Emergenza COVID-19, “gli infermieri stanno affrontando un trauma di massa”: la denuncia CNAI
L’emergenza COVID-19, proprio in virtù del carattere congiunturale del termine “emergenza”, avrebbe dovuto cessare di esistere, come espressione. E così non è, per gli infermieri: turni massacranti, dpi come una seconda pelle e tanti, troppi colleghi gravemente ammalati o deceduti per Covid
La Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i ha pubblicato un’interessante analisi rispetto ad un tema che abbiamo affrontato non troppo tempo addietro, relativo alle nuove evidenze raccolte dall’International Council of Nurses (ICN) rispetto ai traumi collettivi che COVID-19 sta lasciando tra gli infermieri di tutto il mondo (link in coda all’articolo).
La Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i CNAI analizza il trauma subito dagli infermieri a causa di COVID-19
“Il numero di morti confermate tra gli infermieri – vi si legge – supera ora le 2.200 e, con il persistere degli alti livelli di infezioni tra il personale infermieristico, sta vivendo inoltre un crescente disagio fisico e psicologico di fronte a carichi di lavoro sempre crescenti, oltre a continui episodi di violenza, abuso e alle proteste dei negazionisti e degli anti-vax.
I risultati preliminari della nuova indagine dell’ICN sulle sue oltre 130 associazioni nazionali di infermieri, tra cui la Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i, componente Italiana dal 1949, suggeriscono che COVID-19 darà come effetto una forma unica e complessa di trauma con conseguenze potenzialmente devastanti in entrambi i casi, a breve e lungo termine, per i singoli infermieri e i sistemi sanitari in cui lavorano.
La pandemia rischia di danneggiare la professione infermieristica per le generazioni a venire a meno che i governi non agiscano ora per affrontare l’effetto COVID-19, per evitare il possibile esodo dalla professione che potrebbe innescarsi, come suggerito da questa indagine.
Il mondo ha una carenza di oltre sei milioni di infermieri, con altri quattro milioni che raggiungeranno l’età pensionabile nei prossimi dieci anni.
Con l’effetto COVID-19 che potenzialmente porta a un numero ancora maggiore di infermieri che potrebbe lasciare professione, i governi devono agire ora per proteggere la professione infermieristica e i nostri sistemi sanitari già fragili, per evitare di mettere repentaglio la salute delle loro nazioni e l’obiettivo di copertura sanitaria universale dell’OMS”.
Il trauma subito dagli infermieri, l’effetto COVID-19 in un’istantanea globale:
- La Japanese Nursing Association afferma che il 15% degli ospedali in tutto il Giappone ha avuto infermieri che rinunciavano al lavoro e circa il 20% degli infermieri ha riferito di aver subito discriminazioni o pregiudizi durante la diffusione della prima ondata della pandemia.
- L’American Nurses Association riferisce che il 51% è “sopraffatto”. Altri rapporti dagli Stati Uniti mostrano che il 93% degli operatori sanitari stava vivendo stress, il 76% ha riferito di esaurimento e burnout e il rapporto infermiere-paziente è aumentato di tre volte.
- Brasile: il 49% degli infermieri riferisce di ansia e il 25% di depressione.
- Cina – Il 60% degli infermieri riferisce di stanchezza e il 90% di ansia.
- Africa – Un sondaggio condotto in 13 paesi africani ha rivelato che il 20% degli operatori sanitari intervistati ha riportato sintomi di depressione quotidiana durante la pandemia, rispetto al 2% prima della pandemia.
- Spagna – L’80% degli infermieri riferisce sintomi di ansia e aumento del burnout.
- Israele riferisce che oltre il 40% degli infermieri teme di prendersi cura dei malati e dei pazienti COVID-19.
- Australia – Il 61% degli operatori sanitari segnala il burnout e il 28% riferisce di depressione.
Per approfondire:
Risposta globale alla pandemia COVID-19: 250 infermieri da tutto il mondo al webinar ICN
Fonte dell’articolo:
Sito ufficiale Consociazione Nazionale delle Associazioni Infermiere/i