Lesione della cuffia dei rotatori: cosa significa?
La cuffia dei rotatori è un complesso di quattro muscoli che concorre al movimento della spalla, e che tiene stabile l’articolazione
Essendo un’area soggetta a frequente stress, la lesione della cuffia dei rotatori è una condizione piuttosto comune, in particolare nei pazienti in età avanzata; essa può essere dovuta sia ad eventi traumatici, come un movimento errato o un forte impatto, sia a processi degenerativi di origine cronica o patologica.
A seconda dei casi, dell’età del paziente e delle cause della lesione, il suo trattamento può prevedere una terapia conservativa unita ad una terapia farmacologica, oppure può essere necessario intervenire chirurgicamente con un’operazione artroscopica per la risoluzione del problema.
Cos’è e a cosa serve la cuffia dei rotatori
Anatomia della spalla
La spalla è una regione corporea del tronco, situata in posizione latero-superiore, che consente di eseguire un’ampia varietà di gesti.
Essa è sede dell’incontro di tre importanti ossa: la clavicola, la scapola e l’omero.
Si tratta di una delle zone più complesse del corpo umano, in quanto essa è formata da ben 5 articolazioni, ognuna delle quali è supportata da diversi fasci muscolari che concorrono al suo movimento.
Le cinque articolazioni della spalla sono:
- Articolazione glenomerale o scapolomerale
- Articolazione acromioclaveare
- Articolazione sternoclavieare
- Articolazione scapolotoracica
- Articolazione sottodeltoidea
In tutto la spalla è dotata di 26 muscoli, il che la rende l’articolazione più mobile dell’intero organismo: questo fa sì che da un lato essa consenta l’esecuzione dei movimenti più complessi, ma dall’altro comporta una certa instabilità dell’area, che a lungo andare può essere causa di disturbi.
Proprio per questo motivo, le articolazioni della spalla sono protette da numerose strutture anatomiche che ne stabilizzano le funzionalità, tra queste la cuffia dei rotatori svolge un ruolo fondamentale.
La cuffia dei rotatori
La cuffia dei rotatori è un complesso muscolo-tendineo grazie alla cui contrazione la spalla rimane nella propria sede anatomica impedendone la lussazione, ossia un fenomeno che comporta la fuoriuscita della testa omerale dalla cavità glenoidea; il suo nome è dovuto al fatto che i tendini che compongono questo apparato sono piuttosto vasti e formano una lamina continua che avvolge la parte superiore dell’omero, come una vera e propria cuffia protettiva.
I muscoli che compongono la cuffia dei rotatori sono
- Muscolo sovraspinato o sovraspinoso
- Muscolo sottospinato o infraspinato
- Muscolo sottoscapolare
- Piccolo rotondo
Con il passare del tempo tuttavia, a causa del costante carico e di stress continui, il complesso apparato della cuffia dei rotatori può andare incontro a disturbi e processi degenerativi che ne compromettono le funzionalità.
Quando si parla di rottura della cuffia dei rotatori si parla più propriamente di lesioni di natura tendinea: queste possono essere delle semplici infiammazioni locali, oppure delle vere e proprie rotture che necessitano di un intervento chirurgico per essere ripristinate.
Quali sono le cause della rottura della cuffia dei rotatori
Come già anticipato, la spalla è uno dei distretti più complessi del corpo umano che grazie ai suoi numerosi muscoli e importanti articolazioni, consente di compiere un gran numero di attività.
Proprio a causa del costante carico funzionale e di stress continui, le spalle possono essere soggette a numerose problematiche che ne possono danneggiare il corretto funzionamento: fratture ossee, lussazioni e lesioni della cuffia dei rotatori, sono tra i disturbi più comuni delle spalle.
Nello specifico, la lesione della cuffia dei rotatori indica una lacerazione nel tessuto tendineo con disinserzione della superficie ossea.
Essa può essere causata da eventi traumatici, come un carico eccessivo, un forte colpo oppure un movimento scomposto, o più comunemente può essere dovuta a processi degenerativi che determinano un assottigliamento del tessuto tendineo di protezione; le probabilità di riportare una lesione della cuffia pertanto, crescono esponenzialmente con l’aumentare dell’età: con l’invecchiamento, infatti, anche traumi o sforzi di modesta entità possono risultare in una lesione della cuffia dei rotatori.
Tipi di lesione
Nella maggior parte dei pazienti che riportano una lesione della cuffia, il danno riguarda i tendini del muscolo sovraspinato: questo è dovuto principalmente al fatto che esso si trova in una delicata posizione tra la testa dell’omero e l’acromion, una struttura ossea della scapola, tra i quali spesso può essere compresso; in più esso presenta un tratto critico, irrorato da pochi vasi sanguigni che ne determina una maggiore fragilità.
Il fenomeno di schiacciamento del tendine sovraspinato viene definito conflitto sub-acromiale oppure impingement.
Il muscolo sottospinato, il sottoscapolare e il piccolo rotondo sono più raramente soggetti a lesioni.
Quando vengono coinvolti più di due tendini, si parla di lesione massiva.
La lacerazione può essere di tipo parziale, in cui i tendini risultano sfilacciati e disomogenei, oppure può interessare l’intero spessore e comportare la rottura completa del tendine.
Fattori di rischio
La rottura della cuffia dei rotatori è un evento piuttosto comune tra gli sportivi: l’uso ripetitivo dei tendini, infatti, può portare ad un eccessivo ispessimento che riduce ulteriormente lo spazio subacromiale.
Anche alcuni difetti posturali derivanti da uno stile di vita sedentario o attività lavorative che impongono posizioni viziate, possono sottoporre la cuffia dei rotatori a tensioni eccessive.
Negli anziani infine la sindrome da conflitto è piuttosto comune a causa dell’indebolimento delle strutture tendinee e una loro parziale calcificazione, associato alla presenza di speroni ossei detti osteofiti.
Quali sono i sintomi?
Il principale sintomo della rottura della cuffia dei rotatori è il dolore, in particolar modo se la lesione è di origine traumatica.
Il dolore è localizzato principalmente nella parte anteriore della spalla, ma può essere irradiato in tutto il braccio, soprattutto quando vengono effettuati movimenti o vengono sollevati pesi.
Quando la lesione è dovuta ad una condizione cronica, il dolore può essere intermittente e di intensità variabile, accompagnato da difficoltà motorie più o meno marcate.
Il paziente può inoltre avvertire scricchiolii e blocchi articolari quando il braccio assume determinate posizioni, specialmente durante il riposo notturno.
Sebbene in un primo momento i sintomi possano apparire tollerabili, con il passare del tempo, se la condizione non viene trattata adeguatamente, il dolore e la debolezza alla spalla possono arrivare a compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane e lavorative.
Diagnosi
Per individuare una rottura della cuffia dei rotatori il paziente dovrà rivolgersi ad un ortopedico, il quale effettuerà un esame fisico per valutare i movimenti e la forza della spalla in varie direzioni; questi appositi test diagnostici mirano a misurare l’escursione articolare della spalla, la forza impressa dai diversi tendini e l’eventuale presenza di dolore nel corso delle manovre.
Se durante la visita emergono segnali che fanno supporre una lesione della cuffia, il medico può prescrivere ulteriori accertamenti strumentali: ecografia e risonanza magnetica possono fornire utili informazioni circa la sede di rottura, il tipo e l’estensione della lesione, inoltre sono indispensabili per valutare l’approccio terapeutico più indicato a seconda del caso.
Nel caso di rotture totali inoltre, la risonanza magnetica è essenziale per valutare lo stato di atrofia del muscolo e il grado di retrazione del tendine rotto, ossia quanto esso si è allontanato dal punto di inserzione con l’osso.
Cura e trattamento
Il trattamento più indicato per curare una rottura della cuffia dei rotatori può variare a seconda dell’età del paziente, del tipo e dell’entità della lesione riportata, o dalla gravità dei sintomi.
Nel caso di lesioni parziali, per la maggior parte dei pazienti, è possibile optare per una terapia conservativa che consiste in un periodo di riposo, unito ad un percorso fisioterapico per il recupero delle funzionalità motorie; per contrastare il dolore e combattere l’infiammazione, il medico può inoltre prescrivere una terapia farmacologica mirata.
Anche nel caso di lesioni a tutto spessore non particolarmente gravi in pazienti di età avanzata, è possibile ricorrere a questo approccio.
Nella maggior parte dei casi, infatti, si tratta di lesioni di tipo degenerativo la cui sintomatologia ha carattere cronico: in questi casi, il disturbo si presenta più acuto in maniera intermittente, alternandosi a periodi di dolore più contenuto; grazie ad una terapia farmacologica e trattamenti riabilitativi è possibile alleviare significativamente i sintomi e restituire una discreta funzionalità alla spalla.
Al contrario, se la lesione interessa un paziente ancora giovane, in particolar modo se ancora in età lavorativa, oppure se la lesione non beneficia della terapia conservativa, può essere indicato ricorrere ad un intervento chirurgico di tipo artroscopico: si tratta di una procedura microinvasiva che consiste nell’esecuzione di piccole incisioni nella parte anteriore e laterale della spalla, al fine di reinserire il tendine nella sua sede originale tramite delle piccole ancorette che vengono impiantate nell’estremità ossea.
Affinché l’intervento sia possibile è necessario che il tendine sia ancora in buono stato e sia rimasto abbastanza elastico.
Esso viene in genere eseguito in regime di day surgery e ha una durata media di 60- 90 minuti.
Al termine dell’intervento viene in genere applicato un tutore ortopedico esterno per favorire il corretto risanamento.
Nei casi più gravi o con tendenza recidiva, è possibile procedere alla sostituzione parziale o totale dell’articolazione della spalla con una protesi.
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