Enuresi notturna: perché il vostro bambino fa la pipì a letto?
Diffusa soprattutto tra i bambini, l’enuresi notturna è l’involontaria perdita d’urina durante il sonno (tanto che, i più, la conoscono come “pipì a letto”)
A soffrirne è il 5-10% dei bambini d’età inferiore ai 7 anni che, occasionalmente, bagnano il letto per via di uno svuotamento involontario della vescica.
Il disturbo, nel 3% dei bambini e nel 2% delle bambine, può proseguire fino ai 10 anni.
La causa, generalmente, è attribuibile ad un ritardo nello sviluppo della capacità di coordinare i muscoli volontari della minzione.
Negli adulti, l’enuresi notturna è, invece, dovuta a disturbi dell’apparato urinario, a malattie croniche (come il diabete), ad una condizione di stress e di ansia oppure al consumo eccessivo di caffeina, coloranti artificiali o cioccolato.
In questa fascia di popolazione si tende a parlare di incontinenza notturna.
Sebbene non sia preoccupante, specialmente nei bambini, è un disturbo che non va sottovaluto e che va gestito con attenzione e con sensibilità, in modo che il bimbo non si senta umiliato né frustrato.
Enuresi notturna: che cos’è?
L’enuresi notturna è l’involontaria perdita d’urina durante la notte.
A soffrirne sono tipicamente i bambini, che non hanno ancora raggiunto la capacità di coordinare i muscoli innervati dal sistema nervoso volontario (somatico) e involontario (vegetativo) che sono responsabili del controllo della minzione.
La capacità di controllare la minzione viene raggiunta intorno ai 3 anni, ma ci sono bambini che la sviluppano ben prima e altri che arrivano alla completa maturazione intorno agli 8 anni.
L’enuresi notturna, nei bambini fino ai 4/5 anni, non deve destare preoccupazione.
È necessario prestare maggiore attenzione se il fenomeno prosegue dopo il compimento del quinto anno, per almeno tre mesi di seguito e per più di due volte a settimana.
L’enuresi notturna può essere primaria oppure secondaria
La prima, la più diffusa, si verifica quando il bambino non ha mai raggiunto il controllo della minzione durante la notte; la seconda, che riguarda circa il 20% dei casi, si verifica invece dopo un periodo in cui il bambino (o l’adulto) ha saputo controllare la capacità vescicale.
Si parla anche di enuresi regressiva, quando avviene una regressione tipicamente causata da un evento traumatico o da un periodo di stress eccessivo.
Si tratta di un disturbo ben diverso dall’incontinenza e dalla pollachiuria.
La prima consiste in una perdita d’urina costante, di giorno come di notte, causata tipicamente da una lesione a carico del sistema nervoso centrale, del midollo spinale o dei nervi che gestiscono le fibre muscolari dell’apparato urinario; la seconda comporta minzioni molto frequenti per via di malattie del metabolismo, dell’apparato urinario, neuromuscolari oppure per problemi psicologici.
Le cause dell’enuresi notturna sono diverse nel bambino e nell’adulto
Nei bambini, le cause più frequenti sono:
- predisposizione familiare: se uno dei genitori soffriva di enuresi notturna il bambino ha 5 volte più probabilità di soffrirne, se entrambi i genitori ne soffrivano le probabilità aumentano di 11 volte;
- difficoltà a svegliarsi: il bambino non riesce a svegliarsi facilmente durante la notte, neppure se la vescica è piena;
- ridotta produzione d’ormone antidiuretico durante la notte: la vasopressina (ADH) aiuta i reni a riassorbire l’acqua e diminuisce il quantitativo d’urina prodotta durante la notte;
- ridotta capacità della vescica rispetto all’età;
- apnea ostruttiva del sonno: l’interruzione della respirazione durante il sonno diminuisce l’ossigenazione e il bambino avverte con più difficoltà la vescica piena;
- eventi stressanti, come le liti tra genitori, la nascita di un fratellino/sorellina o un grande cambiamento;
- infezione alle vie urinarie;
- stitichezza cronica: la vescica si irrita a causa dei movimenti intestinali irregolari, la minzione aumenta di frequenza e il bambino diminuisce la capacità di avvertire il senso di pienezza alla vescica;
- vescica iperattiva, sindrome caratterizzata da una frequente minzione (spesso associata ad incontinenza urinaria);
- diabete mellito: il bambino che ne soffre beve moltissimo e urina molto anche durante la notte (se ha sempre sete, urina molto e perde peso a fronte di un grande appetito è necessario consultare il pediatra);
- diabete insipido, rara malattia metabolica causata da una secrezione insufficiente o dalla ridotta sensibilità dei reni alla vasopressina;
- anomalie anatomiche;
- erronee abitudini minzionali (es. il bambino non svuota completamente la vescica quando urina);
- obesità, che predispone al diabete e ai disturbi del sonno;
- assunzione di troppi liquidi nel corso della giornata o subito prima di coricarsi;
- abuso di cioccolato o di altri alimenti che stimolano la diuresi, prima di mettersi a letto.
Di norma, i bambini che soffrono di questo disturbo non riescono a svegliarsi nel corso della notte quando la loro vescica è piena.
Secondo gli ultimi studi, chi presenta enuresi notturna ha una scarsa qualità del sonno, spesso ha risvegli incompleti e muove braccia e gambe come a volersi alzare senza riuscirci.
Il problema non risiede dunque in un sonno troppo profondo, come in precedenza si credeva.
Negli adulti, l’enuresi notturna è causata tipicamente da:
- infezione alle vie urinarie;
- diabete;
- uso di sonniferi o di diuretici;
- abuso di alcol o di caffè;
- stress o ansia;
- danni ai nervi che controllano la muscolatura della vescica;
- ingrossamento della ghiandola prostatica;
- apnea notturna;
- deficit di attenzione e iperattività (ADHD).
Se l’adulto ha sempre sofferto di enuresi notturna, è possibile che produca una quantità d’urina eccessiva o che abbia uno scarso controllo muscolare o nervoso.
I sintomi
L’enuresi notturna si manifesta con la perdita involontaria d’urina durante il sonno.
Talvolta questo il sintomo è accompagnato da arrossamento/irritazione dei genitali e/o della cute circostante.
Se la perdita di urina si verifica anche durante la veglia, si parla di enuresi mista.
Le tipologie di enuresi notturna sono due: l’enuresi monosintomatica che non è accompagnata da una sintomatologia urogenitale o gastrointestinale, l’enuresi polisintomatica, associata ad altri sintomi.
Quando presente, la sintomatologia può comprendere:
- frequente bisogno di urinare;
- dolore alla minzione;
- stipsi;
- sangue nelle urine;
- sete inspiegabile;
- febbre;
- encopresi (emissione involontaria di feci);
- problemi neurologici;
La diagnosi
È bene portare il bambino dal pediatra, o consultare il proprio medico, in caso di frequenti episodi di pipì a letto (almeno due volte a settimana, per tre mesi di seguito).
Il bambino deve avere più di cinque anni poiché l’enuresi, fino a questa età, è considerata fisiologica.
Nell’adulto, invece, deve essere presente una sofferenza psicologica e sociale causata dal disturbo.
La diagnosi si basa essenzialmente sull’anamnesi e su un esame obiettivo.
Il medico di base, o l’urologo, si informa sulla storia clinica e familiare del paziente e procede con un’ispezione fisica dei genitali, dell’addome, della schiena, della colonna vertebrale.
Esegue poi un esame neurologico e prescrive esami del sangue e delle urine per verificare la presenza di eventuali infezioni delle vie urinarie e per escludere la presenza di diabete.
Eventualmente, è possibile effettuare un’ecografia dell’apparato urogenitale se si sospetta una malformazione o una qualche altra problematica.
Fino ai 5-6 anni, l’enuresi è considerata fisiologica
Nella maggior parte dei casi, si risolve spontaneamente, senza bisogno di alcuna terapia.
È importante non punire il bambino, non sgridarlo e non umiliarlo.
Inoltre, parlare con il pediatra diventa fondamentale perché, sebbene nella maggior parte dei casi il disturbo non sia causato da una patologia, l’enuresi potrebbe comunque essere dovuta ad un problema organico (e risolversi dunque non appena questo viene trattato adeguatamente).
Se il bambino ha più di 5-6 anni, la perdita d’urina durante la notte va indagata.
I pediatri consigliano spesso di tenere un diario minzionale, in cui annotare a che ora fa la pipì giorno e notte, se ne fa tanta o poca, quanti liquidi assume e se manifesta qualche disturbo correlato alla minzione.
Inoltre, il genitore si dovrà assicurare che il bambino abbia un corretto stile di vita e segua delle semplici regole:
- andare in bagno regolarmente e fare sempre la pipì prima di coricarsi;
- limitare l’assunzione di liquidi e latte prima di dormire;
- non abusare durante il giorno di bevande contenenti caffeina, tè e cioccolato;
- curare la stipsi, se presente;
- allenarsi a trattenere l’urina per qualche secondo durante il giorno.
Si tratta di una terapia comportamentale, che andrebbe seguita per 1-3 mesi prima di procedere con un trattamento vero e proprio in assenza di progressi.
Cosa fare e cosa non fare
Nell’adulto come nel bambino, è necessario per prima cosa indagare l’esistenza di una qualche patologia alla base del disturbo.
Se la persona è sana, adottare comportamenti corretti diventa fondamentale:
- evitare di praticare sport fino a tarda ora;
- non coricarsi quando si è al livello massimo di stanchezza;
- cenare almeno tre ore prima del sonno;
- non eccedere con le quantità di cibo;
- consumare cibi con poco sodio, privi di proprietà diuretiche e con indice glicemico di media entità;
- evitare alimenti liquidi e quelli eccessivamente salati;
- non eccedere con la frutta e la verdura;
- non bere oltre un bicchiere d’acqua tra la cena e il sonno.
I farmaci
I farmaci che possono essere impiegati contro l’enuresi sono diversi:
- la desmopressina, in genere sotto forma di spray nasale, compensa la carenza di ormone vasopressina ma può provocare mal di testa;
- l’imipramina, riservata agli adulti, rilassa la vescica e incrementa la sua capacità, ma il suo uso è gravato da diversi effetti collaterali;
- l’ossibutinina rilassa i muscoli della vescica ma è più utile quando la perdita d’urina avviene durante il giorno.
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