Macroangiopatia: una complicanza del diabete
La macroangiopatia è un’alterazione che colpisce i grossi vasi arteriosi, generalmente mediante fenomeni di aterosclerosi, cioè attraverso deposizione di grassi (placca) sulla superficie della tonaca interna di questi vasi e successiva trasformazione fibrosa della placca stessa, con indurimento dell’arteria e conseguente perdita della sua elasticità, oltre a riduzione del calibro e quindi diminuzione del flusso sanguigno
L’ipertensione e il diabete mellito sono due malattie che spesso si complicano con macroangiopatia
Essa, a sua volta provoca gravi complicazioni quali disturbi cardiaci, disturbi renali ed occlusione di una o più coronarie, con conseguente infarto.
Ipertensione e diabete, se – come accade spesso – sono concomitanti, possono aumentare le possibilità di sviluppare questi problemi.
L’ipertensione è spesso collegata a obesità, ad alti livelli di colesterolo, ad elevati trigliceridi, ad ingrandimento del cuore sinistro, ed è peggiorata dalla scarsa attività fisica, specie nei pazienti con storia familiare di ipertensione e di disturbi coronarici, tanto più se fumatori.
Inoltre, l’ipertensione è molto più comune tra gli uomini che tra le donne e può esitare in complicazioni gravi quali retinopatia e nefropatia.
L’ipertensione associata al Diabete aumenta il livello di rischio di disturbi cardiovascolari, cerebrovascolari e vascolari periferici e, soprattutto nel diabete tipo 1 (IDDM), può complicarsi con insufficienza renale cronica.
Macroangiopatia, i fattori che contribuiscono all’insorgenza di ipertensione sono molteplici ed interattivi tra loro
Una condizione definita come pre-diabete (più propriamente ridotta tolleranza glicidica) può trasformarsi in resistenza all’insulina (sindrome X) ed accompagnarsi a dislipidemia (importante aumento dei trigliceridi, del Colesterolo LDL e diminuzione del colesterolo HDL).
La resistenza all’insulina è un comune meccanismo patogenico in questa sequenza, che aumenta notevolmente il rischio di disturbi alle coronarie del cuore.
Più del 70% dei pazienti NIDDM sono a rischio di problemi cardiovascolari, cerebrovascolari o vascolari periferici.
Allo stesso modo, i disturbi cardiaci coprono più del 75% di tutti i ricoveri in ospedale dei pazienti diabetici.
Le donne affette da diabete (di tipo 1 o di tipo 2) corrono un rischio 5 volte superiore di sviluppare disturbi cardiovascolari rispetto a quelle senza diabete.
Gli uomini diabetici hanno da due a tre volte più possibilità di incorrere in problemi cardiaci di quelli non diabetici.
Le donne diabetiche corrono 5 volte in più il rischio di arteriopatie degli arti inferiori rispetto alle donne sane, mentre gli uomini da due a tre volte in più rispetto agli altri.
Il rischio di soffrire di infarto aumenta da due a tre volte nei pazienti con diabete.
Che cosa fare in caso di macroangiopatia
La dieta è la componente chiave di una Terapia di prima linea.
Un salutare piano alimentare include la riduzione di calorie, di grassi e di sodio (importante nell’ipertensione), soddisfacendo la richiesta di calcio e potassio.
È essenziale che i malati di diabete consultino un dietologo per impostare correttamente la loro alimentazione.
L’esercizio fisico è un altro componente importante della terapia.
Altri fattori di rischio cardiovascolare da combattere sono il fumo, lo stress e l’obesità.
Il controllo domiciliare della glicemia, mediante apparecchi digitali, può sicuramente migliorare il compenso glicidico nel sangue e ridurre le ipoglicemie secondarie, unica vera complicanza (a volte anche grave) che occorre evitare il più possibile nella terapia antidiabetica.
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