Ecografia e mammografia: quali le differenze e le finalità di questi 2 esami così importanti per ogni donna
Ecografia e mammografia: il carcinoma della mammella è una neoplasia di grande rilevanza epidemiologica, essendo il tumore più frequentemente diagnosticato nelle donne
Secondo recenti statistiche, nel 2020 sono state stimate 2,3 milioni di diagnosi di tumore mammario in tutto il mondo con 685000 morti.
Mammografia
È stato dimostrato che lo screening mammografico porta ad evidenti benefici in termini di riduzione della mortalità per cancro al seno.
La mammografia, infatti, è uno strumento indispensabile per l’identificazione del carcinoma mammario, poiché consente di individuarlo nei suoi stadi più precoci.
La mammografia viene consigliata e praticata:
• nelle donne asintomatiche per controlli di screening periodici, consigliabili a partire dai 40 anni;
• nelle donne sintomatiche ossia tutte coloro che presentano alterazioni alla mammella, retrazioni cutanee, del capezzolo, secrezioni siero-ematiche, noduli palpabili;
• nelle donne operate per i controlli di follow-up.
L’esame si esegue mediante un mammografo, apparecchio che impiega radiazioni ionizzanti, e prevede solitamente l’acquisizione di 2 proiezioni per ogni mammella.
Queste 2 proiezioni sono ottenute con angolazioni diverse per una rappresentazione completa della ghiandola mammaria.
La mammografia è l’esame di riferimento nella diagnostica senologica, poiché dotato di una buona sensibilità e specificità, rapidità di esecuzione ed è largamente disponibile sul territorio.
Questo esame permette di valutare segni mammografici indicatori di lesione come le opacità, le microcalcificazioni (alle volte unico segno di tumore), le distorsioni architetturali e le asimmetrie di densità.
Tuttavia, nelle donne con seno ad elevata densità, la sensibilità della mammografia si riduce a causa delle sovrapposizioni dei tessuti fibro-ghiandolari.
Questo fenomeno può, alle volte, mascherare eventuali lesioni localizzate nel loro contesto o dar luogo a false immagini.
In tali casi, la mammografia viene completata con l’ecografia, che ha una buona sensibilità nelle mammelle dense.
Ecografia Mammaria
L’ecografia mammaria è parte fondamentale della diagnostica senologica, si fonda sull’uso degli ultrasuoni e viene svolta con sonde lineari ad alta frequenza.
I suoi vantaggi consistono nell’assenza di radiazioni ionizzanti, nell’ampia disponibilità e nel basso costo.
È l’esame di elezione nelle donne giovani, in gravidanza o in allattamento, mentre viene svolta a completamento della mammografia negli altri casi.
L’ecografia mammaria è indicata:
• in caso di reperti dubbi o sospetti alla mammografia,
• in donne sintomatiche,
• in donne asintomatiche con elevato rischio eredo-familiare
• come guida per procedure interventistiche.
L’imaging ecografico consente di differenziare le lesioni di tipo liquido da quelle di tipo solido, di valutare le caratteristiche delle lesioni al fine di fornire un giusto grado di sospetto, di studiare i linfonodi loco-regionali, le cicatrici chirurgiche in donne operate ed i tessuti periprotesici in caso di impianti protesici.
L’ecografia tuttavia non è in grado, se non occasionalmente, di identificare le microcalcificazioni
Uno dei limiti di questo esame consiste nella scarsa riproducibilità, trattandosi di un esame operatore-dipendente.
Per tale ragione deve essere eseguito in maniera sistematica e riproducibile, valutando tutti i settori di entrambe le mammelle ed i cavi ascellari, secondo molteplici scansioni.
I nostri Consigli e Suggerimenti / Vademecum:
Mammografia ed ecografia sono 2 esami complementari, la cui associazione consente di ottenere una maggiore accuratezza diagnostica nella valutazione delle lesioni mammarie, soprattutto nelle mammelle dense.
• Donne asintomatiche – eseguire regolari controlli clinici, mammografici integrati eventualmente all’ecografia (a partire dai 40 anni).
• Donne con sintomi – sottoporsi tempestivamente all’esame clinico, ad un’ecografia (per le donne più giovani) o ad una mammografia associata all’ecografia per escludere o confermare il sospetto clinico.
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