Nuovi Biomarcatori nel Sangue per la Diagnosi Precoce dei Tumori
Scoperta di 618 Proteine Spia per 19 Tipi di Cancro
Grazie a due studi guidati dall’Università di Oxford e pubblicati su Nature Communications, sono state individuate ben 618 proteine nel sangue che possono indicare la presenza di 19 diversi tipi di tumore. Di queste, 107 potrebbero rivelare il rischio di sviluppare un tumore fino a sette anni prima che venga effettuata una diagnosi clinica. In altre parole, se finalizzati, questi numeri potrebbero essere utilizzati come strumento di prevenzione e diagnosi precoce del cancro.
Dettagli degli Studi e Risultati
Durante il primo studio, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue provenienti da oltre 44.000 persone, di cui 4.900 hanno poi sviluppato un tumore. Ognuno di questi campioni è stato sottoposto ad un’analisi di quasi 1500 proteine. Confrontando i risultati di persone sane con quelli di coloro che sviluppano il cancro, si possono trovare specifiche proteine associate al rischio di sviluppare tumori. Inoltre, 182 proteine mostrano cambi significanti già tre anni prima della diagnosi.
Implicazioni Genetiche e proteine per la sviluppo del cancro
Nel secondo studio, i ricercatori hanno analizzato informazioni genetiche di più di 300.000 casi di cancro per capire quali proteine nel sangue sono essenziali per lo sviluppo della malattia e a quanti di loro nuovi farmaci possono mirare. I ricercatori hanno trovato 40 proteine che influenzano il rischio di sviluppo nove tipi di tumori. Cambiando queste proteine, potrebbe aumentare o diminuire la possibilità di avere un tumore.
Prospettive per la Prevenzione e il trattamento del cancro
Questi risultati rappresentano un grande balzo in avanti verso la prevenzione e diagnosi precoce del cancro. La possibilità di rilevare il rischio di contrarre cancro anni prima la comparsa di sintomi potrebbe rivoluzionare il modo di affrontare queste malattie. I test basati su questi biomarcatori potrebbero diventare un’importante parte dei programmi di screening e vigilanza, permettendo di interagire in modo più tempestivo e personalizzato. Questo approccio potrebbe non solo migliorare la prognosi del paziente, ma anche ridurre i costi.
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