Pericolo dissanguamento: azione numero uno, chiamare i soccorsi. E l’azione numero due?
Una persona perde copiosamente sangue, è evidente un rischio di dissanguamento.
Non è necessariamente la scena di un episodio di Criminal Minds, magari semplicemente state transitando in un luogo nel quale un essere umano ha avuto un grave incidente.
Dissanguamento, che fare, quindi?
Bé, prima di qualsiasi altra azione chiamate (o fate chiamare da qualcuno) il 118: un’emoraggia copiosa è un rischio, soprattutto se ad osservarla è qualcuno che nella vita svolge attività aliene dal settore medico-sanitario.
La seconda azione è quella di agire in sicurezza per se stessi. Badate bene, non è egoismo, come istintivamente verrebbe da pensare: è una regola fondamentale che viene insegnata a chi poi farà il soccorritore regolarmente.
Il punto è che se per tentare di salvare una vita poi “incasinate” la vostra, chi si troverà a rispondere alla richiesta di aiuto che avete lanciato dovrà fronteggiare due problemi: quello per il quale avete effettuato la chiamata e quello che avete involontariamente creato voi.
Esempio chiarificatore: una persona scivola in montagna, cadendo rovinosamente alcuni metri più in basso. Batte la testa o si frattura in maniera scomposta il femore: l’emoraggia è grave e richiede un intervento repentino. Sentite istintivamente l’impulso di accorrere in soccorso.
Se per aiutarlo vi calate in un dirupo scosceso e cascate a vostra volta, serviranno due spinali (piuttosto che altri sistemi di trasporto su barella) invece che una.
Sempre in materia di sicurezza personale: se riuscite ad essere di aiuto ad una persona che si sta dissanguando, fatelo proteggendovi da infezioni trasmissibili per via ematica. Un paio di guanti sarebbero provvidenziali.
Azione numero 3 è certamente individuare la fonte di sanguinamento, che a volte non è palese.
Togliere gli indumenti dal punto della ferita, quando possibile, è quindi importante per poter osservare il danno, ed eventualmente riferirlo all’operatore della centrale unica in collegamento.
Non sarà un’anamnesi vera e propria, ma state certi che le informazioni saranno ritenute preziose, da chi si sta precipitando sul luogo.
Lo stesso operatore potrebbe porvi domande sulla tonalità di colore del sangue o di altra natura: dare una risposta breve ma precisa farà la differenza.
Le azioni successive sono ad appannaggio di chi, dall’altra parte del cellulare, ve le indicherà.
In linea di principio, però, arrestare un’emoraggia consiste nella compressione di un vaso sanguigno interrotto.
E’ quindi necessario applicare una pressione sulla ferita con un panno pulito.
Non lesinate le energie: l’obiettivo nello specifico momento, e salvo indicazioni specifiche dell’operatore 118 al telefono, è di fermare una importante deplezione ematica in atto.
Azioni e rischi:
In molti luoghi, quelli di lavoro tanto per fare un esempio, esistono kit di pronto soccorso: sappiate che nel caso di emoraggie dell’area di gambe o braccia applicare un laccio emostatico è essenziale. Così come “improvvisarne” uno con delle bende realizzate arrotolando adeguatamente dei fazzoletti.
Il laccio emostatico va stretto attorno al braccio o alla gamba sanguinante 2-3 centimetri sopra la ferita ma non su un’articolazione (è importante!).
Se si ha a disposizione una penna, una matita o un bastoncino si può utilizzare l’improvvisato tourniquet ruotando e aumentando quindi la stretta del laccio stesso.
Ci sarebbe da fare ora un discorso molto lungo sui punti di pressione (laddove si avverte un polso, come nel caso dell’arteria femorale) e sul sollevamento degli arti nel caso di ferite a braccia o gambe, ma le valutazioni su tali argomenti sono complesse e, potendo scegliere, da lasciare ai “professionisti del soccorso”.
Per un cittadino qualsiasi, un fattore importante è di non essere di danno a chi ha un problema.
Ricordate bene che non sono molti, infatti, i minuti di attesa per l’arrivo di un mezzo di soccorso, consista esso in un’ambulanza o nell’elisoccorso: compiere operazioni semplici e universalmente riconosciute come utili può essere quanto di più adatto per agevolare l’azione degli angeli in divisa. Dissanguamento incluso.
Se però l’intervento prevedesse, per casi eccezionali, tempi più lunghi… a quel punto inizia tutta un’altra partita, che riguarda il tempo di rilascio del laccio emostatico stesso, il sollevamento di gambe e braccia e via dicendo.
Il pericolo di mandare l’arto interessato in gangrena, per esempio, si fa in tempi prolungati palpabile, e occorre tenerne conto (è importante leggiate con attenzione questo articolo).
Gli operatori delle centrali operative sono persone formate: quando vi trovaste di fronte ad un dissanguamento chiamare il 118 (o il 112, laddove è già attivo), mettere il vivavoce e ascoltare con attenzione le indicazioni, è l’azione di gran lunga più importante.