Ipotensione arteriosa: soffri di pressione bassa?
L’ipotensione arteriosa può essere definita come una condizione nella quale la pressione sanguigna arteriosa è più bassa rispetto alla normalità
Solitamente, infatti, la pressione si esprime con due valori: la massima o sistolica e la minima o diastolica.
Questi numeri vengono espressi in millimetri di mercurio (mmHg) e sono indicatori fondamentali per controllare la pressione del sangue.
I valori fisiologici della pressione dovrebbero essere: massima inferiore ai 120 mmHg e la minima intorno agli 80 mmHg.
Questi valori sono un riferimento per comprendere se si soffre di alterazioni della pressione sanguigna.
Solitamente, chi soffre di ipotensione arteriosa presenta valori differenti con la sistolica sotto i 100 mmHg e la diastolica sotto i 60 mmHg.
I livelli di pressione possono diventare complessi da gestire e pericolosi per la salute quando la massima scende sotto gli 80 mmHg.
Nonostante questo, però, diversi medici considerano pericolose le alterazioni dei valori della pressione sanguigna in presenza di sintomi più o meno gravi del paziente e non solo in base a questi parametri.
I sintomi dell’ipotensione arteriosa possono essere particolarmente sfumati, a prescindere da fattori quali l’età
Certamente, diversi studi hanno dimostrato come le donne siano più colpite rispetto agli uomini e come ci siano diverse tipologie di ipotensione arteriosa, a seconda dell’età.
Nei soggetti anziani può essere diagnosticata l’ipotensione ortostatica e post-prandiale, mentre nelle persone più giovani l’ipotensione neuro-mediata è la più comune.
Le cause dell’ipotensione arteriosa possono essere diverse ma, in molti casi, si tratta di una condizione temporanea.
Se questi episodi fossero molto frequenti o intensi, potrebbe essere necessario recarsi dal medico di medicina generale in modo da approfondire i sintomi e svolgere, eventualmente, degli esami diagnostici.
Solo raramente la pressione bassa può essere sintomo di un’emorragia interna o di un’insufficienza delle ghiandole surrenali.
I sintomi dell’ipotensione arteriosa possono essere molto diversi a seconda di diversi fattori
Certamente, questi sintomi possono presentarsi improvvisamente così come in modo progressivo, a seconda della causa scatenante.
I sintomi non sono particolarmente specifici e, tra questi, ci sono:
- nausea
- sensazione di stordimento
- vertigini
- sincope
- visione offuscata
- vasodilatazione periferica
- agitazione
- irrequietezza
- sudorazione fredda
- depressione
- deficit di concentrazione
Tra gli altri sintomi dell’ipotensione arteriosa possono esserci dolori legati ad altre condizioni, come patologie cardiache e altre complicazioni.
Ad esempio, possono comparire dolore al petto, febbre, sintomi neurologici e aritmie cardiache.
Inoltre, l’organismo può attivare riflessi di risposta all’ipotensione, come ad esempio
- contrazione della diuresi
- tachicardia
- tachipnea
Monitoraggio della pressione
Per coloro che sono predisposti ad avere una pressione bassa è fondamentale eseguire dei controlli periodici dei valori della pressione.
Al fine di tenere sotto controllo la propria salute, può essere necessario acquistare un apposito apparecchio per la misurazione della pressione arteriosa.
Questi strumenti sono composti, solitamente. da una fascia o da un bracciale che deve essere avvolto intorno al braccio o al polso.
Gli apparecchi per la misurazione della pressione pressione possono essere di due tipologie: manuali e digitali.
I secondi sono i più frequenti oggi, perchè sono molto semplici da usare, grazie ad uno schermo che riporta informazioni sul battito cardiaco e sui valori della pressione arteriosa.
I modelli più moderni possono fornire anche altre informazioni, utili per coloro che soffrono di patologie cardiocircolatorie.
Solitamente la misurazione della pressione arteriosa inizia avvolgendo l’apposita fascia intorno al braccio e stringendola.
In seguito bisogna avviare il dispositivo, al fine di rilevare i parametri pressori: pressione sistolica e diastolica.
È importante seguire alcuni semplici consigli al fine di ottenere la misurazione reale della pressione sanguigna.
Tra questi ci sono:
- Un corretto posizionamento del braccio, che dovrebbe essere poggiato su una superficie piana e all’altezza del cuore.
- Indossare correttamente la fascia elastica intorno al braccio, al fine di rilevare correttamente la pressione.
- Rimanere rilassati, smettere di svolgere attività fisica ed evitare di assumere alimenti eccitanti prima di procedere alla misurazione, così da non condizionare i risultati ottenuti.
Per avere uno storico affidabile circa l’andamento della pressione, è consigliabile scegliere sempre lo stesso orario: questo consente, infatti, di verificare cosa accade nello stesso momento in giorni diversi e come cambia la pressione.
Ogni giorno sarà necessario effettuare la misurazione ad orari simili in modo da poter confrontare situazioni analoghe, ad esempio a stomaco vuoto, appena svegli o nel pomeriggio.
Infine, può essere consigliabile svolgere più misurazioni a qualche minuto di distanza, in modo da verificare che i risultati siano davvero rappresentativi ed affidabili.
Può essere consigliabile eseguire 3 misurazioni per farne la media artimetica.
Le cause dell’ipotensione arteriosa possono essere diverse, da problematiche temporanee a condizioni più serie
Tra le motivazioni più frequenti di pressione bassa ci sono:
- disidratazione,
- cambiamenti improvvisi della postura, ad esempio sollevarsi velocemente da una posizione sdraiata o seduta,
- calo della quantità di glucosio nel sangue,
- forti emozioni,
- effetti collaterali di farmaci vasodilatatori, diuretici e antidepressivi triciclici,
- eccessivo consumo di alcool,
- ustioni,
- anemia,
- gravidanza,
- carenza di vitamine,
- gastroenterite,
- acidosi metabolica,
- perdita di liquidi e patologie che indeboliscono il corpo, come diarrea, vomito prolungato e sudorazione profusa.
Alcune delle cause dell’ipotensione arteriosa possono essere cardiache, come scompenso cardiaco, tamponamento pericardico, infarto del miocardio, progressione di una cardiomiopatia cronica.
Tra le altre cause possono esserci:
- anafilassi,
- anoressia nervosa,
- antrace,
- arresto cardiaco,
- chetoacidosi diabetica,
- cirrosi epatica,
- insufficienza renale,
- morbo di Parkinson,
- pericardite,
- sepsi,
- shock settico.
Diagnosi
La diagnosi dell’ipotensione arteriosa è piuttosto semplice, mentre è più complesso comprendere e individuarne le cause.
La pressione bassa può essere, infatti, sintomo di molte patologie ed è per questo che, solitamente, si procede con un’anamnesi approfondita allo scopo di individuare quali possano esserne le cause.
Durante questa prima visita il medico indagherà l’eventuale presenza di diversi fattori di rischio, tra cui:
- Eventuali patologie preesistenti e presenti in famiglia,
- farmaci assunti al momento e terapie a cui è sottoposto il paziente,
- episodi pregressi.
Dopo questa visita il medico potrà fare delle ipotesi eziologiche, riservandosi di chiedere che siano eseguite ulteriori indagini se non risultasse immediatamente chiara la causa dell’ipotensione arteriosa.
Tra queste potrebbero esserci:
- analisi del sangue,
- esami radiologici,
- elettrocardiogramma,
- test neurologici ed esami più specifici.
Non è semplice indicare un rimedio per l’ipotensione arteriosa
Le numerose cause di questa condizione, infatti, potrebbero richiedere trattamenti molto diversi.
La prescrizione di terapie mirate dipende, sicuramente, dalla causa che ha scatenato questa condizione medica.
Ad esempio, nel caso di ipotensione arteriosa ortostatica il trattamento prevede la somministrazione di farmaci atti ad evitare la disidratazione e a ridurre gli episodi.
Inoltre, spesso, viene consigliato l’utilizzo di calze contenitive, soprattutto nel caso di pazienti più anziani.
In molti casi, però, le cause dell’ipotensione arteriosa sono da attribuire ad uno scorretto stile di vita, ad esempio in quei soggetti che svolgono lavori dove è necessario trascorrere molto tempo in piedi.
In questo caso, è necessario modificare la propria dieta, ma anche alcune abitudini.
Nei casi più gravi sono necessari esami specifici, nonché indagini specialistiche al fine di individuare con precisione la causa dell’ipotensione per proporre il trattamento adeguato.
Dieta per la pressione bassa
Sempre più spesso, nei casi non gravi nè patologici di ipotensione il medico consiglia di intervenire sul proprio stile di vita, a partire dalla dieta.
Infatti, a causa della sudorazione eccessiva nel praticare sport, della disidratazione, delle carenze di minerali, dell’utilizzo di diuretici e diete chetogeniche, può essere più probabile soffrire di ipotensione arteriosa.
Un corretto regime dietetico non rappresenta certo una cura o la soluzione, ma può aiutare a migliorare la condizione nei casi più lievi, diminuendo i sintomi e i disagi provocati dall’ipotensione.
Per questo motivo, è fondamentale avere un confronto con un nutrizionista e adottare il regime alimentare più adatto alle proprie esigenze.
Ecco alcuni consigli di alimentazione più indicati:
- consumare liquirizia, naturale, in quanto la radice di questa pianta contiene una sostanza che ha un effetto simile all’aldosterone, che aumenta la pressione sanguigna;
- evitare di consumare bevande alcoliche in quanto l’alcol etilico può portare a vasodilatazione. Inoltre, questa molecola tossica deve essere espulsa dai reni con le urine e questa caratteristica favorisce la disidratazione;
- evitare pasti abbondanti, in quanto la digestione richiede un abbondante flusso sanguigno e, per questo motivo, la suddivisione dell’introito calorico giornaliero potrebbe seguire questa proporzione: il 15% del fabbisogno a colazione, il 10% con gli spuntini, il 30% a pranzo e il 25% a cena;
- evitare diete a basso contenuto di glucidi, responsabili dell’ipoglicemia e dell’accumulo di sostanza fortemente osmotiche come i chetoni. Questi ultimi, infatti, sono molecole tossiche che, come l’alcol etilico, i reni filtrano ed espellono utilizzando una grande quantità di acqua;
- è necessario praticare esercizio fisico con costanza in modo da stabilizzare i livelli della pressione. È necessario, però, avere il corretto apporto di minerali, ad esempio attraverso l’utilizzo di integratori.
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