Dipendenza da alcol (alcolismo): caratteristiche e approccio al paziente
L’alcolismo (o dipendenza da alcol) è certamente una delle situazioni con le quali un equipaggio di ambulanza deve confrontarsi con maggiore frequenza
L’abuso di sostanze alcoliche, infatti, è estremamente diffuso e costringe in taluni casi a chiamate ai numeri di emergenza.
Uno sguardo d’insieme, per capirne i confini e per inquadrare correttamente il paziente, è quindi necessario.
L’alcolismo (o dipendenza da alcol) è caratterizzato da un comportamento di ricerca compulsiva di bevande alcoliche e da assuefazione e tolleranza (per raggiungere un effetto desiderato la persona è “costretta” a bere quantità sempre maggiori di bevande alcoliche).
L’interruzione del consumo causa la sindrome da astinenza (caratterizzata da tachicardia, tremori, nausea e vomito, agitazione, allucinazioni, convulsioni).
Gli effetti dell’alcolismo interferiscono pesantemente con la salute della persona e con la sua vita lavorativa, relazionale e sociale
Come gli altri Disturbi da Dipendenza da Sostanze, la dipendenza da alcol va considerata una condizione cronica ad alto rischio di ricaduta.
Le ricerche suggeriscono che i pazienti con alcolismo hanno difficoltà nell’intraprendere un cambiamento per conto proprio e che il problema centrale, come in altri problemi di dipendenza, è mantenere il cambiamento nel tempo (Annis, 1986). Alcuni fattori tipici di ricaduta sono:
Situazioni ad “alto rischio”: stati emotivi negativi (rabbia, ansia, depressione, frustrazione, noia), situazioni interpersonali (in special modo di conflitto), pressione sociale (ad esempio essere con altre persone che stanno bevendo) o perfino stati emotivi positivi (desiderio di mettere alla prova la propria forza di volontà).
Nella misura in cui un paziente è esposto ad una situazione ad “alto rischio”, l’esito o meno verso una ricaduta dipende dalla capacità di “coping”, ovvero la capacità di far fronte con strategie comportamentali, cognitive o di regolazione emotiva alla situazione.
Aspettative sugli effetti positivi dell’alcol nel far fronte a situazioni di malessere intra o interpersonale (maggiore è questa aspettativa, maggiore è il rischio di ricaduta nell’alcolismo).
Effetto “violazione dell’astinenza” ovvero l’attribuzione di significato che il paziente fa rispetto alla violazione dell’astinenza: ad esempio, una attribuzione legata a vissuti di fallimento personale e inadeguatezza anziché ad una non ancora completa abilità nell’affrontare situazioni ad “alto rischio”, porta più facilmente ad una seconda violazione e all’abbandono del trattamento della dipendenza da alcol (Larimer, Palmer, & Marlatt, 1999).
Variabili esistenziali in termini generici di “stress” (es. lavoro, famiglia, ecc.).
Fattori cognitivi che possono ripristinare le condizioni associate alla ricaduta (razionalizzazione, negazione, desiderio di gratificazione immediata, craving, etc.).
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è l’approccio che le evidenze scientifiche raccomandano come trattamento di prima scelta (in associazione al trattamento farmacologico) nelle dipendenze da alcol (Linee Guida dell’American Psychiatric Association, APA).
Il primo obiettivo del trattamento è quello della sospensione del comportamento di abuso di sostanza.
Tale obiettivo può esser perseguito attraverso l’utilizzo di diverse tecniche: dall’identificazione e gestione degli “stimoli triggers” (stimoli “grilletto” che precedono immediatamente gli episodi di abuso di alcol), all’analisi e messa in discussione delle credenze disfunzionali su di sé, sull’altro e sulla relazione; dall’incremento dell’assertività e dalla promozione della capacità di regolazione emotiva al monitoraggio degli aspetti di “discontrollo” degli impulsi.
Un ulteriore strumento, utilizzato con successo nella terapia cognitivo comportamentale della dipendenza da alcol è quello della “analisi funzionale”: eseguita insieme al paziente, essa ha lo scopo di porre l’attenzione sui fattori che precedono immediatamente il comportamento di uso di alcol e sulle sue conseguenze positive e negative.
Dall’analisi dei singoli episodi, si guida poi il paziente alla scoperta dei nessi causali che favoriscono l’insorgenza di un comportamento di uso e dei meccanismi rinforzanti che mantengono l’alcolismo nel tempo (fino a quando cioè non si instaura la dipendenza patologica da alcol).
Fatto ciò si accompagnano i pazienti verso modalità alternative di gestione degli antecedenti del comportamento problematico e si sostengono nella ricerca di modalità alternative “sane” di conseguire gli effetti positivi dati prima dalla assunzione di alcol (ad esempio la riduzione dello stress, la gestione di un vissuto emotivo doloroso, etc…).
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