Ipoacusia: definizione, sintomi, cause, diagnosi e trattamento
Quando si verifica una perdita parziale o totale dell’udito da uno o da entrambe le orecchie (monolaterale o bilaterale) si parla di “ipoacusia”
Alcune persone nascono con un deficit uditivo, che prende il nome in gergo medico di ipoacusia congenita, che può essere causata anche da problematiche connesse alla gravidanza (per esempio un’infezione contratta dalla futura mamma e trasmessa al feto) o al parto, mentre altre possono svilupparlo con l’avanzare dell’età (presbiacusia) o come conseguenza di malattie o traumi fisici.
L’ereditarietà e l’esposizione cronica a rumori molto forti sono le principali cause che possono portare alla perdita o ad un indebolimento dell’udito nel corso del tempo permanente.
Esistono altri fattori, come la presenza di un tappo di cerume o di corpi estranei nel condotto uditivo, possono impedire la normale percezione dei suoni, ma ovviamente di tipo transitorio
Le diverse tipologie di ipoacusia
In base alla sede anatomica interessata, le diverse tipologie di ipoacusia possono essere raggruppate in due categorie:
- l’ipoacusia di trasmissione, dove la perdita della capacità uditiva è causata da problemi a carico dell’orecchio esterno o medio (condotto uditivo, timpano) che ostacolano la trasmissione del suono all’orecchio interno;
- l’ipoacusia neurosensoriale, dove invece la perdita dell’udito dipende dalla incapacità di trasformare i suoni in impulsi nervosi (processo che avviene nell’orecchio interno) o di trasmettere gli impulsi dall’orecchio al cervello, a causa di lesioni o patologie del nervo uditivo o del sistema nervoso.
Quando sussistono sia problemi al sistema di trasmissione del suono e sia di natura neurologica, si parla di ipoacusia mista.
I livelli dell’ipoacusia
La perdita di udito può essere lieve, moderata, grave o profonda. Attraverso alcuni test dell’udito si può determinare Il livello di ipoacusia in una persona.
Con queste analisi l’udito viene misurato in decibel (dB), fino al livello più basso che il paziente è in grado di sentire.
Alcuni disturbi all’orecchio, come il tinnito, non causano necessariamente la perdita dell’udito.
Di seguito elenchiamo i diversi livelli di perdita dell’udito:
- ipoacusia lieve (deficit acustico tra 25 e 39 dB). Una lieve perdita dell’udito può rendere difficile seguire un discorso, soprattutto in contesti rumorose;
- ipoacusia moderata (deficit acustico tra 40 e 69 dB). In questo caso, il paziente può avere difficoltà a seguire il discorso senza utilizzare un apparecchio acustico;
- ipoacusia grave (deficit acustico tra 70 e 89 dB). Le persone che sono gravemente sorde, di solito, hanno bisogno di usare alcune forme di comunicazione alternativa, come leggere le labbra o imparare il linguaggio dei segni, anche con l’utilizzo di un apparecchio acustico;
- sordità o ipoacusia profonda (deficit acustico >90 dB). I soggetti che sono incapaci di sentire un suono spesso possono trarre beneficio da un impianto cocleare.
I sintomi dell’ipoacusia
La perdita dell’udito può manifestarsi già dalla nascita o svilupparsi in seguito, durante l’infanzia o l’età adulta.
La diminuzione dell’udito si può sviluppare quindi gradualmente con il passare del tempo, in particolare per fattori associati all’esposizione al rumore e all’età.
Qualora in presenza di ipoacusia che si instaura rapidamente le cause sono differenti: un banale tappo di cerume, infezioni o malattie nell’orecchio medio o interno quale l’ipoacusia improvvisa.
Quindi, come si desume da quanto riportato sopra, i sintomi di una ipoacusia possono essere molto vari a partire da:
- i suoni sono ovattati;
- difficoltà a capire le parole e a seguire le conversazioni, specialmente quando c’è rumore di fondo o ci si trova tra una folla di persone;
- si chiede spesso ad altri di parlare più lentamente, in modo chiaro e ad alta voce;
- si avverte il bisogno di alzare il volume della televisione o della radio;
- pressione all’orecchio (a causa di un’alterazione del fluido dietro il timpano);
- vertigini o mancanza di equilibrio;
- ronzio continuo nelle orecchie, detto anche tinnito.
I sintomi nei bambini
Fin dalla nascita i bambini sono regolarmente sottoposti a screening entro le prime settimane dalla nascita, come parte del programma di screening uditivo neonatale (NHSP).
Ma può anche capitare, purtroppo, che alcuni segnali portino a suggerire un’ulteriore valutazione dell’udito, ad esempio se si nota che il bambino:
- entro i quattro mesi di vita, non si gira spontaneamente verso una sorgente sonora;
- non è spaventato da rumori forti;
- manifesta un ritardo nell’imparare a pronunciare le prime parole o queste non sono chiare quando si esprime.
Le cause dell’ipoacusia
I fattori che determinano un’ipoacusia possono essere diversi a partire da:
- patologie dell’orecchio esterno (otite, cerume, esostosi…);
- malattie dell’orecchio medio (otite, otosclerosi,…..);
- patologie dell’orecchio interno (ipoacusia improvvisa, sindrome di Meniere);
- malattie congenite;
- cause legate ad utilizzo di farmaci ototossici;
- fattori ambientali da danno cronico per esposizione al rumore.
A parte queste cause, la diminuzione dell’udito può essere anche una conseguenza naturale dell’invecchiamento (in questo caso si parla di presbiacusia). Sicuramente la ipoacusia può essere legata anche a fattori genetici, malformazioni e traumi che coinvolgono l’apparato uditivo o il cervello.
Trauma acustico
Si parla anche di trauma acustico quando il danno all’orecchio è provocato da rumori eccessivamente forti.
Questo fenomeno può verificarsi quando parte della delicata struttura interna dell’orecchio viene danneggiata a causa dell’esposizione prolungata a rumori forti.
In questo caso le cellule ciliate della coclea si infiammano e vanno incontro ad usura.
Il livello sonoro del rumore e la durata dell’esposizione costituiscono fattori importanti nel determinare un trauma acustico.
Ci sono persone rispetto ad altre più esposte a questa tipologia di rischio e sono:
- chi lavora con apparecchiature che producono un rumore eccessivo, quali martelli pneumatici o particolari strumenti e macchine impiegate in edilizia, agricoltura o lavori in fabbrica. Quando l’esposizione a rumori molto forti rappresenta una componente normale dell’ambiente di lavoro il rischio di sviluppare una ipoacusia o di danneggiare l’udito è maggiore. Anche le improvvise e intense esplosioni, come quelle causate dai fuochi d’artificio o dalle armi possono danneggiare l’udito in modo immediato e permanente;
- chi lavora in ambienti dove c’è sempre musica ad alto volume, come ad esempio il personale di un locale notturno;
- chi ascolta musica ad alto volume con gli auricolari.
Esistono tuttavia altre numerose patologie che possono causare ipoacusia, come ad esempio le malattie infettive quali la meningite, morbillo, rosolia e parotite, la sclerosi multipla, la sindrome di Ménière, i tumori benigni e maligni.
La perdita dell’udito può essere anche determinata dall’utilizzo di alcuni farmaci ototossici (antibiotici, chemioterapici ecc.), ovvero che possono danneggiare.
Come trattare l’ipoacusia
Quando si avverte una perdita anche parziale dell’udito è bene rivolgersi al medico curante o a uno specialista in otorinolaringoiatria per indagarne cause e gravità della condizione uditiva.
Oltre a una valutazione dell’orecchio effettuata con un otoscopio (strumento che consente di osservare il canale uditivo e il timpano), possono essere richiesti ulteriori esami per valutare l’origine del problema e un test audiometrico per accertare l’entità del deficit acustico ed eventualmente una audiometria vocale per inquadrare la capacità di discriminare le parole.
Il trattamento dell’ipoacusia dipende dalle cause scatenanti. In alcuni casi il problema si risolve banalmente eliminando il tappo di cerume o l’accumulo di liquido (insufflazioni endotimpaniche), in altri con una terapia farmacologica mirata, in altri ancora con un intervento chirurgico.
Per alcuni tipi di ipoacusia, come la presbiacusia, si può fare ricorso alle protesi acustiche.
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