Distomatosi polmonare: sintomi, diagnosi e cura della paragonimiasi
La distomatosi polmonare (o paragonimiasi) è un’infezione a carico dell’apparato polmonare, causata dal parassita Paragonimus westermani, che vive e si sviluppa in numerose specie (ospiti paratenici o definitivi)
Le zone maggiormente esposte al rischio di infezione sono le aree ad elevata contaminazione delle acque.
Come si trasmette la paragonimiasi
L’infezione può essere trasmessa da insetti vettori o da animali che vivono nelle acque inquinate.
Il ciclo di contaminazione ha inizio dalle uova del parassita che possono essere eliminate attraverso le feci o attraverso l’espettorato.
Le uova, oltre ad inquinare le acque, si trasformano in larve (le metacercarie) che, a loro volta, sono preda dei crostacei.
La trasmissione delle metacercarie si propaga fino all’uomo con l’ingestione di queste specie animali poco cotte o crude o bevendo acqua contaminata.
I parassiti dall’intestino sono in grado di perforare ed introdursi nel peritoneo; quindi, raggiungere il diaframma per localizzarsi nei bronchi, dove si trasformano in vermi adulti e sono in grado di sopravvivere per molto tempo, riproducendo il ciclo biologico.
Come si manifesta la distomatosi polmonare
L’attacco del parassita al sistema immunitario produce una serie di complicanze a catena che iniziando con la Bronchite possono degenerare fino a provocare un’insufficienza respiratoria.
Tra le possibili complicanze della distomatosi polmonare si annoverano danni al sistema cerebrale e muscolare (la sintomatologia dipende dalla localizzazione del parassita).
Tuttavia, è doveroso segnalare che questi ultimi sono di rara manifestazione.
L’infezione si diagnostica sottoponendo il soggetto a radiografia polmonare, indagini sierologiche e l’esame dell’espettorato.
Terapia per la distomatosi polmonare
Al momento non esiste un’adeguata vaccinazione, ma è in uso un adeguato trattamento farmacologico.
Anche in questo caso, come per altre infezioni da parassiti, la prevenzione ha un ruolo determinante e, fondamentalmente, si basa su poche ma elementari norme di igiene:
- evitare di mangiare crostacei, molluschi o pesce di acqua dolce non adeguatamente cotti;
- trattare l’acqua in maniera adeguata prima di ingerirla;
- evitare di immergersi nelle acque di zone considerate a rischio.
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