Oncologia pediatrica: “la sfida e' guarire di piu' e meglio”
Oncologia pediatrica: guarire di piu’, guarire meglio. È una delle principali sfide per il futuro dell’oncologia pediatrica secondo Andrea Biondi, direttore scientifico della Fondazione Monza e Brianza per il bambino e la sua mamma, intervenuto lo scorso 22 settembre al convegno ‘Per una medicina personalizzata a misura di bambino. Le nuove frontiere in oncologia pediatrica e malattie rare’ organizzato dall’Osservatorio Sanita’ e Salute.
“Ancora adesso- ricorda Biondi- il 15% di bambini e adolescenti muore e i tumori sono ancora la causa piu’ frequente e importante di morte in eta’ pediatrica.
Non possiamo pensare che questo non rappresenti un problema, perche’ la prospettiva di un bambino di un anno che muore di tumore sono i suoi 79 anni di vita che abbiamo perso, con delle ricadute anche economiche.
Guarire di piu’, guarire meglio- ribadisce il pediatra ed ematologo- oggi significa da un lato scoprire tutto del profilo genetico delle malattie, infatti oggi di ogni bambino con un tumore si fa il profilo genetico, una vera e propria ‘patente genetica’.
Dall’altro ci sono i farmaci.
Oggi- sottolinea- sperimentiamo per la prima volta, con uno studio rigoroso, regolato e randomizzato, un anticorpo monoclonale che fa da collegamento tra la cellula malata e il sistema immunitario.
Una sperimentazione rigorosa per scoprire se questa molecola puo’ dare dei benefici”.
Un’altra sfida per il futuro dell’oncologia pediatrica e’ “combattere il tumore del bambino nel corpo di quel bambino.
Perche’- spiega il direttore scientifico della Fondazione Monza e Brianza- la malattia oggi la decifriamo sempre di piu’ sequenziando, ma l’impatto sul corpo e sul genoma della patologia nei prossimi 10 anni e’ l’impatto della tossicita’ acuta, e’ l’efficacia della terapia e la prevenzione di quelli che vogliamo siano bambini e che diventino adulti sani.
Questa e’ la sfida del futuro”.
ONCOLOGIA PEDIATRICA, L’ATTITUDINE DI LAVORARE IN RETE
Guardando ai risultati fino ad oggi ottenuti dall’oncologia in ambito pediatrico, una delle principali ragioni del successo di questa branca della medicina e’ “l’abitudine degli oncologi pediatrici, in Italia e nel mondo, di essere coordinati nel promuovere in modo ragionato, in quel processo che e’ la scienza ‘learning by doing’, l’arruolamento di bambini e adolescenti a protocolli di cura.
Questo in Italia si realizza grazie alla rete dell’Aiop, con pochissime risorse, perche’ la conduzione di uno studio clinico ha dei costi che- conclude Biondi- non sono certo coperti dalle risorse recuperate dagli ospedali con il costo delle prestazioni”.
PER APPROFONDIRE:
LEUCEMIA PEDIATRICA, AIEOP: ABBIAMO ARMI PER PERSONALIZZARE LE CURE