Ipoglicemia neonatale: cause, rischi e trattamento

Gli esseri umani appena partoriti hanno un rischio maggiore di ipoglicemia perché bruciano molto glucosio in quanto esseri appena indipendenti; inoltre, hanno spesso scorte insufficienti, poiché la fornitura di glucosio “a cucchiaio” materno-fetale viene interrotta bruscamente con l’interruzione del cordone ombelicale

Pertanto, durante la normale transizione alla vita extrauterina (al momento del parto), la concentrazione di glucosio nel sangue del neonato sano a termine diminuisce nelle prime due ore dopo il parto, ma di solito non scende al di sotto di 40 mg/dL.

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È importante differenziare questa normale risposta fisiologica di transizione da disturbi anormali che provocano ipoglicemia persistente o ricorrente che causa danni neurologici.

Cause dell’ipoglicemia neonatale

Le cause dell’ipoglicemia neonatale rientrano in due categorie:

DIMINUZIONE DELL’APPORTO DI GLUCOSIO:

  • scorte di glicogeno inadeguate, come nei neonati pretermine;
  • alterata produzione di glucosio, come nei disturbi endocrini e metabolici;
  • restrizione della crescita fetale dovuta a problemi alla placenta, che si traduce in neonati piccoli per l’età gestazionale (SGA).

AUMENTO DELL’UTILIZZO DEL GLUCOSIO:

  • iperinsulinismo.

Si verifica nei neonati nati da madri diabetiche, abituate da tempo all’iperglicemia causata dalla glicemia elevata della madre.

I livelli di insulina più elevati del neonato (mantenuti prima della nascita per gestire l’aumento del carico) sono ancora lì per agire contro i livelli di glucosio improvvisamente normali (e più bassi!) dopo la separazione dalla madre.

Il risultato è che i livelli di insulina più elevati agiscono su una quantità di glucosio inferiore a quella che il bambino era abituato a gestire.

La glicemia crolla.

Quanta ipoglicemia è “troppa”?

Sebbene l’ipoglicemia neonatale clinicamente significativa non possa essere definita da un numero esatto di glucosio nel sangue, ai fini delle strategie di gestione sul campo, la glicemia neonatale dovrebbe essere > 70-80 mg/dL, mentre una glicemia < 40-45 mg/dL indica ipoglicemia.

(Anche in questo caso, come sopra, occorre distinguere dalla normale ipoglicemia transitoria che si verifica nel passaggio alla vita extrauterina).

La glicemia neonatale deve essere controllata con tutti i neonati e se i valori di glucosio risultano < 70-80 mg/dL, è necessario eseguire una nuova valutazione della glicemia ogni 30 minuti o 1 ora.

Rischio di ipoglicemia

  • SGA (small-for-gestational-age);
  • LGA (grande per età gestazionale);
  • prematurità (<37 settimane di gestazione);
  • neonati di madri diabetiche;
  • neonati con stress perinatale, come asfissia da parto, pre-eclampsia, sindrome da aspirazione di meconio; e
  • ipertensione materna nella madre

Se si assiste un neonato LGA (> 4 kg), si deve presumere che la madre sia diabetica e si deve effettuare una glicemia sul neonato.

Questa ipotesi e la vostra reazione (ottenere una glicemia) non hanno alcuna controindicazione!

Segni e sintomi dell’ipoglicemia

I neonati ipoglicemici presentano:

  • nervosismo/tremori;
  • sudorazione;
  • irritabilità;
  • tachipnea (respirazione rapida);
  • pallore o colorito pallido;
  • scarsa suzione o alimentazione;
  • pianto debole o acuto;
  • ipotonia (zoppia o letargia);
  • convulsioni;
  • apnea, bradicardia, cianosi;
  • ipotermia.

Considerando l’elenco di cui sopra, è evidente che vi è un notevole incrocio tra esso e i sintomi di ipotermia, ipossia, bradicardia e febbre neonatale.

La linea di fondo ricade sempre sulle ABC e sulla riduzione al minimo della perdita di temperatura neonatale:

►ABCs + mantenimento della temperatura.

Trattamento dell’ipoglicemia neonatale

Il trattamento dell’ipoglicemia neonatale comprende

  • sostenere le vie aeree, la respirazione e la funzione circolatoria (gli “ABC”).

Inoltre,

  • glucosio (D10 è la concentrazione corretta del farmaco per invertire l’ipoglicemia nei neonati), che si stabilisce con una glicemia di 40-45 mg/dL.

Non deve essere somministrato di routine (cioè senza una determinazione della glicemia), nel caso in cui la diagnosi non sia corretta, rischiando di provocare un’iperglicemia.

Dose: da 0,5 a 1 g/kg di glucosio: da 2 a 2,5 mL/kg di soluzione di destrosio al 10%.

Concentrazioni più elevate possono causare danni locali ai tessuti in caso di stravaso. Deve essere somministrato lentamente a 2-3 ml/min. La somministrazione lenta consente di evitare l’oscillazione verso l’iperglicemia, che può causare un’ipoglicemia di rimbalzo, vanificando l’intero scopo.

Le alternative di seguito riportate forniscono da 0,5 a 1 g/kg di glucosio:

  • 5-10 mL/kg D10W
  • bolo di 10-20 mL/kg di D5NS o D5RL

I fluidi caldi per via endovenosa possono aiutare a riscaldare il paziente.

Le condizioni ambientali devono essere mantenute tra 24-26,5°C (75-78°F), ma in caso di ipotermia, il più vicino possibile alla temperatura centrale desiderata.

La struttura di trasporto deve essere attrezzata per gestire neonati ad alto rischio.

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Fonte dell’articolo:

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