Ipnosi nell’emergenza: ambiti e possibilità di uno strumento a disposizione del soccorritore 118
Il termine ipnosi è fin dalla propria nascita circondato da un alone di elementi certi ed altri fantasiosi o addirittura falsi. Di fatto è una procedura adottata nei protocolli di emergenza e soccorso di varie parti del mondo da anni.
IPNOSI NELL’EMERGENZA, RUOLO E AMBITI
Esistono svariate tecniche di induzione dell’ipnosi, alcune estremamente veloci, che, con sequenze precise di gesti e parole, agiscono sull’assetto neuro-muscolare del soggetto trattato e ne facilitano il soccorso.
Naturalmente l’apprendimento di queste tecniche esula dalle possibilità di un articolo, più o meno lungo e più o meno approfondito: i corsi sono ad appannaggio di professionisti affermati, il lettore ne troverà svariati con relativa facilità.
Gli ambiti di applicazione dell’emergenza dell’ipnosi sono svariati, e sovente correlati a situazioni che, per il proprio impatto sulla vita quotidiana del paziente, impediscono la capacità di fronteggiare un evento.
La psicologia dell’emergenza si occupa quindi della cura delle persone coinvolte in eventi critici.
IPNOSI NELL’EMERGENZA, QUALCHE ESEMPIO
Qualche esempio:
• maxi-emergenze, che si riferiscono a eventi di grande portata collettiva;
• calamità naturali (terremoti, frane, tsunami, ecc.);
• atti delinquenziali (violenza, violenza assistita, rapimenti, torture, ecc.);
• disastri ambientali e sanitari (la recentissima pandemia da coronavirus COVID-19);
• eventi critici di tipo sociale (attacchi terroristici, sommosse, ecc.)
VITTIMA PRIMARIA, SECONDARIA E TERZIARIA
Gli interventi nei quali può essere applicata l’ipnosi dell’emergenza possono essere rivolti alla vittima dell’evento traumatico, la vittima primaria, o alle persone a lei vicine, le vittime secondarie.
Ma riguarda anche chi deve, essere umano tra gli esseri umani, fronteggiare problemi collettivi di portata abnorme portando aiuto: i soccorritori sono definiti nella psicologia dell’emergenza vittime terziarie.
E’ quasi superfluo indicarlo: non c’è praticamente soccorritore italiano che non stia metabolizzando interiormente solo ora la gravità di quanto visto e vissuto nei tre mesi appena trascorsi.
I trasporti in biocontenimento, il dialogo che deve essere rassicurante nonostante i DPI, i contagi e le morti tra i colleghi, le restrizioni nei rapporti con i propri familiari a loro tutela. E tanto altro ancora, che al solo scriverlo si ravviva.
IPNOSI DELL’EMERGENZA ED AMBULANZA:
Un ulteriore ambito dell’ipnosi dell’emergenza è di tipo clinico, quindi meno vincolato a situazioni di rara (si spera) probabilità e più legata alla quotidianità del soccorso, al normale turno in ambulanza.
Alcune tecniche di ipnosi sono una forma di auto-aiuto, o di aiuto reciproco che agevolano una migliore performance del soccorritore, per l’appunto dopo un evento traumatico affrontato durante il turno di servizio. Evento che può suscitare le emozioni più disparate e che può agire negativamente a lungo.
Anche durante il ritorno in seno alla propria famiglia.
Un’applicazione pratica per il paziente trattato durante un intervento con ambulanza?
I professionisti di svariate parti del mondo abilitati all’utilizzo delle tecniche di ipnosi concordano tutti su due ambiti principali: irrequietezza che antecede un attacco di panico (ricordiamo che ne soffre una vasta fetta di italiani) e dolori intensi come quello addominale o da frattura.
Oltre, naturalmente, alle meno frequenti forme di ipersensibilità a farmaci.
I risultati vengono definiti sorprendenti.
E i soccorritori più scettici, al fianco dei colleghi che hanno operato tecniche di ipnosi, si sono spesso ricreduti.
IN CONCLUSIONE, IPNOSI DELL’EMERGENZA STRUMENTO TRA GLI STRUMENTI
L’ipnosi dell’emergenza è quindi uno strumento, uno dei tanti a disposizione del soccorritore che voglia migliorarsi. Non esistono trattamenti validi in assoluto, la cura del paziente in fondo consiste nel saper individuare quello più adatto a ciascuno di essi.
PER APPROFONDIRE:
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