Emicrania, a San Raffaele Roma 16 trial con monoclonali: “anticorpi formidabile arma prevenzione”
Emicrania, un nuovo percorso di cura potrebbe prevedere l’utilizzo di anticorpi monoclonali: è quanto previsto in 16 trial clinici all’IRCCS San Raffaele
Emicrania, la sperimentazione dell’Istituto San Raffaele con gli anticorpi monoclonali
“Presso il San Raffaele Roma sono attivi in questo momento ben 16 trial clinici sperimentali con diversi anticorpi monoclonali antiCGRP e con i gepanti per la prevenzione dell’emicrania e della cefalea a grappolo, anche per soggetti in eta’ pediatrica”.
A farlo sapere e’ il professor Piero Barbanti, responsabile del Centro per la cura delle cefalee e del dolore dell’IRCCS San Raffaele Roma e presidente dell’ANIRCEF (Associazione Neurologica Italiana per la Ricerca sulle Cefalee), in occasione della Settimana nazionale dedicata al mal di testa, che si svolge dal 17 al 22 maggio.
“In Italia esiste una situazione surreale per i pazienti con emicrania cronica- spiega Barbanti- un intervallo di circa 20 anni tra l’esordio dei primi sintomi e la visita dello specialista; esami diagnostici perfettamente inutili nell’80% dei casi; consultazione in media di 8 diversi specialisti per ciascun paziente; ricorso al pronto soccorso almeno 2 volte all’anno in un quarto dei soggetti.
I 160 centri per le cefalee italiani non bastano e non a caso le Regioni hanno nominato oltre 210 centri prescrittori degli anticorpi monoclonali antiCGRP, formidabili armi di prevenzione”.
L’emicrania intanto, secondo recenti studi scientifici internazionali, resta la seconda causa a livello mondiale di disablita’ e la prima per le donne al di sotto dei 50 anni
Dunque la condizione di chi soffre di cefalee e in particolare di emicrania cronica, per gli esperti del San Raffaele Roma si puo’ definire allarmante.
“L’Italia e’ la nazione UE che ha applicato i criteri di rimborsabilita’ piu’ rigidi nei confronti dei nuovi anticorpi monoclonali antiCGRP- prosegue Livia Giustiniani, esponente dell’associazione dei pazienti cefalalgici AIC-onlus- AIFA ha stabilito che il trattamento con questi anticorpi debba necessariamente interrompersi per 3 mesi dopo un anno di cure.
Cio’ non accade in nessuna delle 10 nazioni UE dove sono commercializzati. Una decisione che fa ripiombare nello sconforto le migliaia pazienti in trattamento.
Confidiamo che le autorita’ modifichino presto i limiti prescrittivi- conclude- ascoltando la nostra testimonianza”.
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