Medicina placebo: guarigione grazie alla psicologia

La medicina placebo svolge un ruolo fondamentale nella ricerca farmacologica. È possibile inoltre impiegarla nel processo di cura dei così detti “malati imaginari”

Cos’è il farmaco Placebo?

Il Placebo è una sostanza priva di principi attivi specifici, che viene somministrata come se avesse veramente proprietà curative o farmacologiche. Questo può migliorare la salute del paziente a cui è stato somministrato, a condizione che il paziente riponga fiducia in tale sostanza o terapia. Si parla in questo caso di “Effetto Placebo” e consiste in un miglioramento indotto dalle aspettative positive del paziente.

Come funziona? La forza della mente

L’effetto placebo agisce su molteplici livelli, coinvolgendo diverse aree del cervello. Quando un paziente assume un placebo convinto della sua efficacia, il cervello rilascia endorfine (dei neurotrasmettitori che hanno un potente effetto analgesico e riducono la percezione del dolore) e si attivano delle aree cerebrali legate alla ricompensa e alla motivazione che rafforzando le aspettative positive del paziente e la sua risposta al trattamento.

Sperimentazione e ricerca: il ruolo del placebo

Generalmente il placebo viene utilizzato a scopo di ricerca e sperimentazione. Negli studi clinici, quando si deve sperimentare un nuovo farmaco e verificare l’efficacia dei suoi effetti, si selezionano dei campioni che vengono suddivisi in due gruppi: uno riceve il farmaco in sperimentazione, mentre l’altro riceve un placebo identico nell’aspetto, ma privo di principi attivi. Ai soggetti a cui viene dato il farmaco placebo viene però presentato come un vero e proprio farmaco, esattamente come l’altro. Confrontando poi i risultati dei due gruppi, i ricercatori possono valutare l’effettiva efficacia del farmaco, distinguendo l’azione farmacologica dall’effetto placebo.

Nuove possibilità per la medicina placebo: i casi di “malati immaginari”

Come abbiamo visto, i medicinali placebo possono avere effetti curativi sui pazienti, seppur lievi. Perché quindi non impiegarli come un vero e proprio trattamento per tutti quei casi di disturbi psicosomatici, comunemente etichettati come “malati immaginari”. Questi pazienti, pur non presentando patologie organiche, manifestano sintomi fisici reali, come dolori, cefalee o disturbi digestivi, causati da fattori psicologici come stress, ansia o depressione. In questi casi, la medicina placebo, associata a un approccio psicologico mirato, può rappresentare un valido strumento terapeutico. Il paziente, ricevendo un trattamento placebo in cui ripone fiducia, può sperimentare un miglioramento dei sintomi, aprendo la strada a un percorso di terapia psicologica che affronti le cause profonde del malessere.

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