Disturbo d’ansia generalizzato: sintomi, diagnosi e terapia

Il disturbo d’ansia generalizzato, detto anche DAG o GAD, secondo la formula inglese, è una forma clinica dei disturbi d’ansia. È un problema che interessa prevalentemente le donne (1,5:1), ed è stato stimata una prevalenza nel 3-5% della popolazione

Molto spesso sottovalutato, non solo dai pazienti ma anche dai medici, può – ma solo ed esclusivamente in casi del tutto estremi – anche comportare un aumento del rischio di suicidio.

Come implica il nome, l’ansia che caratterizza il disturbo non è concentrata o elicitata da un particolare oggetto o situazione (ovvero, è aspecifica)

Nel commentare le sue difficoltà il paziente è di solito assai preciso e appropriato nel riconoscere per primo la discrepanza tra dimensione reale delle difficoltà da affrontare e quota d’ansia che queste evocano, ma non riesce a fare a meno di preoccuparsi.

Il disturbo è cronico: di solito si presenta in età precoce, tanto che il paziente riferisce di essere ansioso “da sempre”.

Sintomi del disturbo d’ansia generalizzato

I sintomi caratteristici sono quelli degli stati d’allarme, contraddistinti da una condizione psichica di generale attesa apprensiva, e da numerosi segni e sintomi fisici di attivazione vegetativa (hyperarousal): si può presentare emicrania, palpitazioni, vertigini e insonnia, difficoltà a concentrarsi, tensione muscolare, irrequietezza.

Oltre a questi sintomi, prettamente “fisici” se ne possono accompagnare di cognitivi quali ad esempio: sensazione di testa vuota, derealizzazione e depersonalizzazione.

Possono esservi associati disturbi del sonno, come interruzioni o risvegli precoci; a volte i soggetti affetti si svegliano a metà della notte e rimangono in uno stato di tensione, riuscendo con difficoltà a riprendere il sonno.

Diagnosi del disturbo d’ansia generalizzato

Criteri diagnostici (DSM 5 – 2013)

  • Eccessiva ansia e preoccupazione, che si verificano nella maggioranza dei giorni, per almeno 6 mesi, riguardo numerosi eventi o attività (lavoro, scuola, vita sociale).
  • L’individuo trova difficile controllare la preoccupazione
  • L’ansia e la preoccupazione sono associati a 3 o più dei seguenti sintomi:
  • Irrequietezza
  • Facile affaticabilità
  • Difficoltà di concentrazione
  • Irritabilità
  • Tensione muscolare
  • Turbe del sonno

L’ansia, la preoccupazione o i sintomi fisici causano disagio clinicamente significativo o ostacolano le aree di funzionamento sociale o lavorativo.

Il disturbo non è attribuibile ad effetti fisiologici di sostanze o altra condizione medica.

Il disturbo non è meglio spiegato da sintomi di altri disturbi psichici

Terapia

La terapia si è avvalsa per molti anni delle benzodiazepine; per quanto farmaci sicuri e con pochi effetti collaterali, il loro limite è rappresentato dall’insorgenza di tolleranza e dipendenza nell’uso a lungo termine.

Per tali motivi recentemente si utilizzano con discreto successo gli SSRI.

Il buspirone, ansiolitico della classe degli azapironi, ha nel GAD una delle sue indicazioni elettive.

È un agonista serotoninergico (5-HT1A) e antagonista dopaminergico presinaptico.

Rispetto alle BZD ha come vantaggi la selettiva azione ansiolitica, l’assenza di effetti di sommazione con l’alcol, l’assenza di sedazione e miorilassamento, l’assenza di depressione respiratoria e l’impossibilità di dare dipendenza.

L’effetto ansiolitico del buspirone ha però una latenza di circa 10-15 giorni.

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Fonte dell’articolo:

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