Epatite C: cause, sintomi e terapie
L’Epatite C (Hcv) è una malattia infettiva del fegato che si trasmette attraverso il sangue infetto. Diffusa in tutto il mondo, è presente sul territorio nazionale con una maggiore diffusione tra i tossicodipendenti
Segni e sintomi dell’Epatite C
L’Epatite C ha un periodo di incubazione che varia da 2 settimane a sei mesi.
Nel corso di questo lasso di tempo i sintomi possono manifestarsi con intensità variabile e più sfumata rispetto all’epatite B.
Alcune persone che hanno contratto l’infezione non manifestano alcun sintomo, in altri casi possono comparire fatica, ittero (ingiallimento della pelle e delle sclere degli occhi), senso di affaticamento, perdita di appetito, cefalea e a volte dolori addominali e febbre.
Quando l’infezione dura più di sei mesi cronicizza e viene definita “infezione cronica da Epatite C”.
Una percentuale delle persone con Epatite C cronica vede evolvere la malattia e riporta conseguenti danni al fegato (cirrosi) e cancro (epatocarcinoma).
Diversi fattori hanno un ruolo importante nello sviluppo della cirrosi:
- l’età al momento dell’infezione
- l’abuso di alcol
- la coinfezione con HIV
- la coinfezione con il Virus dell’epatite B.
Cause e trasmissione dell’Epatite C
L’infezione da Hcv si trasmette attraverso i liquidi biologi, come il sangue e i suoi derivati infetti.
Fino agli anni Novanta le trasfusioni di sangue e di emoderivati hanno rappresentato il 90% di fattore di rischio di trasmissione.
L’introduzione del controllo sulle donazioni di sangue e di uno screening preventivo attraverso la ricerca degli anticorpi anti-Hcv ha però notevolmente ridotto il rischio di infezioni.
Meno frequente, invece, è la trasmissione per via sessuale (il rischio sale in caso di rapporti non protetti con partner multipli) e più rara è la trasmissione da madre a figlio.
Chi è a rischio di contrarre virus dell’Epatite C
Benché chiunque possa ammalarsi di Epatite C, alcune categorie di soggetti sono maggiormente a rischio di entrare in contatto con il virus Hcv.
Tra queste:
- chi pratica sesso non protetto con più partner
- i tossicodipendenti
- le persone affette da Hiv
- i destinatari delle trasfusioni (con le limitazioni precedentemente indicate)
- i pazienti in emodialisi
- i familiari e le persone in contatto con soggetti infetti
- i bambini nati da madri positive all’Hcv
- persone esposte al sangue e/o all’utilizzo di aghi e siringhe se non perfettamente sterilizzati
- chi pratica e fa piercing, manicure, pedicure
- i pazienti in emodialisi.
Come avviene la diagnosi di Epatite C
La diagnosi di Epatite C avviene mediante la ricerca dei marcatori e degli anticorpi anti-HCV nel sangue (per stabilire se un soggetto è entrato in contatto con il virus e se ha sviluppato gli anticorpi) e attraverso la ricerca dell’HCV-RNA (per determinare la presenza o meno del virus nel sangue).
Accertata la presenza del virus si può eseguire una biopsia epatica per valutare l’entità e il tipo di danno al fegato.
Il proprio medico curante può inoltre prescrivere delle analisi per valutare la funzionalità del fegato (attraverso il valore degli enzimi transaminasi e delle gamma-GT).
Terapie dell’Epatite C
In caso di Epatite C il trattamento di riferimento prevede una combinazione di interferone alfa pegilato e ribavirina, una terapia efficace ma non priva di effetti collaterali.
A questi, nel 2011, sono stati aggiunti due nuovi farmaci antivirali, il boceprevir e il telaprevir, per i genotipi più difficili da trattare.
L’uso di immunoglobuline, invece, non si è mostrato efficace.
Come prevenire l’Epatite C
A tutt’oggi non è ancora disponibile un vaccino specifico contro l’Epatite C, che è attualmente in fase sperimentale.
Le uniche misure efficaci contro la trasmissione del virus dell’Hcv sono l’osservanza delle norme igieniche generali, la sterilizzazione degli strumenti usati per gli interventi chirurgici e per i trattamenti estetici, la protezione dei rapporti sessuali e il comunicare al partner dell’infezione con raccomandazione all’esecuzione del test.
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