Palpazione nell’esame obiettivo: cos’è ed a che serve?
Per palpazione in campo medico, si intende una parte dell’esame obiettivo, dove il medico o l’infermiere utilizza le proprie mani a contatto col corpo del paziente esercitando pressioni, trazioni, penetrazione di organi ed apparati accessibili, sfregamenti, premiture
La palpazione viene eseguita per molteplici finalità:
- valutazione di posizione, sede, dimensioni, forma, consistenza, continuità, movimenti e mobilità di un organo o tessuto (muscoli, fegato, tiroide, segmenti ossei, cuore, linfonodi, prostata, articolazioni, vescica, testicolo eccetera)
- ricerca di segni clinici
- individuazione di eventuali tumefazioni patologiche
- determinazione della presenza ed entità di dolore evocato
- punti dolorosi (ureterale, appendicolare, colecistico, eccetera)
- per controllare i tender point della persona, a volte infatti la palpazione rimane l’unico mezzo diagnostico di alcune malattie come la fibromialgia e la sindrome del dolore miofasciale.
- ricerca polsi arteriosi fisiologici e patologici
- rilevazione di fremiti, crepitii, fremito vocale tattile (FVT)
- valutazione della presenza ed entità di edema
- tissutale, per esempio agli arti inferiori: segno della fovea
- raccolto in cavità, ad esempio in addome: ascite (segno del fiotto)
- per avere indicazioni sulla temperatura di un distretto corporeo (ad esempio un’articolazione infiammata)
- valutazione dello stato di idratazione
- studio della sensibilità ed evocazione di riflessi
- corpi estranei
Le parti più analizzate sono il torace e l’addome.
La palpazione può essere superficiale, media o profonda
Può essere condotta con una o, più frequentemente, con due mani (palpazione bimanuale).
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