Le basi del sistema 118 e di Pronto soccorso: il modello a rete HUB & SPOKE
L’espressione HUB & SPOKE è piuttosto familiare a coloro che, per volontariato o per lavoro, vivono il ruolo di soccorritori da un certo numero di anni. Per i neofiti, invece, può essere utile una qualche spiegazione.
LA FUNZIONE DI PRONTO SOCCORSO NELLA RISPOSTA ALL’EMERGENZA
La funzione di pronto soccorso ospedaliero è garantita all’interno della rete ospedaliera dell’emergenza, alla costituzione della quale concorrono strutture di diversa natura assistenziale ed organizzativa, poste tra loro in correlazione funzionale integrata, secondo il modello hub and spoke, di cui parleremo.
Il Decreto del Ministro della salute del 2 aprile 2015 n.70, relativo alla definizione degli standard dell’assistenza ospedaliera, individua le diverse tipologie di strutture deputate a rispondere alle necessità d’intervento urgente e le articola su quattro livelli di operatività:
- Ospedale sede di Pronto Soccorso: è la struttura organizzativa ospedaliera deputata ad effettuare in emergenza-urgenza stabilizzazione clinica, procedure diagnostiche, trattamenti terapeutici, ricovero oppure trasferimento urgente al Dipartimento di Emergenza e Accettazione – DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo specifici protocolli organizzativo-assistenziali mirati alla gestione delle diverse patologie. La funzione di pronto soccorso è prevista per un bacino di utenza di 80.000 – 150.000 abitanti, un tempo di percorrenza maggiore di un’ora dal centro dell’abitato al DEA di riferimento e un numero di accessi annuo appropriati superiore a 20.000 unità.
- Ospedale sede di D.E.A. di I Livello: la struttura ospedaliera sede di DEA di I livello svolge funzioni di spoke nella rete dell’emergenza-urgenza; esegue tutti gli interventi previsti per l’ospedale sede di Pronto soccorso e svolge funzioni di accettazione in emergenza urgenza per patologie di maggiore complessità, di osservazione breve intensiva e di medicina di urgenza e, ove necessario, trasferisce in continuità di assistenza, al DEA di II Livello, superiore per livello di cura. La struttura sede di DEA di I Livello serve un bacino di utenza di 150.000 – 300.000 abitanti con un numero di accessi annui appropriati superiore a 45.000.
- Ospedale D.E.A. di II Livello: la struttura ospedaliera sede di DEA di II livello esegue tutti gli interventi previsti nell’ospedale sede di DEA di I livello ed è sede di discipline di riferimento per le reti delle patologie complesse; effettua oltre agli interventi previsti per il DEA di I livello, le funzioni di accettazione in emergenza- urgenza per il trattamento delle patologie acute ad elevata complessità, in particolare per quanto attiene alle alte specialità o alle specialità che fanno riferimento a centri regionali o sovra regionali (Centro ustioni, Centro trapianti, Unità spinali, Cardiochirurgia, Neurochirurgia). La struttura sede di DEA di II Livello serve un bacino di utenza compreso tra 600.000 e 1.200.000 abitanti, con numero di accessi annui appropriati superiore a 70.000, ricovero oppure trasferimento urgente al DEA di livello superiore di cura, in continuità di assistenza, secondo protocolli concordati per patologia (es. reti assistenziali ad alta complessità).
- Presidio ospedaliero in zona particolarmente disagiata: è possibile attivare presidi ospedalieri di base per zone particolarmente disagiate, distanti più di 90 minuti dai centri hub o spoke di riferimento (o 60 minuti dai presidi di pronto soccorso), superando i tempi previsti per un servizio di emergenza efficace, per garantire il tempestivo accesso alle cure urgenti anche in condizioni orogeografiche svantaggiate.
IL SISTEMA A RETE HUB & SPOKE
Il sistema a rete HUB & SPOKE è pensato quindi affinché i singoli centri specializzati in un determinato tipo di patologia o trauma siano connessi tra loro, affinché sia più rapida ed efficace la risposta ad una specifica emergenza.
I centri, denominati HUB (quelli più completi e specializzati) e SPOKE (quelli periferici destinati all’accoglienza, alle cure di base e di I livello) offrono un’assistenza omogenea su tutto il territorio regionale.
HUB & SPOKE, UN PO’ DI STORIA:
L’espressione, in realtà, non nasce dalla Medicina, ma da un modello di organizzazione adottato da alcune imprese nordamericane, in massima parte del settore aereo, una cinquantina di anni fa.
E’ fondamentalmente lo schema a raggi di ruota di bicicletta su cui si sono organizzati gli aeroporti, ed è di fatto lo schema in massima parte ancora oggi utilizzato dalle principali compagnie aeree.
Rappresenta un modello di “transport topology optimization”, vale a dire di ottimizzazione nella distribuzione territoriale del trasporto, con numerose applicazioni nell’ambito aereo e ferroviario dagli anni 70 (es. linee relative ai due hub-areoporti di Los Angeles e Denver).
L’obiettivo era quello di connettere strutturalmente i flussi di trasporto di spoke (raggio) locali ad un hub centrale (mozzo), ottimizzando le risorse disponibili e riducendo gli sprechi
La prima formalizzazione nel settore Sanità del modello Hub & Spoke risale a quasi 40 anni fa, nel nord-ovest della Lousiana.
Lo stato USA si trovava a fronteggiare due situazioni parallele: da un lato un’elevata frammentazione territoriale, dall’altro una presenza di servizi sanitari territoriali a macchia di leopardo e strettamente correlata al basso livello socio-economico di vaste aree del territorio stesso.
LA MEDICINA E L’ HUB & SPOKE
L’utilizzo del modello Hub & Spoke in medicina parte dalla assunzione di base che per determinate patologie e/o situazioni molto complesse, sia necessario disporre di competenze specialistiche rare e/o apparecchiature molto costose, che non possono essere assicurate in modo diffuso su tutto il territorio.
Il modello prevede quindi che l’assistenza per tali situazioni venga fornita da centri di eccellenza regionali o di macro area, detti appunto “hub”, a cui afferiscono dai centri periferici, detti “spoke”, i pazienti per i quali il livello di complessità degli interventi attesi superi quello che può essere fornito dai centri periferici.
VANTAGGI E RISCHI DELLA RETE HUB & SPOKE
Nello studio scientifico “The hub-and-spoke organization design: an avenue for serving patients well”, pubblicato da James K. Elrod & John L. Fortenberry Jr. l’11 luglio 2017 (link in coda all’articolo), vengono individuati per questo schema organizzativo vantaggi e rischi.
Vantaggi
•Chiara definizione dei livelli di prestazione nei presidi/servizi
•Aumento efficienza, qualità e velocità erogazione
•Aumento dell’offerta
Rischi
•Effetto collo-di-bottiglia
•Iper-proliferazione degli spoke e/o hub
•Insoddisfazione degli staff negli spoke
•Fallimento dei sistemi di trasporto (materiali, personale, pazienti)
Ecco che quindi il sistema a rete Hub & Spoke riassume l’evoluzione più recente (e quella futura? Vedremo con la riforma in discussione alle Camere) del Sistema 118, e spiega anche la ratio di fondo di trasporti in ambulanza, disposizione dei vari gruppi di assistenza e soccorso, e tutte le altre componenti di questo infaticabile mondo.
PER APPROFONDIRE:
RIFORMA DEL SISTEMA 118: IL MONDO DELL’EMERGENZA-URGENZA SI SPACCA SUL TESTO
FONTI DELL’ARTICOLO:
“THE HUB-AND-SPOKE ORGANIZATION DESIGN”, ARTICOLO SCIENTIFICO SU BMC