Miopia, strabismo e 'occhio pigro': prima visita già ai 3 anni per prenderti cura della vista del tuo bambino

Parliamo di vista. Miopia, strabismo e ‘occhio pigro’: alla nascita i nostri occhi sono completamente formati, ma la capacità visiva è ancora immatura

Poi giorno dopo giorno, impariamo a guardare il mondo grazie alle corrette stimolazioni e agli accorgimenti che apprendiamo nella prima infanzia.

Nei primi cinque/sei anni di vita lo sviluppo della funzione visiva in età pediatrica avviene per tappe progressive: è quindi importante intercettare per tempo problemi o patologie che possano pregiudicare lo sviluppo di una funzione visiva completa e corretta.

Vista: quando è consigliato fare la prima vista oculistica ?

La prima visita (oculistica e ortottica) va effettuata tra i 3 e 4 anni anni, in linea generale intorno ai 3 anni e mezzo, circa.

A questa età infatti il bambino è nella maggior parte dei casi abbastanza collaborante per eseguire i test richiesti, primo fra tutti la valutazione dell’acutezza visiva utilizzando dei caratteri grafici (forme e disegni stilizzati di oggetti famigliari) e quelli proposti dall’ortottista per la valutazione del corretto sviluppo delle funzioni motorie.

Quindi una visita prima dei 3 anni non è necessaria?

La visita deve essere anticipata se i genitori si accorgono che il bambino magari all’età di 1 o 2 anni “storta un occhio” o se assume una posizione anomala del capo quando osserva gli oggetti.

La visita deve essere anticipata anche in bambini nati prematuri e se c’è familiarità per strabismo e ambliopia.

Come si svolge la prima visita per valutare la vista?

La prima visita è un momento importante in cui vengono svolti diversi test.

L’oculista pediatrico controlla sia la ‘salute dell’occhio’ dal punto di vista anatomico  (es: valutazione degli annessi, delle strutture del segmento anteriore ed esame del fundus) sia aspetti funzionali (es: acuità visiva, motilità oculare, presenza della stereopsi).

Infine, per una visita completa è necessario instillare qualche goccia di collirio, che può bruciare un po’, ma che è fondamentale per eseguire l’esame della refrazione in cicloplegia, un test che valuta l’eventuale difetto di refrazione, cioè l’incapacità dell’occhio di focalizzare le immagini nitidamente sulla retina (vista offuscata).

A proposito di vista: quali problemi si possono riscontrare in un bambino piccolo?

Già sui 3-4 anni è possibile fare una diagnosi precocedi difetti di refrazione elevati (soprattutto astigmatismi e ipermetropie) e di forme lievi di strabismo (microtropia e strabismo a piccolo angolo). I difetti di refrazione elevati, soprattutto se asimmetrici nei due occhi, e lo strabismo sono pericolosi, perchè possono causare ambliopia, il cosiddetto “occhio pigro”.

Correggere prococemente questi difetti è fondamentale.

Se viene riscontrata ambliopia c’e’ la possibilità di guarire?

Certamente.

Nella maggior parte dei casi vengono prescritti occhiali come primo step e molto spesso dopo qualche tempo si inizia il trattamento riabilitativo che consiste nel ‘bendare/coprire’ l’occhio che non presenta difetti di refrazione o comunque che ha una miglior funzione visiva,stimolando così l’altro occhio.

Se iniziato precocemente, il trattamento riabilitativo è solitamente ben accettato dal bambino e dà risultati migliori e più rapidi.

Inoltre, è importante seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dai medici oculisti e dalle ortottiste, rispettando anche le scadenze dei controlli  per non vanificare quanto fatto.

Se invece alla prima vista di screening va tutto bene, quando fare la seconda visita?

La seconda visita di screening deve essere eseguita in età prescolare.

Il bambino più grandicello è infatti in grado di leggere le lettere o simboli grafici più piccoli consentendo di verificare la completa maturazione della funzione visiva (i famosi 10/10).

A questa età si possono anche diagnosticare le forme di miopia ad insorgenza infantile e prescrivere gli occhiali affinchè all’ingresso della scuola primaria il bambino non abbia difficoltà di apprendimento correlate al difetto visivo.

A questo proposito, ricordiamo che la maggior parte dei bambini, anche fino agli 8-10 anni, tende a non riferire le proprie difficoltà visive.

Quali accorgimenti è importante seguire per garantire la salute della vista nei bambini più grandicelli e ragazzini?

Sicuramente limitare l’utilizzo di tablet e altri dispositivi elettronici, soprattutto a distanza ravvicinata.

Allo stesso tempo, favorire e incentivare lo svolgimento di attività e sport all’aperto.

Ormai un’ampia letteratura scientifica dimostra che una corretta esposizione alla luce naturale riduce la progressione della miopia, patologia sempre più diffusa che in alcuni paesi sta assumendo le caratteristiche di una ‘epidemia’.

Importante è anche abituare i bambini e ragazzi all’utilizzo degli occhiali da sole con  filtri UV di buona qualità da indossare nelle giornate e nelle ore particolarmente soleggiate, soprattutto dove vi siano molti riflessi (es. al mare o in piscina d’estate e in alta montagna sulla neve).

Oppure per riparare dalla luce solare gli occhi di bambini che faticano a tenere gli occhiali da sole utile è l’utilizzo di cappellini con visiera, mentre per i più piccoli da non dimenticare l’uso di parasole da passeggino.

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A proposito di occhiali qualche consiglio perché i bambini li accettino meglio?

A questo riguardo è necessario affidarsi alle competenze di un ottico esperto dell’età pediatrica che abbia una vasta gamma di montature adatte per materiali e forma al viso dei bambini  (solitamente in gomma atossica, senza naselli e con stanghette elastiche) e anche perché no, di colori vivaci.

Mai, invece, montature in metallo che possono risultare pericolose in caso di cadute.

Lo stesso vale anche per gli occhiali da sole dove particolare attenzione andrebbe fatta per le lenti che dovrebbero comunque essere di qualità.

Infine, qualche ultimo consiglio per individuare problemi alla vista all’inizio della scuola primaria?

Può succedere che a scuola il bambino, in genere i maschi, si renda contro di non vedere correttamente i colori, soprattutto le sfumature.

Le forme più frequenti di alterata visione dei colori (daltonismo) interessano il verde e il rosso, i cui geni sono localizzati sul cromosoma X, e questo spiega perché la malattia colpisca soprattutto i maschi.

Tale alterazione può avere diversi gradi di severità, da un’insensibilità assoluta nella visione dei colori (visione in bianco, nero, grigio con la presenza di solo uno o due colori) che si presenta raramente, fino all’incapacità solo a cogliere in pieno le sfumature.

La diagnosi di daltonismo, non è difficile: esistono appositi test visivi, le cosiddette tavole di Ishihara, che consentono di individuare eventuali difficoltà nella percezione dei colori anche in bambini molto piccoli, già dai 4-6 anni.

Benché al momento non esista una terapia per questi difetti, bisogna ricordare che il daltonismo non compromette assolutamente l’acutezza visiva e il bambino potrà svolgere senza alcun problema la maggior parte delle attività quotidiane: imparare a leggere e a scrivere e, a tempo debito, conseguire la patente di guida.

È comunque importante che insegnanti ed educatori siano informati della malattia, affinché evitino per quel bambino metodi di apprendimento basati sul riconoscimento e il confronto dei colori.

Per approfondire:

Astenopia: se il bambino lamenta frequenti mal di testa, occhio alla vista…e al display

Oculistica: il 90% di chi sta più di 4 ore al pc ha l’occhio secco

Sindrome neuropsichiatrica infantile ad insorgenza acuta: linee guida per la diagnosi e il trattamento delle sindromi PANDAS/PANS

Fonte dell’articolo:

Policlinico di Milano – sito ufficiale

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