Emorragia cerebrale: cause e caratteristiche cliniche
Molto spesso si sente parlare di emorragia cerebrale, ma di fatto non sempre si sa di cosa si tratti di preciso. Eppure è una condizione nella quale chiunque si può trovare, dato che la causa principale è un trauma cranico, soprattutto nelle persone che hanno un’età al di sotto dei 50 anni
Questa però non è l’unica causa, ce ne sono altre dovute sia a fattori congeniti, sia a fattori ambientali.
In ogni caso è sempre meglio conoscere questo tipo di problema in modo da poterlo eventualmente riconoscere per sé e per gli altri.
Vediamo allora di comprenderne le cause, l’incidenza, come prevenirlo ed eventualmente come curarlo.
Emorragia cerebrale, che cos’è
L’emorragia cerebrale è una condizione patologica nella quale si ha una fuoriuscita di sangue improvvisa da un vaso all’interno del cervello.
Questa fuoriuscita può essere più o meno consistente e può interessare sia un vaso arterioso che un vaso venoso.
Nel concreto, un vaso si rompe per diversi motivi che vedremo, solitamente si tratta di un’arteria, e si ha un versamento ematico che, chiaramente, causa diversi problemi.
Le cause possono essere diverse, dai traumi dovuti a incidenti o da problematiche quali emboli o addirittura malformazioni congenite.
Vi sono poi altre cause quali l’ipertensione o una cattiva coagulazione del sangue che possono portare a un’emorragia cerebrale.
Non tutti i sintomi sono uguali, questi dipendono in buona sostanza dalla causa dall’entità dello sversamento di sangue nel cervello.
Una volta sopraggiunto il problema bisogna intervenire quanto più tempestivamente possibile in modo da arginare il danno.
Una terapia intensiva solitamente ha un buon esito, dovuto però soprattutto alle condizioni generali e all’età della persona colpita.
Solitamente l’emorragia cerebrale causa la comparsa di deficit neurologici acuti e il recupero dipende da quanto abbiamo affermato, dall’età e dalle condizioni del paziente.
Cause dell’emorragia cerebrale e principali fattori di rischio
Tra tutte le cause dell’emorragia cerebrale, l’ipertensione arteriosa è senza dubbio uno dei fattori di rischio principali, stiamo parlando di un’incidenza del 70% circa.
Le arterie del cervello, infatti, a causa degli elevati valori della pressione, possono subire delle rilevanti modifiche nella struttura, modifiche che possono portare alla rottura.
Per questo motivo è sempre bene tenere sotto controllo la pressione, se è il caso anche con un holter pressorio, sarà il medico curante a stabilirne la necessità e a consigliare, caso mai, anche un controllo con l’holter cardiaco.
Nel caso di rottura di un’arteria dovuta a ipertensione è possibile trovarsi davanti a un ictus
Se invece l’arteria si rigonfia, si tratta di un aneurisma dovuto solitamente a una predisposizione genetica.
Ci sono poi altre cause tra cui la deposizione di sostanza amiloide all’interno delle pareti dei vasi sanguigni, in questo caso si tratta di angiopatia amiloide.
Il trauma cranico invece, come abbiamo visto è molto frequente nei soggetti sotto i 50 anni e per trauma cranico si intende un trauma dovuto a un’incidente di varia natura.
Ancora tra le cause troviamo piastrinopenie e disturbi della coagulazione, ma anche emofilia o leucemie, malattie del fegato e tumori cerebrali.
In alcuni casi anche alcuni trattamenti con dei farmaci anticoagulanti può portare a un’emorragia cerebrale.
Come riconoscere i sintomi
Non sempre è facile riconoscere i sintomi di questo problema perché molto spesso, questi, compaiono all’improvviso e possono peggiorare con molta velocità. Inoltre possono variare a seconda della localizzazione dell’emorragia, se si è verificata in zone più o meno superficiali.
L’emorragia cerebrale è molto rischiosa e viene considerata un’emergenza.
Il sangue che si riversa e accumula nel cervello può arrivare a comprimere il tessuto cerebrale fino a limitarne in modo consistente l’afflusso di sangue.
La pressione intracranica aumenta e si può anche perdere conoscenza, fino al coma e in ultima istanza alla morte.
Un mal di testa forte e improvviso potrebbe essere uno dei sintomi.
Tra gli altri sintomi più comuni si segnalano formicolii e intorpidimenti del volto o degli arti, più spesso solo un lato, perdita della vista temporanea, difficoltà nel parlare, scrivere o leggere, difficoltà nella deglutizione, tremori agli arti superiori.
Se si ravvisa uno di questi sintomi ci si deve sottoporre a una visita quanto più in fretta possibile.
Diagnosi di emorragia cerebrale
Per effettuare una diagnosi si può effettuare una TC, tomografia computerizzata, che permette anche di valutare con esattezza l’entità delle eventuali lesioni neurologiche.
Mediante un’angiografia, invece, si possono rilevare eventuali aneurismi, tumori cerebrali o malformazioni delle vene e delle arterie.
La risonanza magnetica viene utilizzata per controllare il riassorbimento dell’ematoma, qualora vi sia.
La rachicentesi, invece, una puntura lombare, viene effettuata periodicamente nei pazienti a rischio per verificare l’eventuale presenza di sangue nel fluido spinale.
Quali sono le terapie consigliate
Inutile dire che il tipo di terapia varia a seconda del tipo di emorragia da cui si viene colpiti.
Generalmente si opta per un trattamento farmacologico nei casi meno seri e l’opzione chirurgica viene lasciata a quelli più complessi.
In ogni caso prima di tutto si deve comprendere la causa e poi agire di conseguenza per ridurre il rischio di espansione della perdita ematica.
Per quanto concerne la terapia farmaceutica
Solitamente vengono prescritti degli antipertensivi nelle fasi più acute, in modo da stabilizzare il flusso sanguigno nel cervello.
A seconda della circostanza possono essere somministrati antidolorifici e diuretici.
Alla chirurgia si ricorre se l’ematoma è maggiore di 3 cm o se viene diagnosticata una lesione strutturale o un’emorragia lobare, soprattutto nel caso il paziente sia giovane.
La capacità di ripresa dipende da diversi fattori, dall’età e dallo stato di salute del paziente.
Rimane comunque un buon consiglio quello di allertare il medico tempestivamente.
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