Impetigine, come riconoscerla e come curarla

L’impetigine appartiene al vasto gruppo delle piodermiti, infezioni pustolose della cute provocate da germi piogeni (cioè che producono pus)

È una malattia caratterizzata da vescicole e pustole che insorgono su cute sana, sono inoculabili e autoinoculabili (cioè si trasmettono per contatto da ammalato a sano e si moltiplicano nello stesso paziente per toccamento), guariscono formando una crosta giallastra che, una volta caduta, non lascia cicatrici.

Cause dell’infezione

I due microbi responsabili dell’impetigine sono lo stafilococco e lo streptococco, spesso presenti entrambi nella stessa sede, per cui è difficile stabilire quale sia il germe primitivo e quale quello insorto come colonizzatore secondario.

La distinzione è importante in quanto la terapia dei due batteri è differente.

Forme cliniche dell’impetigine

Tradizionalmente l’impetigine viene distinta in due forme cliniche che differiscono tra di loro sia per epidemiologia sia per manifestazioni cliniche.

Impetigine di Tilbury-Fox, detta anche impetigine volgare o impetigine streptococcica

È causata dallo streptococco e colpisce generalmente i bambini da 5 a 7 anni, con un’incidenza massima durante agosto e settembre e un secondo picco all’inizio della primavera, senza distinzione di sesso.

Tra gli adulti prevale invece nel sesso maschile, con possibili epidemie in luoghi di comunità (caserme, seminari): in questi casi la contagiosità è molto alta, e non necessariamente legata ad una scarsa igiene (che in ogni caso predispone al contagio).

Impetigine di Bockart, detta anche impetigine stafilococcica, impetigine ostio-follicolare acuta o impetigine bollosa

È la forma più frequente, generalmente causata dall’insediamento dello stafilococco, senza associazione con altri batteri, dentro gli osti follicolari cutanei.

Colpisce tutte le età, con incidenza massima durante l’estate e normalmente si manifesta come caso isolato, anche se possono nascere piccole epidemie legate alla convivenza in famiglia o in comunità affollate (asili, scuole).

Non è legata alle condizioni di igiene della cute ma alla presenza di minime escoriazioni o lesioni da grattamento, che favoriscono l’insediamento del batterio.

Impetigine: quali sono i sintomi

L’impetigine di Tilbury-Fox inizia generalmente con la formazione di una vescicola unica, di 4-5 mm di diametro, ripiena di un liquido sieroso limpido che in breve tempo si intorbida e diviene purulento.

La cupoletta della vescicola si affloscia ed essendo sottilissima si rompe facilmente, lasciando fuoriuscire il contenuto sieroso o purulento, che forma una crosta gialla su una zona cutanea arrossata.

Se la dimensione della vescicola è cospicua si parla di impetigine bollosa, ed accanto alla vescicola/bolla iniziale possono nascere facilmente lesioni successive, che tendono a confluire dando origine a croste estese con margini policiclici.

La malattia predilige il volto, con una rapida disseminazione degli elementi per autoinnesto

L’evoluzione di ogni singolo elemento dura 4-8 giorni, lasciando alla caduta della crosta una chiazza arrossata che però scompare completamente con il tempo.

Questo decorso è tipico della malattia trattata con antibiotici: in assenza di terapia l’impetigine può durare settimane o mesi, con rialzi febbrili ricorrenti e risentimento linfatico regionale.

L’impetigine di Bockart è caratterizzata da elementi vescicolosi che fin dal loro esordio si presentano ripieni di un contenuto cremoso, denso, giallo-verdastro.

A differenza delle vescicole della forma precedente, queste sono molto resistenti e difficilmente si rompono, formando una cupoletta che spesso è situata a livello di un ostio follicolare e che, in tal caso, è centrata da un pelo.

Sono sempre circondate da un alone arrossato.

L’evoluzione è come quella della forma precedente, ma l’infezione non ha predilezione di sede o di età.

Qualsiasi agente che alteri l’integrità della cute (lesioni da grattamento, escoriazioni, agenti chimici irritanti) costituisce un fattore favorente.

Come diagnosticare l’impetigine

Non è difficile: la presenza di elementi vescicolosi e crostosi, a disseminazione per auto-inoculazione, a sede asimmetrica orienta facilmente verso la diagnosi. Il contenuto delle vescicole e la loro morfologia suggerisce inoltre quale batterio sia in causa: vescicole fragili, a contenuto sieroso nelle forme da streptococco; vescicole resistenti, a contenuto purulento giallo-verdastro nelle forme da stafilococco.

Tenendo presente che molto spesso sono forme miste.

Terapia per l’impetigine

Per un’efficace terapia locale su cute detersa è sufficiente a debellare l’impetigine: si devono aprire asetticamente le vescicole e le pustole ancora chiuse, eliminare le croste ed effettuare medicazioni con pomate antisettiche o antibiotiche.

A queste ultime, però, è opportuno per motivi batteriologici preferire la somministrazione di antibiotici per via orale, orientandosi sulla “vecchia” penicillina o sull’eritromicina, efficace sia sullo streptococco sia sullo stafilococco.

Per approfondire:

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