Disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: cause, sintomi, diagnosi, terapie, farmaci
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità (da cui l’acronimo DOCP), in inglese “Obsessive–compulsive personality disorder” (da cui l’acronimo OCPD) è un disturbo di personalità caratterizzato da: preoccupazione per l’ordine e per le regole, difficoltà a portare a termine i propri compiti, perfezionismo, rigidità su questioni di etica e di moralità, bisogno di controllo nel lavoro, bisogno di controllo nelle relazioni interpersonali
Come sempre avviene in psichiatria, essendo tali aspetti riscontrabili anche nella popolazione sana, sono considerati patologici quando arrivano ad interferire con la capacità di lavorare e di sviluppare relazioni sociali e/o intime, allora è opportuno diagnosticare la presenza di un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità. Il disturbo ossessivo-compulsivo è incluso nel gruppo C (cluster C) dei disturbi di personalità, che racchiude tre disturbi di personalità caratterizzati da una bassa autostima e/o forte ansia e per i quali le persone appaiono spesso ansiose o paurose.
Il cluster C include, oltre al disturbo ossessivo-compulsivo, anche:
- il disturbo evitante di personalità: chi ne soffre tende a evitare in modo assoluto le situazioni sociali per la paura dei giudizi negativi degli altri, presentando quindi una marcata timidezza;
- il disturbo dipendente di personalità: chi ne soffre presenta un marcato bisogno di essere accudito e seguito da parte degli altri, delegando quindi tutte le proprie decisioni.
Il “disturbo ossessivo-compulsivo di personalità” viene anche chiamato “disturbo di personalità ossessivo-compulsivo”: le due denominazioni sono sinonimi.
Cause del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Le cause non sono ancora del tutto chiare, ma si pensa ad una eziologia multifattoriale in cui su una predisposizione genetica si innescano infatti fattori ambientali, come ad esempio l’educazione, l’istruzione e/o eventi stressanti o shoccanti.
Un peso importante nell’insorgenza di questo disturbo è, molto probabilmente, essere assunto dai genitori, spesso affetti loro stessi dal disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.
Spesso è solo uno dei due genitori a soffrirne, tuttavia è statisticamente il genitore che più tempo passa con i figli, cioè la madre.
Ecco una serie di caratteristiche presenti nei genitori di questi pazienti che sembrano indirizzare i figli allo stesso disturbo:
- ipercontrollo da parte dei genitori;
- uso di punizioni eccessive quando il bambino fuoriesce anche di poco dagli standard prefissati;
- poca emotività dei genitori;
- inibizione dell’espressione delle emozioni ed il contatto con esse;
- spinta al rendere il figlio autonomo senza tuttavia associare un adeguato sostegno nell’esplorazione del mondo esterno;
- eccessiva indulgenza, durante i primi anni di vita del figlio ed elevati standard morali, associati a richieste eccessive irrealistiche di maturità e responsabilità negli anni successivi.
Sintomi e segni del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Come già accennato all’inizio dell’articolo, i pazienti che presentano un disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, presentano alcuni comportamenti caratteristici, tra cui è possibile annoverare:
- applicazione rigida delle regole in cui credono;
- scrupolosità di moralità e di etica;
- organizzazione rigida della vita quotidiana;
- dedizione eccessiva al lavoro;
- perfezionismo;
- elaborazione di rigidi schemi e liste relativi allo svolgimento di un compito;
- accumulo di oggetti di nessun valore;
- accumulo di informazioni di nessun valore;
- avarizia;
- comportamenti interpersonali formali, educati e corretti;
- comportamento giudicante, critico, controllante e punitivo nei confronti di altre persone (parenti, amici, partner, colleghi…);
- tendenza all’ordine e all’organizzazione attraverso il ricorso a liste, schemi, rigide geometrie spaziali e mentali;
- comportamento compiacente nei confronti di figure che reputano autorevoli;
- riluttanza a delegare lo svolgimento di un compito agli altri, dal momento che tale compito sarebbe svolto sicuramente peggio rispetto a quello svolto in modo autonomo;
- scarsa collaborazione nei gruppi di lavoro;
- insistenza nel costringere i subordinati ad aderire al proprio metodo di lavoro;
- difficoltà ad esprimere i propri stati d’animo;
- difficoltà a manifestare emozioni di calore e di premura verso gli altri;
- tendenza a trattenere i propri sentimenti aggressivi;
- testardaggine;
- ansia se qualcosa non va esattamente come previsto o come “dovrebbe andare”;
- ansia se non c’è “ordine”;
- non accettare di sbagliare o di aver commesso errori;
- rabbia nei confronti delle persone che, secondo il proprio metro di valutazione, non ce la “mattono tutta”;
- attenzione maniacale a tutto quello che li circonda;
- desiderio di controllo su “tutto”;
- avere regole personali che difficilmente possono cambiare, anche se altre persone gli dimostrano che potrebbero essere migliorate o errate;
- comportamento passivo-aggressivo;
- accumulo di denaro in vista di catastrofi future (la cui previsione è però immotivata).
Differenze tra disturbo ossessivo-compulsivo e disturbo ossessivo-compulsivo di personalità
Molti, anche in ambiente sanitario, confondono il disturbo ossessivo-compulsivo con il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità.
Le differenze sono relativamente sfumate, eppure sono presenti, basti pensare che il il disturbo ossessivo-compulsivo è un disturbo d’ansia, mentre il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità è appunto un disturbo di personalità.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità si distingue dal disturbo ossessivo-compulsivo prevalentemente per due fattori:
- nel disturbo di personalità di solito vi è assenza di reali ossessioni e compulsioni (che invece sono presenti nel disturbo ossessivo-compulsivo e costringono la persona a ripetere più volte la stessa azione)
- chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo è tormentato da pensieri ricorrenti dal contenuto spiacevole e spinto a mettere in atto comportamenti ritualistici: tale modo di vivere è riconosciuto dal soggetto stesso come problematico e desidera liberarsene (è “egodistonico”); chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, invece, raramente prova disagio a causa delle proprie caratteristiche di personalità e, piuttosto, le considera come altamente adattive ed utili per affrontare la propria vita, il lavoro e le relazioni (è “egosintonico“).
Diagnosi
La diagnosi viene effettuata dal medico in base all’anamnesi ed alle caratteristiche del paziente, servendosi dei criteri riportati di seguito (i i più aggiornati sono quelli del DSM-5):
Diagnosi secondo il criterio DSM-IV-TR
La classificazione ufficiale del DSM-IV-TR prevede la presenza di almeno quattro dei seguenti sintomi:
- Preoccupazione eccessiva per le liste, i dettagli e l’organizzazione a discapito dell’obiettivo generale
- Perfezionismo che interferisce con la riuscita di un lavoro in tempi rapidi
- Eccessiva dedizione al lavoro (non giustificata da necessità economiche) con conseguente riduzione del tempo dedicato ad attività ricreative
- Incapacità a gettare oggetti vecchi o inutili, anche quando privi di valore affettivo
- Inflessibilità su posizioni etiche e/o morali (non giustificate dall’appartenenza politica o religiosa)
- Riluttanza a delegare compiti o a lavorare in gruppo
- Stile di vita eccessivamente parsimonioso sia verso se stessi che verso gli altri
- Rigidità e testardaggine.
Diagnosi secondo il criterio ICD-10
La classificazione dell’ICD-10 (nel quale il disturbo viene chiamato in inglese Anankastic personality disorder, “Disturbo anancastico della personalità”) prevede la presenza di almeno quattro dei seguenti sintomi:
- Eccesso di indecisione e prudenza
- Preoccupazione verso dettagli, regole, liste, ordine e organizzazione a discapito dello scopo generale dell’attività
- Perfezionismo che interferisce con la riuscita di un lavoro
- Scrupolosità e responsabilità eccessive
- Dedizione al lavoro e alla produttività con conseguente svalutazione delle attività ricreative e delle relazioni interpersonali
- Eccessiva pedanteria e adesione alle convenzioni sociali
- Rigidità e ostinazione
- Necessità di controllo costante ed esigenza che gli altri agiscano esattamente secondo le disposizioni del soggetto.
Diagnosi secondo il criterio DSM-5
Per una diagnosi del disturbo di personalità ossessivo-compulsivo, i pazienti devono avere
- Un modello persistente di preoccupazione per l’ordine; perfezionismo; e controllo di sé, degli altri e delle situazioni
Questo modello è evidenziato dalla presenza di ≥ 4 delle seguenti:
- Preoccupazione per dettagli, regole, programmi, organizzazione ed elenchi
- Sforzo di fare qualcosa di perfetto che interferisce con il completamento del compito
- Eccessiva devozione verso il lavoro e la produttività (non a causa di necessità finanziarie), con conseguente abbandono delle attività per il tempo libero e per gli amici
- Eccessiva coscienziosità, meticolosità e inflessibilità per quanto riguarda le questioni ed i valori etici e morali
- Mancanza di volontà di buttare oggetti usurati o senza valore, anche quelli che non hanno valore sentimentale
- Riluttanza a delegare o a lavorare con altre persone a meno che queste persone non decidano di fare le cose esattamente come i pazienti vogliono
- Un approccio avaro nello spendere per se stessi e per gli altri perché vedono il denaro come qualcosa da conservare per futuri disastri
- Rigidità e testardaggine.
I sintomi devono avere inizio nella prima età adulta.
La diagnosi differenziale si pone con varie patologie e condizioni, tra cui:
- disturbo ossessivo-compulsivo;
- disturbo evitante di personalità;
- disturbo schizoide di personalità;
- disturbo narcisistico di personalità;
- disturbo antisociale di personalità;
- disturbo post-traumatico da stress;
- fobia sociale;
- ipocondria;
- depressione;
- sindrome di Asperger;
- disturbo narcisistico di personalità;
- attacchi di panico;
- agorafobia;
- sintomi simili determinati da uso di droghe.
In alcuni casi il disturbo di personalità ossessivo-compulsivo può presentarsi contemporaneamente ad una o più condizioni e patologie prima elencate, rendendo la diagnosi più difficoltosa
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità non deve inoltre essere confuso con un semplice stile di vita orientato alla precisione e all’ordine o con tratti ossessivi-compulsivi.
Sebbene questi sintomi facciano parte della popolazione adulta affetta da DOCP, il disturbo di personalità – come già affermato all’inizio di questo articolo – viene considerato tale solo quando arriva ad interferire con la vita del soggetto, quindi con la capacità di lavorare e di sviluppare relazioni sociali e/o intime.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità può essere confuso con il disturbo narcisistico di personalità poiché hanno in comune una tendenza al perfezionismo.
Esistono differenze: mentre i pazienti con disturbo narcisistico di personalità tendono a credere di aver raggiunto standard assolutamente perfetti – senza autocritica né tendenza ad ulteriore miglioramento – al contrario i pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità tendono a credere di non aver raggiunto la perfezione, rimanendo in genere insoddisfatti dei risultati ottenuti ed autocritici verso sé stessi.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità può essere accomunato al disturbo narcisistico di personalità e al disturbo antisociale di personalità in quanto tutti e tre i disturbi sono accumunati dall’avarizia, ma, mentre nel disturbo ossessivo-compulsivo si è avari sia verso gli altri che verso sé stessi, negli altri due disturbi si è invece avari solo verso gli altri (e NON verso sé stessi).
I pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo di personalità presentano un’importante compromissione della vita sociale, lavorativa ed affettiva
Da un punto di vista sociale, l’eccessiva dedizione al lavoro ed alla produttività, unita all’avarizia, porta spesso i soggetti ad escludere le attività di svago e ad allontanare le amicizie.
Da un punto di vista professionale, la tendenza al perfezionismo ed all’organizzazione dettagliata delle attività – pur se apparentemente ed in certi casi realmente efficace nel lavorare in modo efficiente – potrebbe interferire con la capacità di portare a termine i compiti programmati e di prendere decisioni.
Altre caratteristiche che possono impedire lo svolgimento, soprattutto di alcuni tipi di lavoro, sono la riluttanza a delegare ad altri lo svolgimento dei compiti, la difficoltà nell’inserirsi all’interno di un gruppo di pari, il rapporto di eccessivo controllo dei sottoposti.
Da un punto di vista affettivo, il paziente ha difficoltà ad accedere ed esprimere le proprie emozioni e stati d’animo e ciò interferisce con la formazione di relazioni intime a lungo termine.
A ciò contribuisce la tendenza a controllare troppo il partner, ad avere su di lui eccessive aspettative ed a controllare in modo eccessivo gli ambienti e le routine casalinghe.
Il trattamento del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità include vari tipi di terapie e strumenti, che possono essere usati anche in sinergia:
- psicoterapia psicodinamica;
- terapia cognitivo-comportamentale;
- medicina narrativa;
- terapia espositiva;
- terapia dell’esposizione narrativa;
- terapia farmacologica.
Il trattamento è in genere complicato dalla rigidità del paziente, dall’ostinazione, e dalla necessità di controllo, che possono essere frustranti per i terapeuti; ricordiamo inoltre che spesso questo disturbo è egosintonico, cioè è visto dal paziente come un ottimo mezzo per affrontare la vita lavorativa e sociale, quindi non viene visto come una malattia da curare.
La terapia psicodinamica e la terapia cognitivo-comportamentale possono aiutare i pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità; in alcuni casi si associano farmaci appartenenti alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina può risultare utile.
Terapia cognitivo-comportamentale
Nell’ambito della terapia cognitivo-comportamentale del disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, gli obiettivi del trattamento vengono concordati in collaborazione tra paziente e terapeuta quindi sono diversi da paziente a paziente.
Gli obiettivi che la terapia cognitivo comportamentale, sono:
- abbassare standard di prestazione e di obiettivi patologicamente elevati;
- apprendere strategie per la gestione delle situazioni problematiche;
- favorire l’accettazione dei propri stati d’animo e delle proprie emozioni;
- ridurre gli stati negativi di irritabilità e ansia;
- diminuire la tendenza ad evitare situazioni che sono al di fuori delle proprie regole rigide;
- favorire la flessibilità su questioni di moralità ed etica;
- aumentare la capacità di rilassarsi in attività di svago;
- sviluppare l’abilità di instaurare relazioni più rilassate, informali, ed intime;
- abbandonare condotte compiacenti da una parte, dominanti dall’altra;
- gestire le situazioni dove non si può “controllare tutto”.
Il metodo per il raggiungimento di tali obiettivi, usa queste strategie:
- individuare, metter in discussione e modificare le convinzioni di base circa sé stessi ed il mondo;
- identificare ed interrompere i circoli viziosi che si instaurano tra emozioni, pensieri e comportamenti;
- accettare sé stessi ed i propri limiti;
- apprendere tecniche di rilassamento;
- l’esposizione alle situazioni temute (ad esempio situazioni non controllabili dal paziente).
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