Nevi: cosa sono e come riconoscere i nei melanocitari
I nevi più comunemente chiamati nei melanocitari (o nevi nevocellulari) sono raccolte intracutanee di melanociti che clinicamente si manifestano con lesioni in chiazza o nodulari a limiti netti e relativamente stabili nel tempo
Le cellule neviche possono dislocarsi in sede intraepidermica (nevo giunzionale), dermo-epidermica (nevo composto) o intradermica (nevo dermico).
Come riconoscere i nevi
Nella maggior parte dei casi i nei sono asintomatici e solo raramente vengono avvertiti come ‘presenza’ o notati per le loro dimensioni o in rapporto alla sede.
L’aspetto clinico è polimorfo: se ne distinguono infatti numerose varietà.
Nevo melanocitario piano: macchia ipercromica di colore variabile dal caffellatte al bruno scuro, puntiforme o lenticolare, ben circoscritto, di numero e dimensioni variabili.
Lentigo (simplex o giovanile): neo pigmentario di piccole dimensioni (pochi mm di diametro), di colore uniforme variabile dal bruno al nero, spesso unico o rappresentato da pochi elementi che possono comparire a qualsiasi età (ma più frequentemente in quella giovanile), con predilezione per le sedi esposte alla luce. Tende alla regressione dopo i trenta anni.
Neo tuberoso: nodulo solido di forma emisferica generalmente localizzato al viso, di dimensioni variabili da un grano di miglio ad un cece, di colore roseo o bruno-nerastro, a superficie liscia, glabra o ricoperta di peli. Tende ad ingrandirsi con l’età.
Neo verrucoso moriforme: neo rilevato, rotondeggiante, a superficie mammellonata o papillomatosa, di colore variabile dal rosso, al bruno, al nerastro; talvolta è peduncolato.
Neo acromico: è una macchia biancastra, circoscritta, generalmente congenita, dovuta alla notevole riduzione o alla competa assenza di melanina.
Lentigo senile: lesione bruna, unica o multipla, rotondeggiante o ovalare, di diametro variabile da pochi mm a 1-2 cm, localizzata in sedi fotoesposte. Insorge in età matura o più precocemente in soggetti che si espongono eccessivamente al sole.
Neo di Sutton (halo naevus): neo pigmentario rilevato, circondato da un alone acromico, rotondeggiante o ovalare, coseguente ad una probabile reazione immunitaria di rigetto dei nevociti da parte dell’organismo (vitiligine perinevica) che conduce alla progressiva scomparsa del neo stesso. È più frequente nei giovani.
Naevus Spilus: macchia ipercromica, rotondeggiante o ovalare, ad insorgenza precoce, nel cui contesto compaiono alcuni nevi giunzionali e composti, di pochi mm di diametro e di colore scuro.
Neo di Spitz-Allen: Nevo melanocitario, di aspetto paulo-nodulare, più frequente nell’infanzia. Insorge generalmente come nodulo isolato al volto ed agli arti, di diametro inferiore ad 1cm. Il colore varia dal rosa al camoscio, al rosso, al nerastro. Può scomparire spontaneamente.
Neo pigmentario congenito: compare alla nascita, con diametro variabile da 1,5 cm (piccolo) a 20 cm (medio), sino ad un diametro maggiore di 20 cm (gigante), di colore marrone o nerastro. Alcuni nei congeniti hanno una distribuzione metamerica, interessando vaste superfici (neo a mutandina da bagno, neo a mantellina etc.). Sulle chiazze pigmentate piane compaiono spesso elementi nodulari ed una marcata peluria.
Neo ungueale: neo localizzato a livello della matrice dell’unghia che si evidenzia come una banda longitudinale ipercromica, dello spessore di alcuni mm, nella lamina ungueale.
Neo displastico: secondo alcuni autori costituirebbe un Melanoma in situ. È un neo morfologicamente atipico, di colore variabile dal rosa al brunastro, a contorni irregolari, spesso indentati, di diametro superiore ai 5 mm. Spesso è costituito da una parte centrale rilevata e più scura e di un alone periferico piano.
Efelidi: piccole macchie brunastre, color ruggine, localizzate in gran numero nelle sedi esposte alla luce, che si accentuano nella stagione estiva dopo l’esposizione ai raggi solari. Sono caratterizzate da incremento di melanina nello strato basale dell’epidermide.
Nevo di Becker: si presenta come una macula iperpigmentata e ricoperta progressivamente da peli, di dimensioni varianti da pochi a diversi cm, di colore bruno omogeneo o marrone scuro, localizzata al tronco o agli arti, caratterizzata da un incremento del pigmento melanico nello strato basale dell’epidermide.
Macchia a caffellatte: è una chiazza di iperpigmentazione cutanea, congenita o acquisita, isolata o multipla, ben circoscritta, di dimensioni variabili da 2 a 20 cm, non rilevata, di colore marrone chiaro omogeneo. Tutte le sedi possono essere interessate, tranne le superfici mucose.
Melanosi delle mucose e dei genitali: si tratta di aree uniformi di iperpigmentazione maculare che interessano le superfici mucose della bocca, delle labbra e dei genitali sia maschili che femminili. In genere non hanno alcuna potenzialità di evoluzione in melanoma.
Macchia mongolica: è una macchia congenita di colore bluastro, riscontrabile prevalentemente in bambini di razza mongolica e negroide, ma compare anche nell’1% dei bambini indo-europei. Si localizza solitamente in regione lombo-sacrale, con limiti sfumati e dimensioni superiori ai 10 cm di diametro. Tende a scomparire spontaneamente negli anni.
Nevo blu: a localizzazione cutanea o mucosa, si presenta come una papula di circa 1 cm di diametro, di colore bluastro o blu nero, congenito o acquisito, localizzato in particolare alle mani ed ai piedi. È più frequente nella donna.
Nevi, gli esami
Scopo di ogni indagine diagnostica relativa ai nevi è il cercare di individuare il più precocemente possibile la eventuale insorgenza di un melanoma, tumore maligno del neo.
I criteri clinici più sottili per l’individuazione del melanoma maligno sono stati compendiati nella ‘regola ABCDE’: Asimmetria, irregolarità dei Bordi, variazioni del Colore, Dimensioni superiori ai 6 mm, tendenza all’Estensione.
Oggi è di grande aiuto la Microscopia ad Epiluminescenza, chiamata anche dermatoscopia, una tecnica non invasiva di esame microscopico in vivo, in cui la superficie cutanea è illuminata da raggi di luce incidenti obliquamente.
L’interposizione di una goccia di olio tra la superficie cutanea in esame ed il vetro del età microscopio, permette di studiare le strutture pigmentate dell’epidermide, della giunzione dermo – epidermica e del derma superficiale.
Cosa aspettarsi
I nevi si riscontrano, senza predilezione di sesso, in più del 95% dei soggetti adulti di razza bianca e in una percentuale di poco inferiore nelle altre razze.
Esistono peraltro marcate differenze in rapporto all’età. I nevi sono infatti presenti solo nell’1% dei neonati e la lesione è abitualmente unica o duplice.
Dopo la nascita la percentuale dei soggetti colpiti aumenta rapidamente e gli elementi si moltiplicano sino a raggiungere nella vita adulta il numero medio di 15-20 per persona.
Questo numero si riduce poi lentamente, ma nuovi nevi possono comparire dopo i 30 anni e raramente anche in persone anziane.
Si discute ancora circa la trasmissione ereditaria dei nevi anche se, in alcuni casi, si osservano lesioni neviche localizzate nelle stesse sedi e con le medesime caratteristiche morfologiche per più generazioni.
La trasformazione di un nevo in un melanoma rappresenta la più grave patologia delle lesioni pigmentate, a causa dell’alto grado di malignità e mortalità di questo tumore.
Cosa fare
Nell’approccio ad un paziente affetto da nei si deve partire dal presupposto che quasi tutti i nei possono potenzialmente degenerare e trasformarsi in un melanoma.
Esistono dei nevi a maggiore probabilità di trasformazione maligna (nei a rischio) e ciò giustifica l’asportazione chirurgica preventiva di tali lesioni.
Si possono perciò asportare i nei congeniti di piccole dimensioni, i nei acquisiti piani o papulosi in rapida crescita, i nei displasici, tutti i nei di aspetto morfologico atipico, soprattutto se comparsi dopo i 30 anni.
È importante inoltre sensibilizzare la popolazione con campagne di prevenzione, stimolandola ad un autocontrollo ed a sottoporsi a visite dermatologiche di screening.
Consigli
Se la nostra cute è sede di numerosi nei, è bene rivolgersi al dermatologo per creare una mappa completa della propria pelle, da controllare ogni 6-12 mesi, e segnalargli casi di melanomi avuti in famiglia. Indicare eventuali nuove macchie o nei sospetti allo specialista.
Evitare di esporsi al sole dalle ore 11 alle 16.
Valutare il proprio fototipo con l’aiuto di uno specialista che proponga la crema solare protettiva adatta.
Applicare regolarmente filtri solari secondo il proprio fototipo e ripetere più volte l’applicazione, soprattutto dopo aver fatto il bagno o dopo aver sudato molto.
Indossare abiti che coprono il corpo ed il viso quando si è costretti a stare al sole. Evitare dosi in più di raggi ultravioletti, come le lampade abbronzanti. Proteggere i bambini dal sole.
Nevi, 5 domande da fare al medico
- Quando un neo deve preoccupare;
- quale tipo di fotoprotettore usare;
- quali sono gli orari più utili per la esposizione al sole dei bambini e degli adulti a rischio;
- quali nei sottoporre a stretto controllo o decidere di asportare;
- quali procedure seguire in caso di diagnosi di melanoma.
Per approfondire:
Emergency Live ancora più…live: scarica la nuova app gratuita del tuo giornale per iOS e Android
Cos’è l’impetigine in adulti e bambini e come curarsi
Psoriasi infantile: che cos’è, quali sono i sintomi e come si cura
Pelle: cosa fare in caso di follicolite?
Melanoma: l’autoesame con l’ABCDE
Come si riconosce e come si cura un melanoma
Nei: conoscerli per riconoscere il melanoma
Melanoma della pelle: tipologie, sintomi, diagnosi e le ultime cure
Melanoma: contro il tumore della pelle fondamentali la prevenzione e la visita dermatologica
Sintomi e cause del nevo di Spitz
Cos’è e come si presenta il nevo displastico?