Lavanda gastrica: come funziona e quando farlo?

Quando si parla di lavanda gastrica molti associano il trattamento a un qualche evento volontario, come per esempio un tentativo di suicidio

Seppure questa è una delle motivazioni per cui si potrebbe effettuare questo tipo di trattamento, non è di certo l’unica.

Ci sono molti altri motivi per cui ricorrere a una lavanda gastrica, o come viene chiamata in termini medici, una gastrolusi.

Ma in cosa consiste veramente questo tipo di trattamento, e per quali necessità viene impiegata, vediamo di fare un po’ di chiarezza.

Cos’è la lavanda gastrica e a cosa serve

La lavanda gastrica, o appunto gastrolusi, è una tecnica medica, una pratica, che viene utilizzata per liberare lo stomaco da sostanze tossiche, siano esse ingerite accidentalmente che volontariamente.

Il termine lavanda indica di per sé la tipologia di trattamento, si va a “lavare” lo stomaco in modo da eliminare le sostanze pericolose ingerite e seguendo le linee guida stilate dal Ministero della salute.

In genere si parla della lavanda gastrica come una pratica di emergenza, ma in realtà può essere utilizzata per liberare lo stomaco anche in caso di necessità di effettuare un intervento chirurgico.

Per quanto riguarda il ricorso alla gastrolusi in caso di emergenza, vi sono alcune opinioni discordanti, alcuni medici sostengono che debba necessariamente essere effettuata entro un’ora dall’ingestione della sostanza nociva, altri asseriscono che anche dopo due ore sia comunque efficace.

In realtà molto dipende dalla tipologia di sostanza e dal singolo individuo.

In cosa consiste la lavanda gastrica e come si effettua

Questa è ormai una pratica abbastanza frequente e che non è difficile da eseguire.

Il paziente viene sdraiato sul fianco sinistro in modo che si possa svuotare e lavare bene lo stomaco anche nella sua grande curvatura, inoltre questa posizione riduce il rischio che il liquido della lavanda possa passare nell’intestino tramite il piloro.

Una volta posizionato il paziente si introduce un sondino naso-gastrico a doppia via e si introducono nello stomaco delle sostanze tampone: acqua, latte, o più sovente soluzione fisiologica.

Se il paziente è però incosciente si procede all’intubazione e la lavanda gastrica viene eseguita in posizione supina.

Le sonde

Le sonde utilizzate per questa procedura sono di materiale trasparente.

Sono dotate di orifizi laterali di dimensioni consistenti nella parte finale, e di indicatori che mostrano la profondità del loro inserimento.

Per un adulto le sonde indicate sono da 30 a 50 French e con una lunghezza di 120 cm.

Il calibro da utilizzare deve essere quello più grosso possibile.

Se il diametro supera 1 cm si può recuperare molto più facilmente eventuale materiale solido.

Una volta introdotte le sonde si procede si procede con l’aspiramento gastrico.

Questa fase è precedente a quella dell’immissione del liquido ovviamente, va fatta per ridurre il contenuto tossico e deve essere fatta prima del lavaggio poiché diversamente il contenuto tossico potrebbe essere spinto nell’intestino.

Il lavaggio

Una volta che il contenuto, eventualmente anche solido, è stato aspirato dallo stomaco, si procede con la lavanda gastrica vera e propria.

Nell’adulto vengono immesse grandi quantità di liquido, poco per volta, circa 200 ml.

Nel bambino, invece, i volumi di liquido consigliati sono di 20-50 ml, se al di sotto dei 5 anni, dai 6 ai 12 si può introdurre un volume di circa 100 ml di liquido.

Bisogna fare molto attenzione alle dosi poiché una quantità minore sarebbe inefficace, una quantità maggiore, invece, andrebbe a stimolare il passaggio del liquido attraverso il piloro.

Il liquido immesso deve essere recuperato, se le sonde sono ben posizionate, mediante deflusso libero per gravità, ma si può ricorrere anche all’ausilio di un massaggio molto lieve sullo stomaco.

Il lavaggio va proseguito fino a quando il liquido recuperato non è completamente limpido e chiaro, privo dei residui solidi, se vi sono.

Una volta che si ravvisa il liquido delle caratteristiche appena dette, si prosegue comunque la lavanda utilizzando ancora un paio di litri di liquido.

Una volta terminata la lavanda, si fa il bilancio tra liquidi introdotti e rimossi (in genere quelli introdotti sono sempre maggiori) in modo da prescrivere la migliore terapia.

La sonda va rimossa con estrema cautela in modo da non danneggiare le mucose.

Quando deve essere effettuata la lavanda gastrica urgente

Come abbiamo visto la lavanda gastrica viene effettuata in caso di ingestione, volontaria o accidentale, di sostanze tossiche. Sovente sono i bambini piccoli ad aver bisogno di questo trattamento.

Non è raro, infatti, che un bambino sfuggito alla vigilanza dei genitori, ingerisca una sostanza nociva.

Un altro caso in cui si deve utilizzare la lavanda gastrica è quando un soggetto ha tentato di togliersi la vita ingerendo sostanze tossiche, dai barbiturici alle droghe e quant’altro.

Ovviamente prima di procedere si deve fare un’attenta anamnesi del paziente e possibilmente capire che tipologia di sostanza ha ingerito.

Perché è importante sapere cosa il paziente ha ingerito

Se si conosce la sostanza ingerita prima di intervenire, si può procedere rapidamente a un lavaggio decisamente più mirato.

Purtroppo non sempre questo accade e delle volte, soprattutto in caso di assunzione volontaria di sostanze tossiche e di stato di incoscienza del paziente, arrivare a capire quale tipo di sostanza sia stata ingerita può essere difficile.

Quindi se si conosce la sostanza tossica si può avere un tempo di intervento variabile a seconda della sostanza: se si tratta di sostanze che rallentano la peristalsi si ha un tempo d’azione molto più lungo.

Controindicazioni di questa pratica e quando non va effettuata

Sebbene ormai si tratti di una pratica molto frequente, i rischi di provocare una ferita meccanica allo stomaco, esofago e gola esistono.

Inoltre non si dovrebbe mai praticare quando si sono ingeriti agenti corrosivi o sostanze caustiche.

Negativo anche in caso di ingerimento di tensioattivi.

Per quanto riguarda le controindicazioni dovute allo stato dei pazienti, questa pratica è sconsigliata nel caso di soggetti epilettici, anche nel caso di pazienti incoscienti vanno prese determinate precauzioni.

Per approfondire

Emergency Live ancora più…live: scarica la nuova app gratuita del tuo giornale per iOS e Android

Primo soccorso in caso di intossicazione alimentare

Comportamento suicidario nei bambini e negli adolescenti

Rischio di suicidio tra i soccorritori: una pubblicazione squarcia il velo su un problema connesso allo stress

La ketamina può essere un deterrente di emergenza per le persone a rischio di suicidio

La psicosi non è la psicopatia: differenze in sintomi, diagnosi e terapia

La depressione stagionale può verificarsi in primavera: ecco perché e come affrontarla

Ketamina come trattamento preospedaliero in ambulanza per pazienti con disturbi comportamentali acuti: studio prospettico dall’Australia

Depressione, esperto: la terapia con esketamina spray nasale e’ un passo avanti

Salmonellosi: sintomi, diagnosi e terapia

Funghi, rischio intossicazione se non si controlla il raccolto: come si può fare per non farsi male?

Intossicazione acuta: come avviene la gestione da parte del Pronto Soccorso?

Intossicazione da funghi velenosi: cosa fare? Come si manifesta l’avvelenamento?

Intossicazione da idrocarburi: sintomi, diagnosi e trattamento

Conoscere la salmonella: da cosa è causata la salmonellosi

Infezione da Cibo Contaminato: che cos’è, cure e trattamento

Manie e fissazioni verso il cibo: citofobia, la paura dell’alimentazione

Diarrea

Encefalite

Cirrosi

Che cos’è l’encefalopatia di Hashimoto?

Encefalopatia bilirubinica (kernittero): l’ittero neonatale con infiltrazione di bilirubina nel cervello

Epatite C: cause, sintomi e terapie

Epatite D (Delta): sintomi, diagnosi, terapie

Epatite E: che cos’è e come avviene il contagio

Epatite: le diverse tipologie, cura e prevenzione

Intossicazioni cerebrali: l’Encefalopatia epatica o porto-sistemica

Sindrome sgombroide: i sintomi di questa intossicazione alimentare dovuta all’istidina

Tetrodotossina: il veleno del pesce palla

Fonte dell’articolo

Medici a domicilio

Potrebbe piacerti anche