Fuoco di Sant'Antonio: segni, sintomi, comportamenti e cure
Il Fuoco di Sant’Antonio è un virus, ecco come trattarlo.
SOMMARIO:
Conosciuto scientificamente come herpes zoster, e in inglese come Shingles. Si tratta di una malattia virale caratterizzata da un doloroso rash cutaneo localizzato in un’area ben precisa.
Il fuoco di sant’Antonio è quasi sempre diagnosticato in Pronto Soccorso dai medici di emergenza urgenza. Raramente infatti è un’ambulanza medicalizzata, o la guardia medica, che interviene sulle emergenze che coinvolgono questo tipo di paziente.
Le prime manifestazioni dell’herpes zoster sono di dolore intenso e febbre. L’escrescenza sulla pelle (unilaterale, che non supera la linea mediana del corpo e si trova su un solo ganglio sensitivo) è successiva a questi episodi. Se il paziente ha chiamato l’ambulanza perché dopo qualche giorno dalla “presunta influenza” è emerso il rash cutaneo, la comunicazione allo staff medico è più efficace. Se invece la richiesta di trasporto sanitario / emergenza è precedente all’insorgere delle pustole, è molto più complesso definire la malattia.
Questa malattia è tipica nelle persone più anziane (il 68% dei pazienti ha più di 50 anni). I rash cutanei contengono un siero con alta concentrazione di virus, che può contagiare soggetti non immunizzati tramite contatto diretto con il fluido delle vescicole. Bisogna quindi porre grande attenzione – da parte del soccorritore in primis – al contatto, alla protezione e all’accertamento delle vaccinazioni svolte (quella contro il VHZ è consigliata sopra i 65 anni)
Come insorge l’Herpes Zoster?
Medicazioni ospedaliere per un fuoco di Sant’Antonio oftalmicoLa malattia insorge con evidenze chiare agli occhi del soccorritore, che deve riportarle alla centrale o sulla scheda. Prima di tutto, il dolore cronico. Poi l’escrescenza sull’epidermide. Questo virus infatti è un “parente” della varicella. Lo zoster si ritira nelle cellule nervose dell’organismo, restando dormiente per tantissimo tempo, anche per sempre. Se particolari condizioni di debilitazione o immunodeficienza riattivano il virus, questo segue il sentiero di un nervo fino a raggiungere la superficie della pelle, dove sfoga la sua virulenza e la dolorabilità.
Dal punto di vista della diagnosi (che – va ricordato sempre – è prerogativa del medico) il rischio di un errore nelle prime fasi della malattia è piuttosto elevato. Il fuoco di sant’Antonio è difficile da individuare prima dell’insorgere dell’eruzione cutanea. Torpore, prurito, dolore, febbre non sono di per sé sintomi particolarmente chiari. Soprattutto il dolore può essere scambiato per altre tipologie di malattia, a seconda del punto ove il virus ha deciso di sfogarsi.
Per questo motivo la chiamata dell’ambulanza o l’anamnesi in Pronto Soccorso possono chiarire molte questioni. Dopo alcuni giorni dall’insorgere dei dolori e dei primi sintomi, l’eruzione cutanea svela la situazione. L’eruzione cutanea è da trattare con delicatezza, ma non lascia nessun segno sul volto, sulla fascia del tronco o sul bordo degli occhi, zone dove il virus solitamente si evidenzia con il cosiddetto dermatomo.
Come detto la principale preoccupazione del soccorritore – se nota il rash – è di evitare il contatto, perché il fuoco di Sant’Antonio è contagioso. Il virus zoster che causa questa malattia è responsabile anche della varicella. Le due malattie però si possono trasmettere in modi differenti, e soprattutto bisogna stare tranquilli su un fattore: il virus zoster del fuoco di S. Antonio quando è inattivo non è mai, in nessun caso, contagioso.
Quando invece il virus è in stato attivo, e causa l’herpes zoster o la varicella, la precauzione di evitare il contatto epidermico è importante. Starnuto e colpi di tosse ovviamente possono causare il contagio, per cui se si sospetta che segni e sintomi possono portare ad una diagnosi di herpes zoster, il soccorritore che non sia vaccinato in tal senso dovrebbe utilizzare per precauzione una mascherina.
Quali sono le forme di fuoco di S.Antonio più aggressive?
Quasi tutti i casi di Herpes Zoster non sono pericolose per la sopravvivenza. Esistono però situazioni in cui l’attenzione deve essere elevata, e le decisioni che devono essere prese dallo staff medico devono essere rapide. Il soccorso pre-ospedaliero solitamente non interviene, delegando trattamenti, anamnesi e diagosi allo specialista di Pronto Soccorso, anche quando sull’ambulanza c’è il medico. Ma ci sono alcune situazioni che tutti, pazienti e famigliari dei pazienti, dovrebbero tenere monitorati in caso di herpes zoster. L’Herpes zoster multimetamerico (ovvero con più escrescenze su più zone del corpo del paziente) è stato in passato collegato ai pazienti immunodeficienti. Ma un ottimo articolo di EMPills spiega perché questo non sia più così peculiare, e perché questa malattia deve portare a ricercare con esami diagnostici cause di questo tipo.
Il fuoco di Sant’Antonio oftalmico
Quando l’herpres zoster coinvolge l’occhio e il nervo trigemino si ha un virus che può potenzialmente creare gravi danni alla vista. Le strutture dell’occhio infatti sono delicate e il virus può essere molto aggressivo. Il primo segno sono le vescicole che compaiono sulle ali del naso, e il ricovero in Pronto Soccorso è necessario perché le terapie sono necessarie anche dopo 72 ore dall’insorgenza dell’episodio. Sempre sul volto, è rara ma dolorosa la sindrome di Ramsay Hunt, che è possibile vedere quando il nervo colpito è il gangio genicolato. La manifestazione che viene riportata è legata ad una sindrome influenzale con un forte dolore otalgico. Fra i 3 ed i 7 giorni dopo la comparsa del dolore, iniziano i rash sul padigliore auricolare, la membrana del timpano, il palato molle e i 2/3 anteriori della lingua. In questo caso, il fuoco di sant’antonio può causare sordità, acufeni, vertigini e paralisi periferica del VII nervo cranico.
L’Herpes Zoster diffuso
Con i pazienti immunodepressi invece il fuoco di sant’Antonio può essere bilaterale o diffuso su più nervi. La situazione accade, a volte, nei pazienti che stanno subendo trattamenti chemioterapici.
La necessità principale in emergenza è comunque quella di recuperare il maggior storico informativo possibile, affinché il medico di Pronto Soccorso possa sospettare e diagnosticare con precisione la malattia, per un percorso curativo appropriato.
Consigli per la cura del Fuoco di Sant Antonio
Essendo un virus, non esiste una cura che cancelli completamente il fuoco di Sant Antonio dall’organismo. I farmaci antivirali aiutano nel rendere la malattia più breve e meno grave, e possono ridurre il rischio di sviluppare patologie successive, come la nevralgia post-erpetica. Il medico può prescrivere anche farmaci per il trattamento del dolore, che non hanno controindicazioni specifiche contro l’infezione. Solitamente, il fuoco di Sant Antonio regredisce spontaneamente fra i 15 e i 20 giorni. E’ importante rivolgersi rapidamente al 118 o al medico di base per iniziare quanto prima una terapia antivirale adeguata.
I consigli di primo soccorso più efficaci riguardano la pulizia della ferita e l’attenzione ad evitare situazioni di sovrainfezione batterica.