Ischemia cerebrale: la strategia della chiusura percutanea del forame ovale pervio
Il forame ovale pervio è una condizione frequente in età adulta, verrà riscontrata occasionalmente e alcuni pazienti potrebbero presentare fenomeni di embolia paradossa seguiti da eventi ischemici cerebrali sintomatici
Ciò sarà dovuto al passaggio improprio di piccoli materiali trombotici, gassosi o di altro tipo dal lato destro a quello sinistro del cuore e di conseguenza s’immetteranno nel circolo sistemico.
Si ricorrerà a chiusura percutanea del forame ovale pervio onde evitare recidive dei fenomeni ischemici cerebrali
Potrebbe succedere che in alcuni pazienti con evento ischemico cerebrale, potrebbero non identificarsi con le cause che hanno portato a tale evento; il femore ovale pervio sarà considerato fattore di rischio in quanto potrebbe scatenare ischemie cerebrali.
Gli emboli che si sviluppano a livello del sistema venoso potrebbero attraversare il femore ovale pervio arrivando sino al sistema arterioso e scatenare eventi ischemici specie e livello cerebrale.
Chiudendo in modo percutaneo si chiuderà questo passaggio impedendo così che gli emboli possano passare dal sistema venoso al sistema arterioso.
Si procederà con questo metodo al fine di evitare eventi ischemici cerebrali, avrà quindi funzione preventiva mirando ad eliminare fattori di rischio per ulteriori e probabili attacchi ischemici e/o ictus.
Quando si ricorrerà a chiusura percutanea del forame ovale pervio?
In quei pazienti che sono soggetti ad eventi ischemici tromboembolici a livello del circolo arterioso, senza apparenti cause, si andrà alla ricerca di un forame ovale pervio.
Ad essere maggiormente interessato sarà il sistema nervoso centrale; si procederà quindi con il ricercare tutte le probabili cause di un evento ischemico cerebrale.
Si procederà con l’esecuzione dell’elettrocardiogramma a riposo e in seguito con l’ECG Holter, che in alcuni casi potrebbe essere prolungato fino a 72 ore; in tal modo sarò possibile individuare eventuali fibrillazioni atriali cause dell’evento ischemico cerebrale.
Mediante l’ecocardiogramma color Doppler sarà possibile escludere eventuali trombi o difetti intracardiaci; con l’eco Doppler dei tronchi sovraortici si evidenzieranno eventuali placche a livello delle carotidi.
Qualora questi esami risultassero negativi, si andrà alla ricerca del forame ovale
Con l’ecodoppler trans-cranico sarà l’esame mirato alla scoperta dell’eventuale presenza del forame ovale pervio; si predilige però l’ecocardiogramma trans-esofageo per ottenere dettagli anatomici per una pianificazione ottimale della procedura di chiusura percutanea.
Se si dovesse confermare la presenza di un forame ovale pervio si passerà alle indicazioni per la chiusura del forame.
Anche nel caso i cui ci siano pazienti pediatrici affetti da eventi ischemici cerebrali si ricorrerà alla chiusura del forame ovale pervio.
Nei pazienti con più di 65 anni, con ictus criptogenetico e forame ovale pervio, a causa dell’elevato rischio di fibrillazione atriale, causa più frequente di ictus cerebrale, è consigliato eseguire uno screening mediante loop recorder impiantabile per circa 6 mesi, al fine di escludere con maggiore certezza una fibrillazione atriale parossistica.
In caso di negatività del loop record, si potrà prendere in considerazione la chiusura percutanea, specie in quei pazienti che manifestano aspetti che rendono il forame ovale pervio ad alto rischio di eventi ischemici cerebrali.
La chiusura del forame ovale pervio è una procedura altamente invasiva che vedrà l’impianto di specifiche protesi volte all’occlusione della ‘comunicazione’.
A procedura terminata, e dopo un periodo di allettamento di 24 ore al fine di evitare sanguinamenti della ferita, il paziente può riprendere regolarmente le sue attività quotidiane evitando però l’attività sportiva per un periodo di circa 6 mesi.
Sarà necessario seguire terapie farmacologiche antiaggreganti per un periodo di circa 6 mesi a seguito dell’intervento; terapia con antiaggreganti che dovrebbe essere continuata per un periodo di 5 anni a seguito dell’operazione.
Ad un anno dalla procedura, verrà eseguito l’ecodoppler trans-cranico per accertarsi della chiusura del forame ovale.
Le complicanze legate a tale procedura sono rare: tra le più ‘importanti’ avremo le lesioni di qualche struttura cardiaca, la formazioni dei trombi sul dispositivo impiantato e l’embolizzazione delle protesi stesse.
In genere, se ciò dovesse accadere, si procederà al recupero della protesi; qualora il recupero dovesse fallire si dovrà intervenire chirurgicamente per rimuovere la protesi embolizzata.
Con lo sviluppo delle tecnologie si procederà alla chiusura del forame con dei punti di sutura con accesso percutaneo evitando quindi l’impianto di una protesi.
Questa procedura si sutura diretta potrà essere eseguita sul paziente sveglio ricorrendo all’ecocardiogramma trans-toracico per monitorare la procedura; questa modalità però sarà utilizzabile solo in determinate casistiche.
Tale tecnica sarà limitata a forami ovali con specifiche e limitate caratteristiche anatomiche.
La chiusura percutanea del forame ovale è indicata in coloro con forame ovale che sviluppano un evento ischemico cerebrale senza apparente causa.
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