Epistassi: quali sono le cause delle emorragie nasali
Epistassi è il nome scientifico con cui si denomina la perdita di sangue dal naso. Nel naso circolano tantissimi capillari che possono rompersi facilmente
L’aria che circola attraverso il naso può asciugare o irritare le membrane mucose, provocando la formazione di microlesioni che si rompono e sanguinano quando vengono asportate, soffiando o strofinando il naso.
L’epistassi si verifica soprattutto durante l’inverno, quando la circolazione di virus è più comune e l’aria calda all’interno degli ambienti chiusi asciuga le membrane mucose delle narici.
Le cause più comuni dell’epistassi sono la rinite allergica, la presenza di corpi estranei all’interno del naso, irritazioni, traumi, il soffiare il naso con troppa forza, le infezioni delle vie aeree superiori, l’utilizzo di alcuni farmaci, la chirurgia nasale o maxillo-facciale, un barotrauma.
Cosa fare in caso di epistassi
Se si ha una perdita di sangue dal naso bisogna sedersi e premere le narici per circa 5 minuti; è importante non piegare mai la testa all’indietro, ma tenerla dritta o leggermente piegata in avanti, per evitare di deglutire il sangue.
Può essere utile, per fermare l’emorragia, praticare degli impacchi ghiacciati sul setto nasale.
Durante il periodo invernale, per prevenire l’epistassi, si consiglia l’impiego di un umidificatore negli ambienti chiusi e spray nasali per mantenere la giusta umidità all’interno delle narici.
Il medico va chiamato se l’epistassi viene provocata da un trauma cranico (per esempio durante un incidente) oppure se le emorragie si presentano ripetutamente o se non sono associate ad una delle cause comuni.
Diagnosi di epistassi
La diagnosi viene formulata dal medico sulla base del colloquio.
Egli potrà chiedere informazioni sulla quantità di sangue che solitamente fuoriesce o se l’emorragia si ferma appena si stringono le narici o si pone del ghiaccio sul setto nasale.
Inoltre potrebbe chiedere se queste emorragie si sono presentate di recente, da quanto tempo avvengono, se sono ricorrenti, quali sono i sintomi che le accompagnano o se ci sono tracce di sangue nel vomito o nelle feci.
Altri test possono essere d’aiuto nella diagnosi: una conta delle cellule ematiche, una radiografia del cranio alla ricerca di eventuali traumi, il tempo di protrombina, il tempo di tromboplastina parziale, una endoscopia nasale.
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