La sindrome di Wolff-Parkinson-White: cos’è e come si cura

Sindrome di Wolff-Parkinson-White: il sintomo principale è la tachicardia occasionale in un cuore non necessariamente malato

La sindrome di Wolff-Parkinson-White è una patologia cardiaca ereditaria, congenita, frequente nei giovani sani, che può dare origine a episodi di tachicardia parossistica

Di cosa si tratta

La sindrome di Wolff-Parkinson-White è un’anomala conduzione cardiaca, determinata dalla  presenza di vie accessorie o anomale che collegano atrio e ventricolo, localizzate in diversi e precisi punti del cuore.

Queste vie possono, in un dato momento, innescare e sostenere un circuito di rientro, creando il substrato per la tachicardia, il sintomo maggiormente riscontrabile con cui è solita manifestarsi.

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Le persone più esposte

Si tratta di una patologia molto frequente nei giovani sani, ovvero con un cuore non necessariamente malato, che in alcuni casi lamentano episodi di tachicardia (cardiopalmo) occasionale, mentre in altri non avvisano alcun disagio.

Come detto in precedenza, rientra tra le sindromi cardiologiche ereditarie, anche se in questo caso, la modalità di trasmissione non è stata totalmente acclarata.

 I sintomi della sindrome di Wolff-Parkinson-White

Il cardiopalmo è il sintomo più frequente con cui si manifesta la sindrome, ma è bene ricordare l’importanza fondamentale della prevenzione in ambito cardiovascolare.

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Sindrome di Wolff-Parkinson-White: diagnosi e cura

La sindrome di WPW è diagnosticabile mediante mirati esami cardiologici, per cui come sempre, è bene sottoporsi periodicamente a test di  screening anche se si gode di buona salute.

Può essere di natura manifesta per cui facilmente riscontrabile tramite l’esecuzione di un elettrocardiogramma standard che permette di scorgere una via anomala (gli specialisti riscontrano un segno specifico detto onda delta).

In altre situazioni la sindrome WPW può essere occulta, qualora non sia visibile all’elettrocardiogramma di superficie, ma i pazienti ne riferiscono i sintomi.

In questi casi, oltre ad un’accurata anamnesi, è necessario ricorrere ad ulteriori accertamenti, come per esempio l’Holter ECG delle 24/h o il test da sforzo, sino ad arrivare allo studio elettrofisiologico endocavitario del cuore che si effettua in regime di ricovero utilizzando dei cateteri che, inseriti dalle vene periferiche fino ad arrivare al cuore, sono capaci di indurre la tachicardia, confermando la presenza della via anomala e in seguito di eliminarla con l’ablazione.

La terapia della sindrome di WPW è, infatti, la procedura ablativa che, se eseguita da aritmologi esperti, ha un successo nel 99% dei casi.

Per approfondire:

Aritmie, quando il cuore “balbetta”: le extrasistoli

Linee guida per la diagnosi e la terapia della fibrillazione atriale [Open Access]

Fibrillazione atriale: i sintomi cui prestare attenzione

Fonte dell’articolo:

GDS

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