Infarto: le nuove linee guida per riconoscere i sintomi
Infarto, pubblicate negli USA le nuove linee guida: in Italia, le malattie cardiovascolari sono ancora oggi la prima causa di decesso, rappresentando il 34,8% della totalità delle morti
Per quanto riguarda l’infarto miocardico acuto, i dati ci indicano però una positiva riduzione delle ospedalizzazioni, un miglioramento che si associa alla diffusione capillare di corrette informazioni nell’ambito della prevenzione e a una maggiore velocità nella diagnosi e nella valutazione della situazione clinica del paziente.
Saper riconoscere i sintomi di un infarto del miocardio, infatti, sia da parte del paziente che andrà in pronto soccorso, sia da parte degli specialisti che lo prenderanno in carico, è fondamentale per intervenire tempestivamente e salvare la vita.
Ma come si riconoscono i sintomi di un infarto?
La prestigiosa rivista Circulation ha pubblicato a ottobre 2021 le nuove linee guida indicate dall’American Heart Association e dall’American College of Cardiology proprio per la sintomatologia dell’infarto del miocardio.
Spesso, infatti, il sintomo che si associa automaticamente all’infarto è il dolore al petto, ma vi sono altri segnali che è fondamentale saper riconoscere e che possono essere differenti per gli uomini e per le donne.
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Infarto: i sintomi da non sottovalutare
Quelle espresse da American Heart Association e American College of Cardiology, sono linee guida fondamentali, che sottolineano l’importanza di saper valutare adeguatamente il dolore toracico.
Si tratta infatti un sintomo tipicamente cardiaco, ma sono le sue caratteristiche e l’associazione con altri sintomi a indicare se il paziente sia interessato effettivamente da infarto o se l’origine del malessere sia di natura differente.
Ciò che sottolineano le linee guida, dunque, è l’importanza di valutare la sintomatologia associata al dolore toracico.
Si tratta di manifestazioni come il respiro corto, l’irradiazione del dolore alle braccia, alle spalle e al giugulo e altri sintomi che a volte non vengono considerati come cardiaci: la nausea, per esempio. Insomma, sono tutti aspetti che uno specialista deve considerare quando si trova a valutare un paziente che lamenta un dolore al torace.
I sintomi dell’infarto nelle donne
L’infarto, inoltre, si presenta con sintomi differenti a seconda del genere di appartenenza.
Quando parliamo di sesso femminile, bisogna prestare particolare attenzione ai sintomi ‘atipici’, rispetto a quelli che possono immaginare quando si pensa a un problema acuto cardiovascolare, come il dolore toracico correlato all’affanno.
Le donne, dunque, devono considerare anche dolori che non sono circostanziati al centro del petto, ma che coinvolgono le spalle e la schiena, oppure a una ridotta tolleranza allo sforzo, all’esercizio.
La nausea è un altro elemento importante che, valutato in un determinato contesto clinico, può condurre alla diagnosi di un disturbo cardiologico acuto.
I sintomi dell’infarto negli uomini
Questo non deve portare a sottovalutare la sintomatologia ‘tipica’, perché può aiutare a riconoscere tempestivamente un infarto acuto, soprattutto nel sesso maschile.
Gli uomini, infatti, presentano abitualmente sintomi come un dolore oppressivo al centro del petto della durata superiore ai 10-15 minuti, associato al respiro corto.
Chi dovesse riscontrare queste manifestazioni deve cercare prontamente soccorso, senza aspettare, perché solo un trattamento tempestivo può salvare la vita.
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L’importanza di un intervento tempestivo
Davvero un intervento tempestivo salva la vita: dai dati, infatti, risulta che tra i cittadini adulti che accedono al pronto soccorso per dolore al torace, solo il 5% non è effettivamente interessato da una sindrome coronarica acuta.
Le linee guida espresse su Circulation, dunque, indicando la correlazione tra il dolore toracico e altre manifestazioni, sottolineano la necessità di considerare differenti sintomi come possibili campanelli d’allarme di un infarto.
Il rischio di attribuire un’altra causa a un dolore al torace associato ad altra sintomatologia è infatti molto alto e può impedire un pronto intervento per salvare la vita del paziente.
Per approfondire:
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