Il maltrattamento e l'abuso sessuale nel bambino. Parte 1
Dr. Angelo Giusto MD
Medico dell’Emergenza
Dr. ssa Anna Costa MD e Dr. ssa Silvia Zecca MD
Medico Pediatra – S.C. di Pediatria e Neonatologia, Ospedale S. Paolo – Savona
Maltrattamento e abuso sessuale nel bambino, inquadramento del problema: un po’ di storia…
Già dal 1997, i programmi di formazione dei Paramedici USA prevedevano, in molte realtà, un “capitolo” relativo alla individuazione, riconoscimento e gestione dei maltrattamenti e degli abusi sessuali nella popolazione infantile.
In Italia, con l’introduzione del Corso PEPP (Pediatric Education for Pre-Hospital Professionals) negli anni 2004/2005 tale problematica viene portata a conoscenza degli Operatori dei soccorsi pre-ospedalieri (118). Se ne comincia a prendere coscienza.
Chi si prende cura di un piccolo Paziente, DEVE essere posto nella condizione di poter riconoscere le situazioni pericolose o anche solo potenzialmente a rischio, di modo da poter adottare tutti i comportamenti e attivare le migliori procedure atte alla tutela del minore, ed interrompere il circolo vizioso del maltrattamento, dell’abuso, e della paura.
Studi recenti stimano che in Italia ci siano quasi 100.000 i minori vittime di un maltrattamento (la popolazione globale minorile italiana era 10.574.660 al 1° gennaio 2012). Sei bambini su 1000 subisce abusi sessuali e la violenza assistita colpisce 16 bambini su 1000.
Il maltrattamento durante l’infanzia procura, oltre ai gravi danni di salute mentale e fisica per il minore, anche una spesa rilevante per la società, generando interventi di protezione o trattamento delle vittime, che si traducono in costi diretti per il bilancio pubblico. Un costo stimato ora in circa 13,056 miliardi di euro annui, ovvero lo 0,84% del Pil, secondo uno studio promosso dall’Università Bocconi, Terre des Hommes Italia e il Coordinamento Italiano dei servizi contro il maltrattamento all’infanzia (Cismai).
Maltrattamento e abuso sessuale nel bambino: per capire di cosa si parla: qualche definizione
MALTRATTAMENTO
Si parla di maltrattamento, in generale, qualora una persona, adulto o minore, sia sottoposta a violenza di tipo fisico o morale.
Vi sono varie definizioni del maltrattamento ai minori, tra le quali probabilmente quella formulata dall’OMS nel 1999 appare meglio esaustiva: «Per maltrattamento all’infanzia si intendono tutte le forme di cattiva cura fisica e affettiva, di abusi sessuali, di trascuratezza o di trattamento trascurante, di sfruttamento commerciale o altre, che comportano un pregiudizio reale o potenziale per la salute del bambino, la sua sopravvivenza, il suo sviluppo o la sua dignità nel contesto di una relazione di responsabilità, di fiducia o di potere».
ABUSO
Abuso fisico: avviene quando una persona infligge intenzionalmente, o permette che venga inflitta, una lesione ad un bambino, ad un minore, o ad un disabile, tale da rappresentare causa o rischio di morte, deturpazione, o distress. La lesione associata al maltrattamento del bambino può essere fisica o emotiva.
Abuso emotivo: avviene quando vi sia l’applicazione di uno schema continuato e consistente di comportamenti che interferiscono con il normale sviluppo psicologico e sociale del bambino.
Abuso sessuale: È il coinvolgimento di un minore in attività sessuali anche non caratterizzate da violenza esplicita, da parte di un adulto (che quasi sempre è una figura di riferimento per il bambino), sia esso nell’ambito strettamente familiare, sia nell’ambito delle relazioni extra familiari (luoghi di aggregazione, attività sportive, scuola). L’abuso sessuale viene effettuato sul minore attraverso atti non esplicitamente violenti, è prevalentemente agito da un adulto, che ha una relazione significativa con il minore, con modalità falsamente ludiche ed ambigue, che sfruttano la relazione affettiva, o il ruolo di autorità, utilizzando però una comunicazione di tipo sessuale assolutamente inadeguata e dannosa per i bambini.
NEGLIGENZA
Per estensione, anche la negligenza si configura nella sfera dell’abuso: avviene quando la condizione fisica, mentale o emotiva del bambino viene danneggiata o messa in pericolo qualora chi si deve prendere cura del bambino non lo faccia nella maniera più appropriata. L’uso da parte dei genitori, o dei caregivers in generale, di alcool o droghe rientra pienamente nel concetto. Negligenza è la mancanza di agire nel nome del bambino. Negligenza comprende il porre in essere, o l’omettere, atti che abbiano rilevanza sulla sfera cognitiva, affettiva e sociale del bambino. E’ sostanzialmente un atto di omissione. La negligenza può non avere segni visibili, e di solito avviene durante un lungo periodo di tempo. Può inoltre essere fisica o emotiva: nel primo caso è la mancanza ad incontrare i requisiti base per lo sviluppo fisico del bambino, come la supervisione, l’alloggio, il vestiario, le attenzioni mediche, la nutrizione, e il supporto; nel secondo caso è la mancanza nel fornire supporto o l‘affetto necessario per lo sviluppo psicologico e sociale del bambino.