Malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE): sintomi, diagnosi e cura
La malattia da reflusso gastroesofageo (in sigla MRGE) è un complesso di sintomi determinato dal fenomeno del reflusso, ossia dal passaggio di parte del contenuto gastrico in esofago tale da determinare sintomi secondari a irritazione della mucosa esofagea, con o senza lesioni macroscopicamente evidenti
Quanto è diffusa la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE)
La malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) è una delle più comuni malattie dell’apparato digerente.
Secondo i dati divulgati sul Libro Bianco della Gastroenterologia Italiana, sintomi da MRGE sono presenti nel 44,3% della popolazione, in tutte le fasce di età ma in particolare dopo i 40 anni, in aumento nell’ultimo quarto di secolo probabilmente a causa all’incidenza dell’obesità.
Quali sono le cause del reflusso gastroesofageo
La malattia da reflusso gastroesofageo è causata da diversi fattori: il peso e fattori anatomici, alimentari, ormonali e farmacologici possono causare reflusso liquido e gassoso.
Il reflusso gastroesofageo si verifica quando il contenuto gastrico passa in esofago per rilasciamento dello sfintere esofageo inferiore (area intermedia tra esofago e stomaco).
Lo sfintere esofageo inferiore, infatti, costituisce una sorta di barriera pressoria contro il reflusso.
Quando la sua pressione si riduce il materiale acido e non-acido gastrico risale dallo stomaco all’esofago.
Normalmente, in condizioni normali, si verificano diversi episodi di reflusso quotidianamente: nei soggetti sani si possono avere in media da 1 a 4 episodi postprandiali all’ora.
Inoltre, le persone in sovrappeso e le donne in gravidanza sono maggiormente predisposte al reflusso che, tuttavia, diviene patologico quando è di durata e frequenza tali da provocare la comparsa di sintomi o da causare lesioni della mucosa esofagea.
Il reflusso è considerato patologico quando ha una durata e una frequenza tali da provocare la comparsa di sintomi o da causare lesioni della mucosa esofagea. In questo caso si parla di malattia da reflusso gastroesofageo.
Segni e sintomi della malattia da reflusso gastroesofageo
Il quadro clinico della MRGE è costituito da sintomi tipici altamente specifici quali il rigurgito del contenuto gastrico (che insorge tipicamente dopo pasti abbondanti o in posizione supina o curva in avanti) e la pirosi, ossia il bruciore retrosternale e alla “bocca dello stomaco”.
In alcuni casi può determinare sintomi meno tipici a carico dell’esofago (dolore toracico non-cardiaco), del distretto oro-faringeo (odinofagia, disfagia e raucedine), delle vie aeree (asma, tosse cronica, faringiti) e del cavo orale (glossite e carie dentarie).
In oltre il 50% dei casi la malattia da reflusso gastroesofageo può essere caratterizzata dalla presenza di lesioni flogistico-erosive a carico della mucosa dell’esofago distale.
Diagnosi di malattia da reflusso gastroesofagea (MRGE)
La diagnosi della MRGE è prevalentemente clinica e si basa sulla presenza dei sintomi tipici (rigurgito del contenuto gastrico e pirosi).
La diagnosi va confermata e approfondita tramite valutazione clinica multidisciplinare e su esami specifici che il medico specialista potrà indicare per lo studio delle complicanze.
Secondo le Linee Guida della Federazione AIGO SIED SIGE le tecniche diagnostiche utilizzate nella MRGE sono:
- Rx grafia T.D. prime vie per la valutazione del decorso e il calibro dell’esofago e per lo studio della giunzione esofago-gastrica;
- esofago-gastro-duodenoscopia (EGDscopia) per la valutazione della mucosa esofagea;
- pH-metria esofagea 24 ore e pH-impedenzometria esofagea multicanale 24 ore per la valutazione del reflusso acido gastroesofageo;
- manometria esofagea per diagnosticare una eventuale riduzione del tono muscolare nello sfintere esofageo inferiore e per diagnosticare alterazioni motorie esofagee che possono causare la MRGE.
La terapia della malattia da reflusso gastroesofagea (MRGE)
La terapia medica della MRGE si basa sull’uso di farmaci che riducono o bloccano la secrezione gastrica: H2 antagonisti (tipo ranitidina) e gli inibitori della pompa protonica (tipo omeprazolo) associati spesso a farmaci procinetici impiegati per migliorare lo svuotamento dell’esofago e dello stomaco, impedendo il reflusso di materiale dopo i pasti.
La terapia chirurgica (tradizionale, laparoscopica, endoscopica) è invece considerata una soluzione estrema ed è indicata nei soggetti giovani con malattia di grado severo e nei casi con frequenti recidive.
Infine, il dormire sollevati, mantenere una buona postura, seguire una alimentazione equilibrata evitando cibi e sostanze potenzialmente reflussogene (caffè, cioccolata, menta), mantenere il peso forma, evitare il fumo sono accorgimenti opportuni ancorché indicati in caso di reflusso.
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