Le regole principali per il soccorso in acqua (la formazione dei bagnini)

Soccorso in acqua, la formazione dei bagnini: di Francesca Cacciarini

Per un bagnino di salvataggio, sia che stia prestando servizio al mare sia che stia operando  presso una piscina,  esistono universalmente precise regole da seguire prima, durante e dopo l’aver prestato soccorso ad una persona in difficoltà in acqua;   oppure ad  un bagnante che sta affogando o che addirittura è in assenza di polso a seguito di  ingente  quantità di acqua pervenuta nei polmoni.

Soccorso in acqua: 1°, non siamo eroi

IMMG1-mare in tempestaLa prima regola in assoluto che un bagnino di salvataggio od un soccorritore adibito al salvamento, devono seguire è mettere se stessi in sicurezza.

Cosa vuol dire?

Per prima cosa è necessario cercare di restare calmi e concentrati sull’obiettivo primario: portare a riva o a bordo vasca il pericolante (colui che è in pericolo di vita).

Non è e non sarà mai facile anche per il più addestrato ed esperto soccorritore ma  è necessario per sé stessi e per la persona che dobbiamo recuperare.

Avremo tuttavia dalla nostra parte una buona dose di adrenalina che entrerà subito in circolo nel nostro corpo non appena parte ed arriva al nostro sistema nervoso il segnale di “pericolo”.

Mettere se stessi in sicurezza significa anche autoproteggersi: ad esempio se ci si trova su di una spiaggia  sarà fondamentale valutare lo stato del mare e la forza del vento; quindi la domanda primaria sarà “posso attraversare le onde? che tipo di corrente si sta verificando? da dove soffia il vento”? ergo :”ci sono le condizioni per raggiungere il pericolante  e per tornare a riva entrambi?”

2°:  “Ho  a disposizione pochi  minuti”

IMMG2-cronometro-tempochepassaFra i 4 e 6 minuti è il tempo massimo in cui  può restare senza ossigenazione il cervello umano (Anossia).

Oltre questo tempo, inizia a subire dei danni che, man mano che il soccorso ritarda, diventano sempre più irreversibili.

Perciò è necessario “correre” essere veloci.

Velocità, esattezza nell’esecuzione del tempo sono tra le indispensabili doti di un bagnino di salvataggio e/o soccorritore per il soccorso in acqua.

Avrò circa  2 minuti  a disposizione per raggiungere il pericolante: dalla corsa sulla spiaggia o lungo e da il bordo vasca, allo scatto in acqua, avvicinamento fino al recupero e trasporto sulla terra ferma.

Qui altri 2 minuti di soccorso immediato.  

3°: Sfruttare le dotazioni d’obbligo di una postazione di salvataggio: salvagenti, patini, e altro  

dolphinGambe e braccia robuste e ben allenate sono le nostre migliori alleate nella prestazione di soccorso; non a caso anche il più esperto ed allenato soccorritore dovrà sempre e comunque allenarsi, mettersi alla prova, provare se stesso e le proprie abilità.

Tuttavia vi sono ad oggi ausili e strumenti che aiutano il bagnino nell’adempimento di una cosi complessa e delicata missione: dal semplice salvagente anulare (in “brutto” gergo:  “ciambella”) che ogni struttura o stabilimento balneare devono avere “d’obbligo”, fino ai più moderni mezzi di soccorso acquatico di seguito riportati:

  • Moto d’acqua ( maggiore età e patente nautica)
  • Patino di salvataggio (l’addestramento del bagnino include anche pratiche lezioni di voga in coppia e da soli)
  • Salvagente Tube
  • Salvagente Rescue Can

Tube e Rescue Can   sono  le “braccia” delle braccia del bagnino, e  cioè i mezzi che serviranno al pericolante come appoggio, se cosciente, e al soccorritore per “agevolare” se stesso nel trasporto.

Soccorso in acqua, 4° : Mettere il pericolante in sicurezza

IMMG5-collareUna volta giunti sulla terra ferma o a bordo vasca, sarà necessario mettere in sicurezza il “traumatizzato”, come chiameremo da questo momento in poi il pericolante.

Perché  traumatizzato?

Perché una vittima di annegamento potrebbe aver battuto la testa ad esempio su di un  sasso, o se cadendo  per errore o buttandosi  per imperizia da uno scoglio, potrebbe  aver riportato  gravi lesioni alla testa,  al collo  e alla colonna vertebrale

Proprio per questo motivo prima di soccorrere dovrò chiedermi: “la scena è sicura? Sono abbastanza lontano dalla linea di confine tra la  terra e il  mare? Ci sono onde che mi impediscono di lavorare in sicurezza

C’è qualcosa o qualcuno che mi impediscono di svolgere il mio compito?

Se sono invece di servizio presso una piscina dovrò valutare la sicurezza della scena in base allo scenario appunto che mi circonda: “c’è un incendio? Un soffitto che crolla?”.

Se non sussistono condizioni di sicurezza in cui operare e se non posso in alcun modo spostare la vittima, dovrò prontamente allertare o il 118 o i Vigili del Fuoco.

 

5° IL BLS  – siamo operatori di primo soccorso

Ciascun bagnino di salvataggio in quanto soccorritore non solo proviene da un attento  e meticoloso studio delle tematiche e problematiche inerenti la legislazione di una piscina o di uno stabilimento balneare, ma ha anche competenze di primo soccorso sanitario tali da poter attivare le pratiche di rianimazione per una vittima di annegamento.

In conclusione:

Ho voluto scrivere questo articolo per far capire cosa c’è davvero dietro la figura di un bagnino di salvataggio, cosa si nasconde dietro la statica immagine di uno – si agli occhi del mondo uno solo – che osserva per ore il mare e che mentre lo fa si abbronza.

Oppure vigila sui nuotatori e frequentatori di una qualunque piscina.

PER APPROFONDIRE:

SINDROME DA SEMI-ANNEGAMENTO: CHE COS’E’?

BAGNINO DI SALVATAGGIO: LA DEFINIZIONE UFFICIALE

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