Nel 2014 costi e interventi umanitari sono già stati superiori a quelli di tutto il 2013
Il 2014 è stato finora l’anno con la maggiore crescita di crisi umanitarie in tutto il mondo. Le agenzie internazionali per le risposte umanitarie hanno pianificato di aiutare un target di 76 milioni di persone in 31 paesi. Nel dicembre 2013 erano stati 52 milioni, le persone aiutate. 102 milioni di persone, nelle stime, hanno bisogno di aiuti umanitari e di assistenza, circa il 25% in più rispetto al 2013, quando a dicembre le persone in stato di necessità erano 81 milioni. I finanziamenti per coprire azioni umanitarie sono passati da 12,9 miliardi del 2013 agli attuali 17,3 miliardi. E tantissime crisi stanno avendo impatti regionali difficili da calcolare, su un sistema di paesi già fragili di per sè.
Sono 5 le crisi che sono state classificate come principali dall’Agenzia internazionale, indicate come “L3 emergencies”.
L3 è il grado massimo di crisi, che richiede sostegno, ai massimi livelli,per ottenere un effettivo effetto dalle risposte umanitarie inviate. Il tifone Haiyan nelle filippine è stato dichiarato emergenza L3 a novembre 2013. Circa 11.3 milioni di persone in 9 regioni delle Filippine sono stati colpiti da questa tragedia distruttiva. 201 persone sono state uccise dalla forza della natura che ha distrutto case e infrastrutture in tantissimi villaggi.
La seconda emergenza L3 classificata dalle organizzazioni internazionali è la Siria, insieme alle emergenze umanitarie nel centro Africa (CAR), nel sud del Sudan dove la complessa crisi politica ha creato conflitti e insicurezza che hanno aumentato anche la richiesta di protezione (per civili e per operatori umanitari ndr). Solo in Siria, dal 2013 ad oggi le persone con necessità di aiuto sono passate da 9 milioni a 10,8 milioni.
Oltre alle crisi di livello L3 ci sono un enorme numero di emergenze che richiedono attenzione. In 9 paesi dell’africa subsahariana la siccità del 2012 ha reso più dura la forza della malnutrizione e della povertà, togliendo a 20,2 milioni di persone la certezza di cibo e acqua. Solo 11.9 milioni di questi hanno avuto assistenza. C’è anche da tenere conto di situazioni dove non è stato possibile intervenire, come nello Yemen.
Oltre all’assistenza umanitaria c’è da prevedere un’azione forte nelle crisi più complesse e durature, riguardo le discriminazioni razziali e le violenze sessuali, che rimangono un’area critica nella risposta umanitaria. Somalia, Haiti, Myanmar, Djibuti, Sudan, Mali, i territori occupati palestinesi e l’Afghanistan chiedono tutti maggiori livelli di risposta su questi fronti. Situazioni di guerra e ribellioni, hanno acceso violenze sia in Ucraina che a Gaza. Per rispondere a queste crisi “in divenire” con la stessa prontezza con cui si risponde a crisi umanitarie già evidenti, la strategia e la pianificazione dei target deve essere sviluppata in ogni regione o paese. Ed ogni volta che la situazione si evolve, la pianificazione dev’essere migliorata.
I 17,3 miliardi di dollari richiesti nel 2014 sono il più alto livello di richiesta in un singolo anno per le agenzie internazionali di risposta strategica, ed è una somma più alta di quella richiesta nel passato del 30%. La maggioranza dei fondi richiesti sono per le crisi di livello L3. Le attività delle sigle internazionali continueranno nei prossimi mesi per raggiungere la raccolta delle somme richieste.