Elettrocardiografia: cos’è e come si fa
Elettrocardiografia, quanto è importante? I controlli di routine per la nostra salute sono davvero molto importanti
Tra questi rientra sicuramente l’ECG, l’elettrocardiografia, o elettrocardiogramma, un esame diagnostico assolutamente indolore e che ci può dire molto sul nostro stato di salute.
Solitamente viene eseguito durante controlli programmati o quando si sospetti un qualche disturbo all’apparato cardiocircolatorio.
Oggi questo esame permette di identificare la presenza di disturbi nel ritmo cardiaco e di prevenire perfino gravi complicazioni.
Elettrocardiografia, come funziona
Siamo ormai abituati a chiamarlo elettrocardiogramma, un esame semplice che può prevenire importanti problemi all’apparato cardiocircolatorio.
L’elettrocardiografia è infatti un monitoraggio neurofisiologico che registra l’attività elettrica inerente le contrazioni cardiache
La registrazione di questa attività elettrica viene effettuata mediante elettrocardiografo.
L’elettrocardiografo è uno strumento diagnostico, una sorta di registratore che è collegato a degli elettrodi.
Questi vengono posizionati nei polsi e nelle caviglie e in sei punti del torace in modo da effettuare una registrazione dell’attività cardiaca per poi trasmetterla all’apparecchio.
Gli impulsi elettrici rilevati vengono trascritti su un foglio di carta millimetrata a una velocità di 25 mm di carta al secondo, questo tracciato si chiama elettrocardiogramma.
L’elettrocardiogramma
Normalmente l’elettrocardiogramma è costituito, per ogni ciclo cardiaco, da un certo numero di deflessioni in successione cronologica seguita da un periodo di riposo cardiaco, le diastole.
Questo esame è molto semplice e non comporta effetti collaterali, può essere eseguito anche sotto sforzo, quindi parliamo di elettrocardiografia dinamica, qualora il medico reputi opportuno eseguire anche questo tipo di indagine.
C’è poi un tipo di ECG che viene invece eseguito in modo più invasivo.
Mediante l’introduzione di un catetere in un vaso, si va a registrare l’attività cardiaca del cuore introducendo al suo interno degli elettrodi.
In questo caso, però, stiamo parlando di elettrocardiografia endocavitaria ed è una variante dell’ECG molto meno utilizzata.
Mediante l’elettrocardiogramma si può valutare la condizione del muscolo cardiaco e si possono anche rilevare disturbi metabolici.
Quando si effettua l’elettrocardiografia
In genere l’elettrocardiografia viene prescritta dal proprio medico di base assieme ad altri esami in modo da accertare eventuali problematiche, quindi si può trattare di un esame di routine.
Solitamente dopo i 40 anni si consiglia di effettuare controlli periodici che possono essere più frequenti con l’avanzare dell’età, ma questo in assenza di patologie particolari.
Se vi sono delle familiarità a problemi cardiaci o se si hanno più di 60 anni, è bene chiedere al proprio medico ogni quanto effettuare dei controlli in modo da prevenire disturbi dell’apparato cardiocircolatorio.
Quando l’elettrocardiografia serve d’urgenza
Purtroppo ci sono condizioni in cui un elettrocardiogramma può essere effettuato con una certa urgenza, come quando si ravvisa un dolore al petto o diversi disturbi che possono far sospettare un problema cardiologico.
Un dolore al petto non è sintomo di infarto, potrebbe trattarsi di diverse cose, per questo è bene, soprattutto in determinate situazioni, non perdere tempo ed esporre il problema al medico.
Cosa si individua con l’ECG
Ci sono diverse patologie a carico dell’apparato cardiovascolare, molte di queste possono essere individuate mediante ECG, vediamone alcune:
- infarto del miocardio: causato da un interruzione improvvisa dell’afflusso di sangue al cuore;
- aritmie: se il cuore batte troppo lentamente, bradicardia, o se il cuore batte troppo velocemente, tachicardia;
- cardiopatia ischemica: interruzione o blocco dell’afflusso di sangue l cuore causato dal restringimento dell’arteria coronaria.
Tipologie di ECG
Come avevamo visto prima ci sono diverse metodologie per eseguire questo esame, ecco i principali:
- ECG a riposo: in posizione sdraiata e supina;
- ECG sotto sforzo: eseguito durante un esercizio fisico a intensità crescente, con una cyclette o un tapis roulant;
- ECG dinamico: si esegue con holter cardiaco, quindi monitorando l’attività quotidiana per un paio di giorni.
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