L’effetto terapeutico delle arti marziali sulla sfera psicologica
L’effetto terapeutico dello sport sulla sfera psichica sembra evidente: esso è fondamentale per uno sviluppo armonico della personalità, è strumento di educazione, di socializzazione, di equilibrio e di terapia, è fondamentale nello sviluppo e nella crescita dell’individuo ed è di notevole aiuto nei casi di nevrosi e, spesso, di psicosi
Arti marziali, un primo effetto terapeutico: la percezione di essere padroni dei propri obiettivi
Praticare un’attività sportiva e ottenere gradualmente dei risultati sostiene e aumenta la motivazione e il senso di autoefficacia personale: la percezione di essere padroni dei propri obiettivi e di essere in possesso di strumenti efficaci per raggiungerli.
In particolare, le discipline meglio conosciute come arti marziali, che per propria natura fondono corpo e mente, hanno in questo senso virtù terapeutiche.
Le arti marziali hanno una tradizione e una componente filosofica e formativa che vanno oltre la pura parte agonistica.
Per loro stessa definizione, lo scopo principale è il perfezionamento del carattere dell’individuo.
Trattasi di una delle poche attività che può essere praticata lungo l’intero arco della vita.
Non è necessario avere uno scopo da raggiungere, basta semplicemente vivere ciò che si sta facendo.
L’arte marziale è un viaggio in cui è importante arricchirsi lungo il percorso.
Sono molti gli esperti che hanno scoperto delle strette correlazioni e parallelismi tra alcuni aspetti di un percorso psicologico e le arti marziali:
Fuller ritiene che alcune arti marziali posseggano qualità che sostengono la salute psicologica e promuovono cambiamenti personali in una direzione socialmente desiderabile.
Nardi esamina i paralleli tra la Rational Emotive Therapy di Ellis e alcuni principi della pratica marziale (per esempio il concetto di mushin, cioè uno stato in cui la mente non si fissa in particolar modo su qualcosa, ma rimane aperta e disponibile verso tutte le cose e riflette come farebbe uno specchio).
Un altro effetto terapeutico: il miglioramento della modulazione vagale
Altri studi mostrano una correlazione significativa tra pratica del tai chi chuan e miglioramento della modulazione vagale, che a sua volta è correlata con sensazioni soggettive di calma e tranquillità (Lu e Kuo, 2003).
Questo dato è coerente con quanto riportato da Ryu et al. (1996), che aveva evidenziato un significativo incremento dei livelli ematici di endorfina durante la respirazione tai chi. Altri autori hanno evidenziato gli effetti benefici che questi cambiamenti neurofisiologici determinano sulla qualità del sonno (Li et al., 2004), sui sintomi depressivi (Tsang et al., 2002), sui sintomi ansiosi (Sharma & Haider, 2014), e più in generale sul benessere psicologico (Tsang et al., 2003).
Questi sono solo alcuni tra i riscontri empirici più significativi sul rapporto tra arti marziali e benessere psicologico.
A ciò si aggiungono anche i concetti di distanza, tempi e posizione.
Weiser e collaboratori propongono le arti marziali come una legittima forma di terapia sia per le nevrosi sia per alcune malattie mentali croniche, già di per sé stesse, ma soprattutto in aggiunta alla psicoterapia standard: esse sono tanto più utili in sostegno alla psicoterapia in soggetti che hanno difficoltà di relazione con una modalità verbale, come pazienti con ansia sociale, disturbi psicosomatici e alessitimia.
Da quando si è ritenuto che le arti marziali possano offrire benefici psicologici, un grande numero di persone ha guardato ad esse come a un valido ausilio alla psicoterapia nel trattamento di alcuni disordini o disagi psicologici.
Guthrie ha trovato, per esempio, come la combinazione tra psicoterapia e arti marziali sia stata d’aiuto soprattutto a donne vittime di abusi psicosessuali; una certa utilità è stata evidenziata anche per il trattamento dei disturbi alimentari, abusi di sostanze e crescita in famiglie disfunzionali.
Le arti marziali risulterebbero utili anche nella psicoterapia dei soggetti disabili così come di pazienti psicotici violenti, difficilmente raggiungibili con una psicoterapia standard, attuta nel modo classico.
Anche nella psicoterapia rivolta agli adolescenti con problemi comportamentali e a bambini con problemi comportamentali, le arti marziali fornirebbero maggiori incrementi nell’autostima rispetto al solo trattamento tradizionale.
Va infine considerato che le arti marziali possono essere controindicate in alcuni casi: in particolare, possono non essere adatte per soggetti che potrebbero usare le tecniche di combattimento in maniera inappropriata, come personalità sociopatiche, o persone che fanno abuso di droghe o altre sostanze.
Articolo scritto dalla dottoressa Letizia Ciabattoni
Per approfondire:
Nomofobia, un disturbo mentale non ancora riconosciuto: la dipendenza da smartphone
Fonti dell’articolo:
https://www.stateofmind.it/2015/02/arti-marziali-benessere-psicologico-prima-parte/