I disturbi del controllo degli impulsi: la ludopatia, o disturbo da gioco d’azzardo

Parliamo di ludopatia: i Disturbi del Controllo degli Impulsi sono una categoria diagnostica riconosciuta solo recentemente. Disturbi quali il gioco d’azzardo patologico, la piromania (di cui ho già trattato in un articolo precedente), la cleptomania e il disturbo esplosivo intermittente hanno ricevuto inquadramento diagnostico solo col DSM III (American Psychiatric Association, 1980)

Solo sette anni dopo, nel DSM III–R (American Psychiatric Association, 1987) è stato riconosciuto valore diagnostico anche alla tricotillomania.

Rispetto al precedente DSM-IV, una modifica apportata che potremmo considerare fondamentale è lo spostamento del gioco d’azzardo patologico nel capitolo delle dipendenze (Substance-Related and Addictive Disorders).

Lo spostamento del disturbo da gioco d’azzardo (GAP o Gambling Disorder), come viene ora denominato nel nuovo Manuale, è l’espressione di un cambiamento epistemologico che riguarda sia il GAP, sia le dipendenze nel loro complesso.

Ludopatia: l’esordio dei sintomi si può presentare già durante l’adolescenza ma può anche avvenire durante la tarda età adulta

L’andamento del disturbo è esponenziale, in quanto aumenta progressivamente nel tempo sia per frequenza che per quantità delle scommesse effettuate.

Solitamente la condotta viene messa in atto quando vengono sperimentate emozioni negative come ansia, tristezza, senso di colpa, ecc.

Si riscontrano frequentemente delle relazioni problematiche con i membri della propria famiglia dovuti alle numerose menzogne e/o alle richieste di aiuto finanziario destinate loro.

ALCUNI DATI RELATIVI ALLA LUDOPATIA

La dimensione del fenomeno “Gioco d’Azzardo” in Italia è difficilmente stimabile in quanto ad oggi non esistono studi accreditati, esaustivi e validamente rappresentativi del fenomeno.

Gli studi effettuati finora sono stati promossi da Istituti di ricerca diversi, utilizzando strumenti di rilevazione diversi (per cui i risultati non sono confrontabili) ed anche una diversa terminologia.

La popolazione italiana totale è stimata in circa 60 milioni di persone, di cui il 54% ha risposto affermativamente, durante un’indagine, alla seguente domanda: “Lei ha giocato d’azzardo almeno una volta negli ultimi 12 mesi?”.

In base a dati forniti dal Ministero della Salute (2012), la stima dei giocatori d’azzardo problematici varia dall’1,3% al 3,8% della popolazione generale, mentre la stima dei giocatori d’azzardo patologici varia dallo 0,5% al 2,2%.

Il Ministero della Salute dal 2011 finanzia un progetto sperimentale nazionale sulle dipendenze comportamentali per la sorveglianza, il coordinamento e il monitoraggio degli interventi.

Nel 2011, è stata avviata un’indagine da parte del DPA, coinvolgendo le Regioni e le Provincie Autonome Italiane, che ha permesso di rilevare parzialmente una quota di soggetti trattati presso i Dipartimenti delle Dipendenze/Ser.D.

Non hanno partecipato a questa ricerca, senza quindi fornire dati, l’Emilia-Romagna, la Toscana, la Basilicata, la Sardegna, l’Umbria, la Valle d’Aosta e le Marche.

Il campione, se pur parziale, risulta comunque interessante e consta di 4.544 soggetti, di cui l’82% maschi e il 18% femmine.

Le fasce di età più rappresentate nei maschi erano quelle comprese tra i 35 e i 54 anni, mentre nelle femmine erano quelle comprese tra i 45 e i 64 anni.

La maggior parte delle quote in entrata dei giochi d’azzardo riguarda le slot machine (56,3%); secondariamente, le lotterie (12,7%), e quindi i giochi a distanza (10,5%).

NORMATIVA DI RIFERIMENTO RISPETTO ALLA LUDOPATIA

Il decreto Balduzzi sul Gioco d’Azzardo del settembre 2012, convertito in legge nel novembre 2012, ha stabilito delle norme per contrastare la patologia da Gioco d’Azzardo, ma non riguarda la regolamentazione del gioco stesso.

Il Dipartimento Politiche Antidroga ha messo a punto una proposta di possibili Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) per il Gioco d’Azzardo problematico e patologico, che riportiamo qui di seguito:

  1. Diagnosi precoce dei comportamenti a rischio e dei fattori di vulnerabilità dei giocatori d’azzardo;
  1. Assessment iniziale multidisciplinare (medico, psicologico, sociale, educativo, legale) dei pazienti con GAP e successiva diagnosi specialistica (mediante strumenti standard e tecniche validate);
  2. Diagnosi delle patologie eventualmente correlate (psicologiche, psichiatriche, internistiche);
  3. Supporto generale mediante colloqui di counseling motivazionale;
  4. Terapie cognitivo-comportamentali individuali e/o di gruppo in associazione con interventi di auto aiuto;
  5. Trattamenti farmacologici specialistici per le comorbilità associate;
  6. Supporto di counseling alla famiglia;
  7. Diagnosi e trattamenti per la dipendenza da sostanze stupefacenti e da alcol,
  8. Interventi specifici per la prevenzione e gestione delle recidive;
  9. Interventi specifici per la valutazione e la prevenzione del rischio suicidario.

IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO

Quando il gioco d’azzardo diventa patologico? Quando, cioè, diventa una malattia? Giocare d’azzardo, di per sé, come abbiamo già visto, non è un comportamento patologico, ma può evolvere in patologia, quando diventa un comportamento reiterato in una persona vulnerabile. Possiamo distinguere tre forme di gioco d’azzardo, che possono anche essere tre stadi nel processo di evoluzione della patologia:

IL GIOCO D’AZZARDO INFORMALE E RICREATIVO: è un comportamento fisiologico nell’essere umano in cui il gioco è saltuario, è motivato dalla socializzazione e dalla competizione, porta ad una spesa contenuta;

IL GIOCO D’AZZARDO PROBLEMATICO: è un comportamento che mette a rischio la salute psicofisica e sociale dell’individuo e che può avere una possibile evoluzione prognostica negativa verso una forma di malattia. Nel comportamento problematico, il gioco è periodico e determina un aumento sia del tempo trascorso giocando sia delle spese dedicate al gioco;

IL GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO: è una malattia neuro-psicobiologica, in cui il comportamento di gioco è quotidiano o intensivo, sono presenti il craving (desiderio incontrollabile di giocare) e l’insorgenza di sentimenti di inquietudine quando si è impossibilitati a giocare, le spese dedicate al gioco diventano elevate con conseguenti indebitamenti.

LUDOPATIA: I SINTOMI SENTINELLA DA GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO

I principali segnali del passaggio dalla condizione di gioco ‘azzardo ricreativo alla condizione di gioco d’azzardo problematico sono:

  1. intensificazione degli accessi al gioco
  2. aumento delle spese
  3. comparsa di pensieri ricorrenti di gioco
  4. comparsa di distorsioni cognitive e fantasie di super vincite
  5. ricerca di ambienti di gioco sempre più specializzati
  6. il comportamento di gioco diventa centro esclusivo di interesse.

I segnali del passaggio da gioco d’azzardo problematico a gioco d’azzardo patologico invece sono:

  1. comparsa delle menzogne
  2. depauperamento delle risorse finanziarie
  3. modificazione delle abitudini alimentari e della puntualità
  4. piccoli furti domestici
  5. cambiamenti dell’umore
  6. cambiamenti delle amicizie e dei luoghi di frequentazione
  7. aumento dell’aggressività
  8. aumento del tempo dedicato al gioco con riorganizzazione delle attività e delle relazioni nel tempo
  9. indebitamento.

TRATTAMENTO DEL DISTURBO DA GIOCO D’AZZARDO PATOLOGICO

La ludopatia è a tutti gli effetti una malattia psichiatrica che può e deve essere trattata. Intervenire fin dai primi segnali di problematicità connessa al gioco aumenta le possibilità di risolvere il problema in tempi brevi, evitando di complicare la situazione personale e familiare con contrasti relazionali scatenati dalla dipendenza e dalle perdite economiche conseguenti, peggioramento del benessere psicofisico globale, difficoltà lavorative e, talvolta, problemi con la giustizia.

Purtroppo, spesso, il giocatore patologico rifiuta di ammettere l’evidenza della propria condizione e ignora l’invito di familiari e amici a intraprendere una terapia, almeno fintanto che le perdite economiche e il deterioramento dei rapporti interpersonali non lo pongono in un vicolo cieco da cui è possibile uscire soltanto affidandosi a specialisti esperti nel trattamento di questo tipo di dipendenza.

Un primo approccio efficace per affrontare la ludopatia si basa su interventi psicoterapici, come la terapia cognitivo-comportamentale, focalizzata sull’analisi dei meccanismi alla base della dipendenza e sull’individuazione di strategie pratiche che permettono di gestirla nella vita quotidiana, anche attraverso l’esposizione controllata allo stimolo al gioco.

Lo scopo è rimuovere false credenze e pensieri negativi che sostengono la dipendenza e sostituirli con altri più realistici e positivi che permettono di combatterla.

Generalmente, questo tipo di intervento richiede alcuni mesi per portare a miglioramenti tangibili e, da solo, può risolvere le forme di gioco “problematico” lieve o moderato.

Per i casi di ludopatia più severa e consolidata (specie se associata a stati ansioso-depressivi o ad altre patologie psichiatriche), accanto alla psicoterapia, è spesso indispensabile prevedere una terapia farmacologica.

Inoltre, la disponibilità di un familiare o di un amico a supportare la persona che soffre di gioco patologico durante il percorso di cura, rafforzandone la motivazione all’astinenza e offrendo comprensione, affetto e occasioni di interazione e svago alternative può rivelarsi estremamente preziosa per facilitare il recupero.

Non si tratta, evidentemente, di un compito facile, ma vale la pena fare almeno un tentativo.

Articolo scritto dalla dottoressa Letizia Ciabattoni

PER APPROFONDIRE:

I disturbi del controllo degli impulsi: la cleptomania

La Sindrome di Stoccolma: quando la vittima si schiera a favore del proprio carnefice

La Sindrome di Gerusalemme: chi colpisce e in cosa consiste

La Sindrome di Notre-Dame de Paris che dilaga soprattutto tra i turisti giapponesi

FONTI

https://www.info.asl2abruzzo.it/files/mmg_giocopatologico_materialeessenziale.pdf

https://www.difesa.it/SMD_/approfondimenti/benessere-e-salute/il-disagio-psichico/Pagine/Ludopatia.aspx

https://www.iss.it/documents/20126/0/Rapporti-ISTISAN.pdf/050a2c37-6383-3bcf-4b18 6f549e975359?t=1576340842570

https://www.istitutobeck.com/disturbo-controllo-impulsi

https://www.raffaellocortina.it/scheda-libro/american-psychiatric-association/dsm-5-manuale-diagnostico-e-statistico-dei-disturbi-mentali-edizione-in-brossura-9788860306616-1535.html

https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/2040/articoli/22162/

https://www.dipendenze.com/di-cosa-ci-occupiamo/gioco-azzardo-patologico

http://www.gambling.it/bulletin-2013-3/79-il-gambling-patologico-nel-nuovo-dsm-5-di-graziano-bellio

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