Esame Doppler: quando serve e come richiederlo?
Quando si suppone una patologia a carico delle vene o delle arterie, ma anche in via preventiva, solitamente si fa riferimento a un esame diagnostico molto affidabile e preciso: l’esame doppler
Oggi vediamo di cosa si tratta, in cosa dunque consiste questo esame, quando va richiesto e per indagare quali patologie, ma anche come si esegue.
Esame doppler, di cosa si tratta precisamente?
L’esame doppler, detto anche ecodoppler o ecografia doppler è una tecnica diagnostica non invasiva, quindi priva di rischi e con un costo gestionale abbastanza contenuto, che consente però di individuare, con buona precisione (salvo alcuni rari casi che poi vedremo) problematiche inerenti vene e arterie.
Con questo esame si possono quindi analizzare i flussi ematici nei vasi arteriosi e venosi al fine di verificarne lo stato.
Ma vediamo qualche dettaglio in più su come funziona questo tipo di esame diagnostico.
Iniziamo col dire che l’ecodoppler viene ormai utilizzato da una trentina d’anni e ha segnato una vera e propria rivoluzione in questo ambito.
Oggi disponiamo di apparecchiature moto più sofisticate che consentono di effettuare un esame doppler a domicilio, esattamente come accade per un monitoraggio con holter cardiaco, con holter pressorio e si può prenotare proprio come quando si richiedono delle normali ecografie a domicilio.
L’effetto doppler
L’esame diagnostico doppler si basa, appunto, sull’effetto doppler: in pratica se si dirige un suono verso un corpo in movimento, questo rimbalza producendo un altro suono.
Detto in termini più tecnici, la velocità del flusso sanguigno può essere rilevata mediante il riflesso di un segnale a ultrasuoni che viene emesso da una sonda esterna collocata su un vaso sanguigno.
Mediante le onde sonore prodotte siamo in grado di capire se il flusso sanguigno viene ostacolato da restringimenti o se vi siano turbolenze dovute ai processi di arteriosclerosi.
Alla rilevazione delle onde sonore si aggiunge poi un’ecografia che serve a rilevare anche la morfologia dei vasi sanguigni.
C’è poi un ulteriore variante di questo esame, l’ecocolordoppler che differisce dal precedente per la colorazione mediante un liquido di contrasto che consente di evidenziare particolari ancora più definiti sul flusso ematico.
Cosa rileva l’esame doppler
Grazie a questo esame il medico è in grado di rilevare diverse informazioni inerenti il flusso ematico venoso e arterioso.
Per esempio, per quanto riguarda la loro morfologia, può sapere il loro grado di pervietà, oppure la presenza di irregolarità nelle pareti o il grado di occlusione eventuale, stenosi, o anche malformazioni.
Quindi l’esame serve per rilevare queste problematiche e per definirne il grado di severità, in modo da poter intervenire efficacemente e ha praticamente ormai sostituito esami ben più invasivi come la flebografia e l’arteriografia.
Come viene eseguito l’esame doppler
Come dicevamo prima, si tratta di un esame non invasivo, che può essere praticato nella maggior parte dei casi con ottimi risultati diagnostici.
La preparazione non è complessa, si deve eseguire con il paziente generalmente sdraiato, a meno che non sia il medico a stabilire che per quel determinato caso sia meglio effettuare l’esame da seduti.
La temperatura del locale dove si esegue l’esame è importante: che sia in ambulatorio o a casa, l’ambiente deve avere una temperatura idonea, se questo fosse troppo freddo la diagnosi potrebbe essere più difficoltosa a causa della vasocostrizione.
Una volta pronti, lo specialista non fa altro che muovere la sonda a ultrasuoni sulla parte da esaminare dopo aver spalmato il gel apposito, esattamente come avviene per l’ecografia.
Di solito l’esame può durare una ventina di minuti a seconda della zona da esaminare e delle condizioni del paziente.
Abbiamo detto prima che vi sono alcuni casi in cui l’ecodoppler non da risultati ottimali.
Questo avviene quando non si riesce a visualizzare perfettamente tutti i vasi sanguigni e può accadere quando si esaminano pazienti con un forte grado di obesità o sovrappeso, o con importanti edemi, ma anche quando i vasi sanguigni si trovano accanto a tessuti con alto contenuto di calcio che può ostacolare il corretto passaggio del segnale.
Quindi se si tratta di un paziente problematico l’esame può durare di più.
Sarà eventualmente il medico a stabilire se saranno necessari ulteriori esami diagnostici.
Quando serve l’esame
Le motivazioni che inducono il medico a richiedere questo esame specifico sono diverse.
In genere si richiede per problemi inerenti patologie venose e arteriose.
Nel primo caso, per esempio, si vanno a ricercare patologie quali tromboflebite, trombosi venosa, insufficienza venosa.
Per quanto riguarda le patologie delle arterie, invece, l’esame viene richiesto sovente per rilevare problematiche in seguito a ictus, emorragia, attacchi ischemici.
L’ecodoppler aortico, per esempio, serve per valutare lo stato dell’aorta, viene richiesto se vi è familiarità con queste problematiche o in seguito all’insorgenza della sintomatologia legata a problemi aortici.
L’ecodoppler può essere eseguito anche per valutare lo stato delle arterie renali, meneteriche, agli arti inferiori.
Fondamentale è poi il suo impiego nella prevenzione e valutazione del rischio di patologie vascolari, e questo viene richiesto quando vi è familiarità o sospetto di tali patologie.
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