I tratti calloso anemozionali nei disturbi da comportamento dirompente: parliamo di disturbo oppositivo provocatorio

Tratti calloso anemozionali: che cosa sono? Nello studio dei Disturbi del Comportamento Dirompente sono state considerate diverse variabili che vanno da fattori biologici a quelli più prettamente psicosociali e sono state proposte osservazioni psicologiche e neuroscientifiche in grado di descrivere in parte i meccanismi all’origine delle difficoltà comportamentali riscontrate durante lo sviluppo

Il Disturbo Oppositivo Provocatorio (DOP) e il Disturbo della Condotta (DC) possono trovarsi in associazione, dal momento che è stato osservata, in modo significativo, la presenza di comportamenti oppositivo-provocatori in giovani che hanno successivamente sviluppato problemi di condotta, tuttavia non ci sono consensi unanime a conferma del fatto che un Disturbo Oppositivo Provocatorio presente durante l’infanzia avrà necessariamente un’evoluzione in un Disturbo della Condotta.

I Disturbi del Comportamento Dirompente e i tratti calloso anemozionali

Un altro fattore preso in considerazione nello studio dei Disturbi del Comportamento Dirompente riguarda i tratti calloso-anemozionali (callous-unemotional, CU), da sempre considerati elementi cruciali nella psicopatia (Frick, 2008) e caratteristici di quei soggetti, bambini e adolescenti, che mostrano mancanza di senso di colpa, mancanza di empatia e superficialità emotiva, e che possono ritenersi un sottogruppo specifico di Disturbi del Comportamento Dirompente con rischio aumentato di evoluzione in personalità antisociale.

I tratti calloso- anemozionali sono stati presi in esame per comprendere i motivi alla base della disregolazione emotiva che si ritrova in alcuni soggetti con problemi di condotta mentre in altri no, e il ruolo che riveste l’aggressività in tali manifestazioni emotive.

Che cosa caratterizzano i tratti calloso anaemozionali?

L’insensibilità ai vissuti degli altri, l’assenza di senso di colpa e quindi la tendenza alla manipolazione che si ritrova nei soggetti con tratti calloso-anemozionali, conducono all’idea che l’aggressività sia strumentale al raggiungimento dei propri scopi (aggressività proattiva) e dunque è raro assistere a disregolazioni emotive eccessive.

Viceversa, individui con problemi nella sfera della condotta che non presentano tratti calloso-anemozionali, mostrano un’aggressività di tipo reattivo che si palesa a seguito di situazioni sociali attivanti (provocazioni, umiliazioni ecc.) ed è stata associata a contesti ambientali sfavorevoli ed a inefficienza nelle cure parentali (Wootton, 1997).

La difficoltà nella regolazione emotiva potrebbe trovare origine in una forte suscettibilità a situazioni sociali emotivamente attivanti che si traduce in agiti impulsivi a seguito dei quali il bambino/adolescente, senza tratti calloso-anemozionali, potrebbe provare pentimento.

I tratti calloso (mancanza di senso di colpa ed empatia) ed anemozionale (emozioni superficiali) (CU) sono parte del concetto di psicopatia: uno studio

Definiscono un sottogruppo specifico di Disturbi da Comportamento Dirompente (DCD), a rischio aumentato di una evoluzione antisociale.

“Abbiamo esplorato – riferiscono i ricercatori dell’Università di Messina –  le implicazioni della psicopatia e dei tratti CU in un campione clinico con DCD ed in un campione epidemiologico.

Il campione clinico ha compreso 81 pazienti con diagnosi di DCD (età da 6 a 16 anni), mentre il campione epidemiologico ha incluso 214 studenti (di età compresa tra 6 e 14 anni) che sono stati sottoposti ad uno screening per disturbi comportamentali con uno strumento compilato dagli insegnanti (Strength and Difficult Questionnaire), sulla base del quale 19 di loro sono risultati presentare un significativo disturbo del comportamento dirompente.

Tutte le misure della psicopatia e della dimensione CU sono risultate distinguere i 19 soggetti selezionati per disturbi del comportamento dal resto del campione scolastico.

Le stesse variabili, indipendentemente dalla diagnosi principale (disturbo oppositivo-provocatorio o disturbo della condotta) e dalla comorbidità, hanno distinto il campione clinico dai soggetti non patologici del campione scolastico.

Nel campione clinico i tratti psicopatici e CU non sono stati influenzati dalla comorbidità.

I soggetti individuati dal campione scolastico per disturbo del comportamento e i pazienti con DCD del campione clinico presentano una distribuzione analoga sia dei tratti psicopatici sia dei tratti CU.

La psicopatia ed i tratti CU possono essere un elemento centrale nell’individuazione dei soggetti a più elevato rischio rischio nell’ambito dei DCD, sia in popolazioni cliniche che non cliniche.

Queste variabili possono essere esplorate con strumenti standardizzati specifici per l’età evolutiva.

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Fonte dell’articolo:

Università di Messina

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