Neurotoxoplasmosi (NTX): l’Encefalite da Toxoplasma
L’encefalite da Toxoplasma, o Neurotoxoplasmosi (NTX), è la patologia opportunistica che più frequentemente interessa il sistema nervoso centrale dei pazienti affetti da AIDS
L’infezione da toxoplasma è diffusa in tutto il mondo, ma nella maggior parte delle persone sane l’infezione decorre in modo assolutamente asintomatico, cioè senza che vi sia alcun segno evidente di malattia.
Al contrario, nei pazienti affetti da AIDS può provocare dei quadri clinici piuttosto severi, con la formazione di lesioni ascessuali localizzate in varie parti del cervello e del cervelletto.
Encefalite da Toxoplasma, o Neurotoxoplasmosi (NTX): si tratta di una zoonosi, cioè di una infezione trasmessa agli uomini dagli animali
Il Toxoplasma, che è un protozoo, è in grado di infettare tutti i tipi di mammiferi, ma l’ospite definitivo è rappresentato dal gatto, il quale, una volta infettato, elimina le cisti del Toxoplasma con le feci.
L’ingestione di alimenti o sostanze contaminate dalle feci del gatto provoca il contagio di vari animali, tra i quali ovini, suini e bovini.
In questi animali il parassita si localizza prevalentemente nel tessuto muscolare sotto forma di cisti.
L’uomo si può quindi infettare mangiando carne parassitata da queste cisti (se cruda o poco cotta), verdure contaminate, o direttamente per contatto diretto con i gatti.
Nei Paesi europei dell’area mediterranea (Italia, Francia e Spagna) la prevalenza dell’infezione nella popolazione adulta è piuttosto elevata (50-70%), mentre risulta più bassa negli Stati Uniti (10-40%).
Nell’uomo che ha contratto l’infezione, il sistema immunitario riesce nella maggior parte dei casi a controllare il parassita, sia mediante la produzione di anticorpi sia mediante la risposta immunitaria cellulo-mediata; questa risposta però non è in grado di eliminare completamente il patogeno, il quale è in grado di “annidarsi” sotto forma di cisti in alcuni tessuti, principalmente nei muscoli e nel cervello.
In seguito, la sorveglianza immunitaria è in grado di mantenere silenti queste cisti per tempo illimitato.
Nelle persone con AIDS invece, nelle quali l’immunità cellulo-mediata è gravemente compromessa, questa sorveglianza diventa insufficiente, per cui il Toxoplasma è in grado di riattivarsi e dare origine alle formazioni ascessuali che caratterizzano la malattia.
Quadro clinico e diagnosi dell’encefalite da Toxoplasma, o Neurotoxoplasmosi (NTX)
La NTX spesso esordisce in modo subacuto, e si manifesta inizialmente con la presenza di cefalea e febbre.
A volte però esordisce in modo improvviso con sintomi neurologici focali quali crisi convulsive o deficit motori (paresi), oppure con uno stato di coma.
Lo strumento diagnostico principale è costituito dalla TAC dell’encefalo, che mostra un quadro molto tipico: appaiono delle lesioni, a volte singole ma più spesso multiple, caratterizzate da un aspetto ipodenso (cioè di colore diverso rispetto al tessuto cerebrale circostante) circondate da un tipico anello più chiaro, formato da un accumulo del mezzo di contrasto.
Spesso è presente un’area di edema attorno alle lesioni, che comprime le strutture cerebrali circostanti provocando così i sintomi clinici.
La risonanza magnetica è in grado di fornire maggiori dettagli sulle lesioni, ma solitamente non è necessario eseguirla prima della TAC.
In caso di dubbio diagnostico, per esempio per una presentazione non tipica alla TAC, oppure nel caso di una lesione singola, più frequentemente presente in altre patologie come per esempio il linfoma cerebrale primitivo, può essere necessario eseguire un esame istologico mediante biopsia cerebrale.
Encefalite da Toxoplasma, riferimenti bibliografici
U.S. Public Health Service (USPHS) and Infectious Diseases Society of America (IDSA): 1999 USPHS/IDSA Guidelines for the Prevention of Opportunistic Infections in Persons Infected with Human Immunodeficiency Virus.
MMWR Recommendations and Reports, August 20, 1999 / Vol. 48 / No. RR-10.
Disponibile al sito: www.hivatis.org
Furrer H, Egger M, Opravil M, et al: Discontinuation of primary prophylaxis against Pneumocystis carinii pneumonia in HIV-1-infected adults treated with combination antiretroviral therapy. N Engl J Med 340:1301-6, 1999.
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