci cortisonici topici, o alcuni immunomodulatori per uso locale, come il tacrolimus e il pimecrolimus.
Laddove la dermatite atopica coinvolgesse aree della cute molto estese può essere utile anche la fototerapia.
L’assunzione di antistaminici per via orale può essere indicata per tenere sotto controllo il prurito e ridurre così il grattamento.
Terapie antibiotiche locali o sistemiche possono essere utili in caso di sovrainfezione batterica (impetiginizzazione) delle lesioni.
Per le forme più severe di dermatite atopica sono indicati steroidi sistemici o altri immunosoppressori come la ciclosporina; laddove quest’ultima sia controindicata o non sia efficace, si possono utilizzare gli anticorpi monoclonali come dupilumab o tralokinumab o gli inibitori delle janus chinasi (upadacitinib, baricitinib).
Per prevenire la dermatite atopica è consigliabile:
- Evitare bagni e lavaggi troppo lunghi e frequenti perché, insieme all’uso di detergenti più o meno aggressivi, impoveriscono gli strati esterni della pelle deputati alla protezione;
- Asciugare la pelle delicatamente, tamponandola e non sfregandola;
- Evitare di indossare indumenti in fibra sintetica;
- Esporsi al sole con attenzione utilizzando filtri solari specifici e adatti al proprio tipo di pelle;
- Utilizzare quotidianamente creme idratanti-lenitive e detergenti delicati.
Dermatite atopica e uso della mascherina
L’uso prolungato della mascherina, sebbene spesso necessaria ed opportuna, nelle persone con dermatite atopica può essere responsabile di un peggioramento del quadro cutaneo.
Infatti, le mascherine sono principalmente prodotte con materiali sintetici, che comprendono sostanze allergeniche, igienizzanti e coloranti che possono portare a un aggravamento repentino dei sintomi cutanei della dermatite atopica.
In più, avendo un effetto occludente, alterano il microambiente cutaneo aumentando l’umidità e compromettendone la funzione barriera, con conseguente maggior secchezza della pelle e rischio di sovrainfezioni batteriche.
Pressione e sfregamento meccanico della mascherina sulla cute, inoltre, possono creare erosioni cutanee particolarmente dolorose su pelle atopica.
Si consiglia quindi di tenere ben idratata la pelle, e di non esitare a consultare un dermatologo in caso di necessità.
In generale, comunque, si possono adottare buone pratiche per ridurre il rischio di fastidi cutanei legati all’uso della mascherina:
- idratare la pelle utilizzando apposite creme, prodotti lenitivi ed eventualmente cortisonici locali (solo su prescrizione medica);
- usare mascherine di dimensioni adeguate al proprio volto, non eccessivamente larghe né troppo strette. La mascherina dovrebbe aderire ai profili del volto senza esercitare una pressione eccessiva;
- utilizzare prodotti non-comedogenici per il make-up onde evitare un’ulteriore occlusione dei pori.
Che cos’è la dermatite seborroica?
La dermatite seborroica si caratterizza per un’infiammazione della cute che colpisce le zone della cute ricche di ghiandole sebacee come il cuoio capelluto, i solchi naso-genieni, le aree retroauricolari, le arcate sopraciliari e la zona sternale.
In forma lieve la dermatite si manifesta con squame che non aderiscono al cuoio capelluto (note come forfora), mentre in forma più severa la malattia può anche presentarsi con placche eritematose ricoperte da squame untuose di colore tendente al giallo.
La dermatite seborroica non è contagiosa, in genere si manifesta attorno ai 30-40 anni e tende a cronicizzarsi (escluse le forme neonatali e infantili), con un interessamento maggior del sesso maschile.
Quali sono le cause della dermatite seborroica?
La causa della dermatite seborroica non è bene definita, tuttavia è noto come un’eccessiva proliferazione di lieviti del genere Malassezia, presenti comunemente sulla cute, può essere responsabile della desquamazione e dell’infiammazione.
La dermatite seborroica, inoltre, può riacutizzarsi a causa di alcuni fattori, quali:
- Squilibri ormonali (in particolare durante il cambio di stagione);
- Stress a livello psicofisico;
- Predisposizione genetica.
Quali sono i sintomi della dermatite seborroica?
La dermatite seborroica si manifesta tipicamente con:
- formazione di squame di colore bianco-giallastro che si distaccano dalla cute (note come forfora se presenti sul cuoio capelluto);
- irritazione della pelle;
- prurito;
- secchezza intensa della pelle.
Dermatite seborroica: quali esami fare per la diagnosi?
Per la diagnosi di dermatite seborroica è opportuno effettuare una visita dermatologica.
Come curare la dermatite seborroica?
Per trattare la dermatite seborroica occorre contrastare la riproduzione della Malassezia e la desquamazione: i prodotti più utilizzati sono shampoo e creme a base di ketoconazolo, ciclopirox, solfuro di selenio o acido salicilico.
Il trattamento con questi prodotti va effettuato più frequentemente quando i sintomi sono più gravi, mentre nei periodi di remissione si possono preferire shampoo delicati adeguati ai lavaggi frequenti.
I trattamenti topici in base cortisonica possono essere utili nelle forme più severe e per brevi cicli terapeutici.
Come prevenire la dermatite seborroica?
Non vi sono delle misure specifiche che consentono di prevenire l’insorgenza della dermatite seborroica.
Si consiglia tuttavia di:
- evitare bagni e lavaggi troppo frequenti e aggressivi, che rischiano di impoverire gli strati superficiali protettivi della pelle;
- evitare di grattarsi e di staccare le squame, per non alimentare un circolo vizioso di nuova infiammazione e dermatite;
- esporsi al sole con le dovute accortezze, i raggi solari infatti possono ridurre l’infiammazione.
Che cos’è la dermatite allergica da contatto?
La dermatite allergica da contatto è una reazione allergica della pelle che si scatena in seguito al contatto con sostanze chimiche o naturali che scatenano una risposta immunologica.
Queste sostanze sono chiamate allergeni e quando la pelle entra in contatto con essi si sviluppa una reazione infiammatoria che causa prurito.
Quali sono le cause della dermatite allergica da contatto?
Il contatto ripetuto con allergeni chimici o ambientali è la causa della dermatite allergica da contatto.
Possono essere allergeni:
- alcuni metalli;
- coloranti;
- resine;
- preservanti;
- olii ed essenze di piante e fiori.
La dermatite allergica da contatto può interessare qualsiasi parte del corpo, in relazione al singolo allergene, come per esempio la tinta per capelli nel caso del cuoio capelluto o il nichel nel caso dei lobi delle orecchie e dei palmi delle mani.
Quali sono i sintomi della dermatite allergica da contatto?
In genere, la dermatite allergica da contatto ha esordio improvviso e si manifesta con sintomi quali:
- chiazze rosse eritematose;
- vescicole-bolle;
- croste.
L’eruzione cutanea può anche essere pruriginosa.
Dermatite allergica da contatto: quali esami fare per la diagnosi?
Per ottenere una diagnosi di dermatite allergica da contatto, il dermatologo può effettuare il patch test, un test allergologico che permette di individuare le sostanze responsabili della dermatite.
Il test si esegue applicando sulla pelle piccole tracce di allergeni purificati utili a identificare cosa ha causato la reazione allergica.
L’esame è utile anche per distinguere le forme di dermatite allergica da quelle da irritative da contatto.
Il risultato del patch test viene poi messo in relazione con le informazioni cliniche del paziente, così da valutare un’eventuale correlazione tra dermatite e contatto con il potenziale allergene.
Come si cura la dermatite allergica da contatto?
Il primo passo per il trattamento di questa forma di dermatite è evitare qualsiasi contatto con l’allergene responsabile della reazione.
Una crema a base di cortisone può essere utile per tenere sotto controllo l’eruzione cutanea.
Infine, è consigliabile lavare la pelle con detergenti delicati e utilizzare dopo il lavaggio prodotti idratanti ed emollienti.
Come prevenire la forma allergica da contatto?
L’unico modo per prevenire la dermatite allergica da contatto è evitare il contatto con gli allergeni responsabili della reazione, una volta noti.
Che cos’è la dermatite irritativa da contatto?
La dermatite irritativa da contatto è un’infiammazione della pelle conseguente ad alcuni stimoli chimici e fisici.
Solitamente colpisce zone come mani, collo e volto, esposte al contatto con l’esterno, anche se una tipica dermatite irritativa è la dermatite da pannolino che colpisce appunto l’area cutanea coperta dal pannolino per via del contatto prolungato con le feci e le urine.
Quali sono le cause della dermatite irritativa da contatto?
La dermatite irritativa è frutto del contatto ripetuto e/o prolungato con stimoli irritanti.
Tra le sostanze che più spesso la scatenano ricordiamo:
- tensioattivi, alcoli, antisettici, contenuti in detergenti per la casa ma anche per la persona;
- solventi, acidi, caustici, lana di vetro, frequenti soprattutto in contesti professionali;
- sostanze rilasciate da alcune piante.
Quali sono i sintomi della forma irritativa da contatto?
Poco dopo il contatto con l’agente irritante o a distanza di qualche ora, la pelle va incontro a una reazione infiammatoria locale.
In genere compaiono improvvisamente chiazze arrossate più o meno estese, e possono manifestarsi anche:
- vescicole;
- erosioni cutanee;
- desquamazione;
- croste.
L’eruzione cutanea si associa a bruciore/calore o prurito che spinge a grattarsi, col rischio di favorire sovra-infezioni.
Talvolta, col tempo si può sviluppare una sensibilizzazione nei confronti della sostanza irritante, che magari inizialmente non aveva dato particolari problemi, tanto da diventare allergici alla stessa, con conseguente comparsa di dermatite allergica da contatto.
Dermatite irritativa da contatto: quali esami fare per la diagnosi?
Per la diagnosi in genere è sufficiente la visita dermatologica.
Test allergologici (come il patch test) possono essere utilizzati per escludere una forma allergica.
Come si cura la dermatite irritativa da contatto?
In presenza di dermatite da contatto irritativa, possono essere prescritte creme lenitive e, nei casi con una forte reazione infiammatoria, creme cortisoniche da utilizzare per un breve lasso di tempo.
Come prevenire la forma irritativa da contatto?
Per prevenire l’insorgenza e le recidive meglio evitare il contatto ripetuto e prolungato con sostanze irritanti, sebbene questa accortezza possa essere più complessa da attuare per chi vi è esposto per motivi professionali.
In generale, per evitare il contatto con l’agente irritante, può rendersi necessario l’uso di guanti, preferibilmente foderati con cotone all’interno, durante la manipolazione di prodotti chimici o in caso di contatto con piante, ed evitare lavaggi eccessivi delle mani, che potrebbero indebolire la barriera cutanea e favorire la penetrazione delle sostanze irritanti.
Inoltre, si raccomanda l’applicazione di creme emollienti in grado di ripristinare i lipidi, rimossi dalle sostanze irritanti, che contribuiscono alla funzione barriera cutanea.
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