Orticaria da freddo: i sintomi e la prevenzione

Parliamo di orticaria da freddo. Quando le temperature si abbassano sensibilmente, nei mesi invernali più freddi, oltre a pelle secca e rossori possono svilupparsi reazioni più severe, come l’orticaria, anche conosciuta comunemente – ma erroneamente – come “allergia da freddo”

Spesso interessa pazienti affetti da altre malattie allergiche o autoimmuni, tuttavia, non si tratta di una vera e propria allergia in quanto il freddo induce una reazione indiretta nella cute.

In alcuni soggetti predisposti, infatti, l’abbassamento delle temperature determina la formazione di autoantigeni nella pelle, i quali stimolano il rilascio di istamina, la sostanza responsabile dei sintomi caratteristici dell’orticaria.

Prurito e pomfi: i sintomi dell’orticaria da freddo

L’orticaria da freddo si manifesta con l’insorgenza di specifici sintomi cutanei, in particolare dei pomfi rossastri e pruriginosi.

La principale manifestazione dell’orticaria, infatti, è il prurito, un sintomo che può essere invalidante e distrarre il paziente dallo svolgimento delle mansioni quotidiane e disturbarne il riposo notturno.

I pomfi, inoltre, non compaiono solamente nelle zone esposte a una temperatura più bassa (di solito il viso e le mani), ma possono interessare anche altre zone del corpo e insorgere dopo aver ingerito cibi o bevande particolarmente fredde o aver toccato superfici fredde.

I pomfi possono presentarsi in maniera intermittente e resistere anche fino a 24 ore.

La sintomatologia dell’orticaria da freddo, se severa, può manifestarsi con sintomi sistemici, quali:

  • stanchezza
  • mal di testa
  • ipotensione
  • respiro sibilante o affaticato.

I sintomi dell’orticaria da freddo possono persistere, con andamento altalenante, anche per diverse settimane ed essere associati anche ad altre tipologie di orticaria, per esempio quella idiopatica.

Orticaria da freddo: chi colpisce?

Le temperature a cui si scatena l’orticaria sono molto variabili da individuo a individuo, motivo per cui non è possibile determinare una specifica temperatura oltre la quale si può sviluppare l’orticaria da freddo.

Nella maggior parte dei casi, una temperatura sufficientemente bassa da scatenare la reazione dell’orticaria si aggira sui 4°C, ma in caso di pazienti estremamente sensibili anche temperature di poco inferiori ai 20°C possono rappresentare un rischio.

L’orticaria da freddo interessa in particolare il sesso femminile, tra i 20 e i 40 anni, e le persone che hanno sviluppato una condizione di stress psicofisico.

Tra i fattori di rischio non si annovera, invece, la familiarità.

Orticaria da freddo: come si cura?

L’orticaria da freddo viene diagnosticata dallo specialista dermatologo, per il quale è particolarmente utile ai fini della diagnosi avere a disposizione una cronistoria della patologia.

È dunque consigliato prendere nota degli episodi di orticaria, dalle attività svolte al momento dell’insorgenza, alla durata degli episodi, alla sintomatologia completa.

Il trattamento per l’orticaria da freddo prevede poi l’assunzione di antistaminici di seconda generazione, che possono essere modulati in base alle necessità cliniche del singolo paziente.

Questi farmaci vengono prescritti esclusivamente dallo specialista, per questo motivo, per risolvere il problema, è importante fare riferimento al dermatologo e non limitarsi a un consulto con il proprio medico di medicina generale.

Per prevenire l’orticaria da freddo è necessario evitare di esporsi a temperature troppo basse e, se inevitabile, prestare attenzione a coprire la maggior parte di porzioni di pelle possibile.

Dunque, è opportuno coprire bene la pelle del collo con la sciarpa, avere un cappello che protegga anche le orecchie e indossare sempre i guanti.

Importante, inoltre, ridurre il tempo di esposizione alle temperature più basse ed evitare di ingerire cibi o bevande troppo freddi.

Per approfondire

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Humanitas

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