Evitare i vaccini, perché c'è così tanta paura della medicina, nel mondo? Un sondaggio aiuta i medici a capire le paure dei cittadini
La domanda di fondo che tanti medici e professionisti sanitari si pongono è semplice: perché c’è così tanta paura del vaccino e della medicina, nel mondo? Un breve questionario può aiutare a capire e ad affrontare la vaccine hesitancy, in particolare sul tema del meningococco.
PARMA – Paura dei vaccini: perché la popolazione ha timore ed esita nel sottoporre i propri figli ad una pratica medica ormai tradizionale e dalla comprovata efficacia? Un gruppo di ricerca che ruota attorno all’Università di Parma si è posto il problema, da un punto di vista comunicativo e informativo, affrontando con un questionario il tema della “Vaccine Hesitancy” (LINK WHO), ovvero il complesso di atteggiamenti, opinioni e comportamenti che portano in ultima analisi a ritardare, o nei casi peggiori evitare le vaccinazioni previste nei tempi e nei modi dovuti.
A proporre e sviluppare inizialmente l’indagine c’è un medico specializzato in medicina del lavoro, Matteo Riccò, che ha prodotto con la collaborazione di alcuni specializzandi dell’Università di Parma un questionario relativo alle esitazioni delle famiglie nel fare i vaccini contro il meningococco, un batterio che causa la meningite.
Perché questa ricerca? Recentemente il Governo avrebbe deciso di rimuovere l’antimeningococco dal piano delle vaccinazioni nazionali. Il dubbio è stato spiegato dal rapporto costo-efficienza del vaccino (Approfondire il tema qui: Vaccinazioni e rischio meningite, il ruolo del medico del lavoro).
Partecipare al questionario è assolutamente facile e anonimo. Google moduli ha permesso al team di ricerca di sviluppare molto bene il questionario online, che potete compilare già dal fondo di questo articolo. Fino ad ora il questionario ha già raccolto più di 100 compilazioni. L’idea di questo strumento è sviluppata per agevolare anche chi sfrutta primariamente il web per informarsi e che – finalmente – può usare il web per fornire una sua impressione su un tema di fondamentale importanza. Spesso infatti sono le mamme informate, etichettate come “novax”, che partecipano a queste iniziative. L’obiettivo infatti è quello di attivare un piccolo momento di autocritica per evidenziare dove i medici stanno sbagliando nella comunicazione.
Questo tipo di indagini stanno avendo sempre maggiore successo in Sanità Pubblica grazie alla agilità, rapidità e uniformità dei risultati che si possono ottenere, senza mai andare a violare i principi di privacy e tutela dell’utente che devono sempre essere alla base di ogni ricerca.
Matteo Riccò